Genesi del DRAGO
Da Dottor Lecter a Mister Dolarhyde
Quando Jim Morrison battezzò i mitici Doors, trovò ispirazione nei versi del poeta e pittore londinese ottocentesco William Blake, tratti da "I canti dell'esperienza e dell'Innocenza", opera che influenzò il poeta maledetto del rock per tutta la sua folgorante carriera.
Se le porte della percezione venissero purificate, all'uomo tutto apparirebbe com'è: infinito
Dagli stessi illuminanti versi Thomas Harris trasse linfa vitale e mortale per il romanzo (a detta dello stesso autore) più riuscito dell'intera saga, ormai nota come la saga di Hannibal Lecter, ma che ebbe inizio con Red Dragon.
L'opera di William Blake, le sue suggestioni, permeano l'intero romanzo ed emergono prepotentemente nel nuovo film di Brett Ratner, la cui componente visiva, grazie anche al goticismo delle immagini realizzate da Dante Spinotti, richiama a più riprese il fascino inquietante di un artista visionario difficilmente classificabile nella storia dell'arte, per alcuni precursore dello spirito romantico, per altri anticipatore del simbolismo, per altri ancora un mistico, forse un po' tutto questo, sicuramente un folle per i suoi contemporanei, che non lo resero mai troppo sul serio, ma molto amato dai posteri. Con il passare degli anni e dei secoli, infatti, le sue illustrazioni della Divina Commedia di Dante, del Paradiso Perduto di Milton, così come le sue apocalittiche poesie, sono diventate fonte di ispirazione per grandi pittori e poeti come Ungaretti (autore della traduzione dei suoi "Canti"), e registi come Jim Jarmush, che, in Dead Man, chiamò il suo protagonista William Blake, realizzando un film carico di allucinazioni tipiche di questo autore.
La passione per Blake diventa fondamentale anche per Thomas Harris e per Francis Dolarhyde, protagonista di Red Dragon, individuo sfigurato dalla nascita, con un'infanzia allucinante in un ospizio di vecchi, accudito da una nonnina non esattamente "amorevole". Il rifiuto e la solitudine lo portano a cercare un senso al suo isolamento:
Era solo perché era Unico...
...Sapeva di essere in attesa di qualcosa; non sapeva cosa.
E' attraverso un'immagine folgorante, che questa sua condizione di unicità acquisterà il valore di rivelazione, un'immagine magnifica e maestosa di un piccolo acquarello, trovata casualmente sul Time: Il Drago Rosso e la Donna Vestita di Sole (The Great Red Dragon and the Woman Clothed with the Sun), dipinto da Blake nel 1805. La figura potente del Male, rappresentata dall'Uomo-Drago domina con le ali spaventosamente aperte e la coda a spirale la Bellezza, incarnata dalla Donna Vestita di Sole, formando un'unione mortale che origina una nuova dimensione. Amore e Morte, Eros e Thanatos, generano il Sublime, la perfezione, per raggiungere la quale Dolarhyde inizia un processo di trasformazione e trasfigurazione.
Nel quadro di Blake il volto del Drago rimane nascosto, ma Dolarhyde si accorgeva sempre più di sapere come era...
Come dire, da Dr. Jeckill a Mr. Dolar-Hyde...
Richiamando il celebre romanzo di Stevenson il protagonista acquista sempre di più, anche fisicamente, la fisionomia del suo terribile alter-ego, il Drago, ma per alimentare questa metamorfosi deve uccidere, continuare nelle stragi, dei massacri efferati che lo sollevano verso la "Gloria del suo Avvento"...
...Poi un gran segno apparve nel cielo: una Donna rivestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi e sul capo una corona di dodici stelle (…) Intanto apparve un altro segno nel cielo: un gran dragone, dal colore del fuoco, con sette teste e dieci corna; e sette diademi sulle teste. La sua coda trascinava la terza parte delle stelle del cielo, e le precipitò sulla terra. Poi il dragone si pose davanti alla donna che stava per dare alla luce un figlio...
Le visioni dell'Appocalisse di San Giovanni, fonte mistica e iconografica per lo stesso Blake, si mescolano alle suggestioni di una mente malata, che cerca paradossalmente la propria salvezza nella follia, attraverso una rapida involuzione che lo porta a cancellare il passato in nome di una bellezza suprema, incarnata dal Drago rampante, il Male assoluto, il Sublime. Solo un "Principe del Rinascimento" come il dottor Lecter, "unico tra gli uomini, possedeva la sensibilità e l'esperienza per comprendere la gloria, la regalità dell'Avvento di Dolarhyde".
