HEINEKEN JAMMIN’ FESTIVAL CONTEST: I VINCITORI
NOTE BIOGRAFICHE DEI VINCITORI
Betty Ford Center (Frosinone)
Betty Ford è un centro americano dedicato alla riabilitazione delle ragazze alcoliste e drogate. E’ dunque un immaginario malato e tormentato quello che anima la musica di questi tre musicisti di Frosinone. Garage’n’roll abrasivo, paranoico, sporco. Segnato dall’esperienza del grunge e delimitato da primitive suggestioni hard rock fatte di sudore e chitarre. Canzoni guidate da una vocalità femminile che ruba il carisma di P.J.Harvey e lo catapulta in una fascinosa dimensione riot.
Bud Spencer Blues Explosion
(Roma)
Blues’n’roll per batteria e chitarra. Questa la dirompente formula dell’ironico duo Bud Spencer Blues Explosion. Ovviamente il riferimento a Jon Spencer non è casuale, perché la coppia di musicisti romani si esibisce in duetti di blues malato e trasversale, costruito su trame febbrili di straripante intensità emotiva. Ed oltre all’aggressività c’è anche la capacità di scrivere canzoni in italiano, con grande tensione melodica e presa da primo ascolto. Bud e Jon saranno fieri di loro.
Cadaveric Crematorium
(Brescia)
Violenti, grotteschi, primordiali. Horror metal sanguinolento e blasfemo, espressione di istinti deviati e brutali, con feste di zombie e deliri infernali. La musica dei Cadaveric Crematorum è una maestosa esibizione di brutalità applicata al metal contemporaneo, con spunti presi tanto da Suffocation quanto da Relapse, ma con una personalità magnifica. Ironici e devastanti, sovrappongono riff straripanti e canto gutturale, vomitando rabbia incontrollata. Se non avete paura, ascoltateli.
Captain Mantell
(Treviso)
Il Capitano Thomas Mantell è entrato nella storia come il primo pilota ad aver seguito con il suo aereo un oggetto volante non identificato, finendo col perdere la vita nell’inseguimento. A distanza di sessanta anni, Tommaso Mantelli da Bologna scopre la quasi omonimia e fa rivivere quel capitano coraggioso in un progetto artistico immerso in intense atmosfere di cosmic-pop elettronico dotate di forte accento punk. Intenso, accattivante, imprevedibile Captain Mantell.
Cherry Sand
(Firenze)
Negli Stati Uniti forse sarebbero già eroi di qualche colonna sonora per college movie e starebbero in copertina su riviste prestigiose con schiere di fan a pedinarli ovunque. Giovanissimi ma estremamente maturi, i Cherry Sand scrivono canzoni pop che si ispirano tanto alla scena emo americana quanto al brit pop di casa Fab Four. Freschi, melodici, affascinanti, mai banali. Le loro canzoni sono lo sfondo ideale per le scene d’amore più intense e romantiche.
Chupacabras
(Imperia)
Crossover senza sconti. Violento, sanguinario. Proprio come il Chupacabras, la bestia misteriosa che succhia il sangue alla sua preda e poi scompare nell’oscurità lasciando solo i resti della vittima. E’ con questo spirito animalesco che il metal trasversale della band di Imperia modula generi e stili alla ricerca della prossima preda. Iconoclasti, fragorosi, con tematiche di denuncia sociale. E con una impatto live dirompente.
Eclipse
(Rimini)
Suonare metal in modo moderno non è facile, ma gli Eclipse dimostrano di avere le idee giuste per proporsi in modo carismatico in un genere pieno di mostri sacri, seguendone le orme ma variandone l’insegnamento con personalità. Ecco allora le chitarre distorte, le tempeste ritmiche e le maestose aperture melodiche. Canzoni asimmetriche arricchite da un’interpretazione vocale che fa uso di uno screaming dirompente fino a sfociare nel growl più primordiale. State attenti a non intralciarne il passaggio.
Farmer Sea
(Torino)
Indie-pop-rock d’alta scuola per una formazione torinese che interpreta le proprie canzoni con movenze anni novanta e sapore moderno. Una formula musicale che guarda al pop alternativo americano e lo sviluppa su tematiche sonore tipiche della scena indie europea dei giorni nostri. Composizioni con frequenti chitarre jingle-jangle sovrapposte ad eleganti variazioni ritmiche, con una tavolozza di colori melodici estremamente variabile. Sentimentali, riflessivi ed emotivi.
Fumisterie
(Roma)
Scrivono da anni canzoni bellissime nella scena indipendente e forse è il momento di accorgersi dell’ispirazione purissima di questi musicisti romani che attraversano il mondo della canzone d’autore con una personalità rara. La loro musica è un abbraccio intimo e passionale fra suono e parola. Poesie cristalline che si intrecciano a sonorità di poprock alternativo, tra arpeggi eleganti, cambi di ritmo, accelerazioni fragorose e variazioni melodiche affascinanti. Commoventi, divertenti, sorprendenti.
