Foto © Ottavia Da Re
Presentato a Trieste Il giorno più bello
Sotto un sole abbacinante, che illumina un po’ inaspettato la terrazza del Museo Rivoltella di Trieste, regalando un panorama magnifico sulle rive e il lungomare della città, si svolge la conferenza stampa del film “Il giorno più bello” di Massimo Cappelli, in un break delle riprese che si stanno realizzando nel piano sottostante, fra sculture e i quadri di Manzù, Vedova e Pomodoro.
I gabbiani sferzano l’aria lanciandosi nei loro monotoni versi mentre la troupe, concluso l’ultimo ciak prima della pausa pranzo, si rilassa con la soddisfazione e la disponibilità di chi sta lavorando bene, nel clima di grande quiete di una città spesso schiva, nei suoi silenzi e nei suoi ritmi ma capace di regalare grande serenità e forza, come il mare su cui si affaccia e che in questo giorno autunnale ne sferza le rive rocciose, in una combinazione di impetuosa solidità e di viscerale, misteriosa energia.
Siamo alla terza settimana di riprese triestine (il primo ciak è stato battuto il 26 settembre a Roma), per un film che, come ricorda fiero il presidente della Friuli Venezia Giulia Film Commission Federico Poillucci, gode del fondo regionale di 20.000 euro stanziato dal Friuli, e che sta portando davvero grandi risultati ad una piccola regione in grado di valorizzare al massimo le proprie risorse rilanciando un settore mai così in prima linea nel panorama produttivo nazionale.
Entusiasta Amedeo Bacigalupo della Nuvola Film che sta producendo la pellicola assieme alla REEF Comunicazione: “Trieste porta fortuna alla produzione, la Nuvola Film. Qui il corto di Massimo Cappelli Toilette è stato alla prima edizione di Maremetraggio quindi questo film è simbolicamente un po’ il cerchio che si chiude”.
Il regista Massimo Cappelli lo segue a ruota e alla domanda sull'andamento delle riprese, sottolinea: “Sta andando molto bene. Temevamo il tempo butto, la bora…" Zitto, non dirlo che manca ancora un po’ - tuona scaramantico il produttore - "...e invece Trieste ci sta regalando delle giornate fantastiche e assolutamente in linea con il piano di lavorazione del film, quindi piove quando siamo in interni e c’è il sole quando siamo in esterni. Al di là dei ringraziamenti formali, sono molto felice di girare a Trieste; è una città che ho imparato ad amare prima frequentandola e poi girando un corto, Per Agnese, nato in occasione delle celebrazioni del cinquantenario della liberazione della città. Un lavoro che a me ha dato molto anche da un punto di vista di regia ed è un po’ in linea con l’idea che il resto dell’Italia ha di Trieste ovvero una città un po’ malinconica, un po’ triste. La sfida con Il giorno più bello invece era quella di provare ad ambientarci una commedia. Pur non avendo il polso del passato cinematografico illustre della città, credo sia se non la prima, una delle poche commedie girate e ambientate a Trieste. Ed è una storia di trentenni che normalmente avrebbe avuto come teatro Roma. Ma era più interessante vederla in provincia e in una città di mare poco vista, da questa angolazione, come Trieste. In sede di montaggio spero che questo si riveli tale. Ma le premesse sono in linea con le idee che avevo di ambientazione e, di questo, sono molto soddisfatto. Grazie al gruppo di attori con cui mi sono trovato a lavorare (nel cast anche Luce Caponegro, Carla Signoris, Shel Shapiro ndr), con cui si è creata una grande alchimia e un clima di grande serenità…"
Un assist che il protagonista, Fabio Troiano, non si lascia sfuggire e, mentre inizia ad accusare il ritardo della pausa pranzo, oggi posticipato per la conferenza stampa, si lancia in una dichiarazione d’amore per la cucina locale…
“Anch’io mi trovo molto bene e il rapporto tra me e Trieste è ottimo... Da quando sono qui mangio tantissimo! - risata complice della troupe - Scherzi a parte l’impatto è stato molto buono. Trieste mi è piaciuta subito, anche perché ho vissuto per molto tempo in una l’altra città del Nord come Torino che per certi versi ha molte similitudini con Trieste. E mi piace molto l’idea di girarci una commedia”.