Apparvero i grossi muscoli del dorso che si flettevano sotto il tatuaggio della coda che scendeva dalla schiena, avvolgendosi intorno alla gamba...
Ecco spiegato l'impressionante schiena tatuata di Ralph Fiennes che raffigura la spaventosa e michelangiolesca figura demoniaca del Drago, con le sue possenti corna, nell'esternazione anche fisica di una repressione di se stesso che ha radici nell'infanzia e che dall'infanzia porta alla luce altre ossessioni, i cui macabri feticci vengono integrati nell'apparato scenico con cui Dolarhyde si esibisce di fronte alle sue vittime, mentre, di kimono vestito, si infila la dentiera della nonna, rivelando le "zanne aguzze macchiate di sangue rappreso"...
Attraverso echi hitchockiani che rimandano direttamente a Psyco, il nostro Norman Bates/Francis Dolarhyde si appropria della terrificante dentiera della nonna, che diventerà la sua macabra firma, il suo "sigillo", il suo "imprimatur"...
Io sono il Drago...
Quando tutto sembra ormai compiersi, però, la metamorfosi di Dolarhyde viene messa in crisi da una ragazza cieca, Reba McClane, capace di "vedere" la sua celata e ormai quasi annullata umanità. In questa specie tregua, di pace apparente, Dolarhyde porterà Reba a trovare una tigre addormentata. Simbolo di forza, di possenza, l'animale sembra identificare il protagonista, la sua intenzione di esprimere forza e onnipotenza, ma anche l'incapacità di comunicare i propri sentimenti e la propria (forse incontenibile) interiorità. Ma perché proprio una tigre?
Tyger! Tyger! Burning Bright
In the forest of the night...
Tigre! Tigre! Divampante fulgore
Nelle foreste della notte...
Dai versi di una delle più celebri poesie di Blake, The Tyger (contenuta anch'essa ne "I Canti dell'Innocenza e dell'Esperienza"), ancora una volta la risposta ai nostri quesiti. Simbolo di forza e furore ma anche dell'immaginazione, la tigre incarna l'energia pura che apre le porte della percezione, della visione, che permette a Reba di capire, di vedere veramente. L'Immaginazione che si oppone alla Ragione, così come la Tigre si oppone all'Agnello...
Ma nei versi che seguono...
...Did he who made the Lamb make thee?
...Chi creò l'Agnello creò anche te?
Uniti nel Sublime, come Il Male e il Bene, come Il Drago Rosso e la Donna Vestita di Sole. Uniti e opposti come i due canti della raccolta, The Tyger e The Lamb, La Tigre e l'Agnello...
Ma forse questa è un'altra storia. Una storia di innocenza e di Innocenti. Una storia che deve ancora accadere, ma che già ossessionava i pensieri e le visioni di quel gran genio di William Blake.
Prima del Silenzio, prima che gli Agnelli si mettessero a gridare, prima dei nostri incubi...
Bibliografia essenziale:
William Blake, I Canti dell'Innocenza e dell'Esperienza (che mostrano i due contrari stati dell'anima umana), Milano, SE, 2001 (I° Ed. 1794).
William Blake, 32 poesie/William Blake - Traduzione di Giuseppe Ungaretti, Milano, Mondadori, 1997.
Thomas Harris, Drago Rosso, Milano, Mondadori, 1999.
Thomas Harris, Il Silenzio degli Innocenti, Milano, Mondadori, 1988.
La Sacra Bibbia, Edizioni Paoline, Roma, 1971 (Apocalisse 12, 6).
Robert Louis Stevenson, Il Dottor Jekyll e Mr. Hyde, Milano, Feltrinelli, 2000.
L'immagine inserita in questa pagina raffigura l'acquarello dal titolo The Great Red Dragon and the Woman Clothed with the Sun (43.5 cm. x 34.5 cm.) dipinto da William Blake fra il 1803 e il 1805. Il prezioso quadro non è stato divorato da Francis Dolarhyde ed è conservato al Tate Museum di Londra su gentile concessione del Brooklyn Museum di New York. Tutti i diritti sono riservati.
Per maggiori informazioni: http://www.tate.org.uk
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