Home
(Verona)
Sembrano usciti dalla Liverpool che transitava tra la fine degli anni sessanta ai primi anni settanta. Quella città in fermento che stava inventando le forme poprock che avrebbero cambiato il mondo grazie a quattro futuri baronetti chiamati Beatles. Ed è proprio nei Fab Four che gli Home trovano l’incipit della loro ispirazione per costruire una irresistibile sequenza di melodie, coretti e variazioni strumentali, guardando anche all’insegnamento di band moderne come i Supergrass.
Idols are Dead
(Bologna)
Musicisti bolognesi con esperienza di lungo corso nella scena indipendente italiana, gli Idols are Dead concentrano la loro rabbia e non fanno prigionieri, abbattendo tutto ciò che incontrano. Musica che assume la forma di un crossover stilistico tra un metal old school che si tinge di hard rock contemporaneo, sviluppando muri di chitarre e straripanti digressioni ritmiche, guidate da una vocalità cupa e dirompente. Gli idoli sono morti e loro vogliono prenderne il posto.
Kutso
(Roma)
Arriva dai Castelli Romani la proposta di una band di grande impatto e con una cifra stilistica particolare. Basso spinto e incalzante. Chitarra eclettica, ammiccante e fragorosa. Batterista istrionico e poderoso che diventa anche frontman vocale. Canzoni intense e frizzanti, colorate da ironici testi in italiano che disegnano ambienti di pop trasversale, lasciando sempre aperta la porta a scintillanti e tiratissime divagazioni rock.
Looking 4 a Name
(Milano)
Progressive rock d’alto livello quello proposto dai Looking 4 a Name, band che interpreta i dettami del genere con modalità estremamente credibili ed accattivanti. Sostenuti da una classe strumentale sopra la media e da una compattezza esecutiva straordinaria, i musicisti milanesi inventano canzoni variopinte che entusiasmeranno gli appassionati dal genere, ma che potranno farsi apprezzare anche da un pubblico vasto grazie alle loro melodie appassionanti.
Miss Fraulein
(Cosenza)
L’intensità dell’hard rock primordiale batte nel cuore di questi musicisti calabresi. Veri e propri deliri emotivi in cui l’impeto primordiale del grunge anni novanta diventa perfezione elettrica grazie alla violenza di un impianto chitarristico che si distende su colossali riff stoner. Canzoni maestose in cui la magniloquenza del rock si evolve in litanie quasi ipnotiche, aprendosi a momenti di incandescente psichedelica.
Missincat
(Milano)
Caterina Barbieri ha il dono prezioso di scrivere belle canzoni e lo usa magnificamente sotto il moniker di Missincat, progetto solista che guarda alla dolcezza del folk alternativo americano e lo ricopre di fascino europeo. Attraverso un linguaggio elegante, Missincat sviluppa forme di intimismo cantautoriale dense di poesie e femminilità. Solamente con voce, chitarra e poco altro. Il resto lo fanno le emozioni.
Oink!
(Roma)
Benvenuti nel grande circo degli Oink! coraggiosa band romana che mette una deviata estrosità al servizio di uno strano crossover, inteso come incrocio sperimentale di forme sonore trasversali. Rock, jazz, elettronica e pop sviluppati con un’attitudine grottesca degna del miglior teatro dell’assurdo, con una schizofrenia strumentale che li porta a suonare un po’ di tutto, costruendo filastrocche surreali e curiose ballate.
The Banshee
(Genova)
Dai Joy Division fino ai Franz Ferdinand, passando per Gang of Four e Rakes, i genovesi The Banshee ripercorrono tre decadi di new wave, interpretandone il copione storico con una convincente personalità mediterranea. Canzoni pimpanti e fascinose, sostenute da chitarre scalpitanti, intrise di quella melodia new wave decadente ma estremamente coinvolgente. Preparate cravattine e spillette, c’è da entusiasmarsi.
The Transisters
(Treviso)
Atmosfere inquietanti avvolgono le canzoni dei Transisters. La band di Treviso interpreta la propria musica con impressionante tensione emotiva, trasformando i suoni in ossessione lancinante, tra riff chitarristici e vocalità nevrotiche. Nessuna concessione alla delicatezza, ma una modulazione dell’essenza più cruda e malata di un post-punk che viene spesso centrifugato nei rumori dell’art rock di stampo newyorkese.
Tribuna Ludu
(Firenze)
Come un frullatore impazzito la musica dei Tribuna Ludu centrifuga canzoni isteriche ed eclettiche. Alternando momenti di rock cadenzato e ritmiche punk-funk, i musicisti toscani costruiscono ambienti nu-wave arricchiti da testi surreali. Esibizioni dal sarcasmo irresistibile. Canzoni assurde e schizzate, dotate di forte piglio melodico e caricate di un’espressività imprevedibile. Non saprete mai dove possono arrivare fin quando non avete ascoltato l’ultima nota.
Volcanoman
(Roma)
Direttamente dalla Capitale, una proposta musicale esplosiva. Rock industriale potentissimo che si distende su trame stilistiche vicine ai movimenti nu-rave mitteleuropei. Sorta di rock’n’roll di nuova generazione, straziato da incessanti groove elettronici e dilaniato da violenza primordiale, ma reso accattivante da un’interpretazione schizofrenica estremamente catchy. L’uomo del vulcano vi aspetta.
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