La coprotagonista Violante Placido concorda e sottolinea “Mi sto trovando bene e mi sto divertendo molto perché comunque finora non ho ancora avuto la possibilità di fare una commedia vera e propria. Sto scoprendo un nuovo modo di lavorare. Si arriva sul set in un clima molto rilassato e divertente”.
“Questo grazie anche le prove che abbiamo fatto prima – aggiunge Fabio Troiano - arrivando sul set l’impostazione della scena c’è già. Quello che viene fuori durante le riprese è un valore aggiunto che si dà alle scene e alle riprese”.
"La presenza della città è stata molto significativa, e si è creato un clima di grande armonia nonostante il film sia a basso budget. - riprende il regista - Uno dei grandi mali del nostro cinema è stato quello di avere spesso budget a disposizione anche molto alti che poi non si vedevano nei film realizzati, per l’uso di interni o di situazioni povere, legate soprattutto all’immaginario cinematografico di Trieste. La sfida lanciata con questo film era cercare di fare in modo che la città fosse più visibile. Su 18 giorni di riprese a Trieste utilizziamo qualcosa come 20 location, più di una al giorno, davvero molte. Questo ci ha dato la possibilità di “aprire” il film, di renderlo molto presente nella città. In realtà a Roma abbiamo girato solo interni. Trieste da questo punto di vista è stata molto utile anche perché ha una varietà di location poco viste al cinema. Lo stesso Museo Revoltella in cui stiamo girando è incredibilmente cinematografico e poco visto. E’ la prima volta che vedo un film ambientato qui, ma anche il Teatro Rossetti è una location originale, così come la stessa Piazza Unità d’Italia, che sebbene sia già un luogo più sfruttato, stiamo cercando di fotografare e di vedere con occhi diversi”.
Per un film girato fra Trieste e Roma ma ambientato a Trieste…
“Non a caso la voce narrante che appartiene a Leo (Fabio Troiano) - sottolinea Massimo Cappelli - racconta come il protagonista si trasferisca dal centro Italia a lavorare e vivere a Trieste”.
A chi gli chiede informazioni sull’uscita del film il produttore Amedeo Bacigalupo sottolinea: "Non prima di marzo del prossimo anno. Stiamo ancora valutando la distribuzione, ma io spererei che il film uscisse a fine marzo-aprile più che a giugno-luglio, momento che come hanno dimostrato i recenti tentativi di allungare la stagione cinematografica non si rivela molto propizio, anche perché secondo me questo è un film molto primaverile".
Nel frattempo arriva Claudia Zanella, nel film "l’amica della sposa" che, sulla scia di Julia Roberts in Il matrimonio del mio migliore amico, affila le unghie per seminare zizzania fra i due futuri sposini. E come sottolinea Massimo Cappelli introducendo il suo personaggio: “Nel cammino verso le nozze arriva un momento in cui lo sposo inevitabilmente, quasi per tradizione, si invaghisce dell’amica della futura moglie (meglio se testimone). Claudia oggi è qui per girare una scena molto delicata in cui tenta in tutti modi Fabio e lo fa nella maniera più sottile sussurrandogli semplicemente io e te uno di questi giorni dobbiamo parlare e in questa fase che sta vivendo, preso dal vortice in cui non capisce più nulla, intravede o vuole intravedere, o meglio ancora, tradizione vuole che si intraveda, chissà quali promesse peccaminose, travisando in realtà le intenzioni dell’amica, legate più semplicemente ad una preoccupazione nei confronti di Nina, Violante Placido. E guardando Claudia il protagonista però ha la sensazione di una grave perdita, la consapevolezza di qualcosa di non ben definito che se ne sta andando per sempre...Claudia come figura tentatrice come ti trovi?”
- butta lì il regista, anticipando i giornalisti presenti...
“A mio agio! Perché di solito mi fanno fare la suicida o l’anoressica…”
- Risata generale -
“Finalmente un ruolo brillante. Mi è piaciuta moltissima la sceneggiatura, che poi mi permette di interpretare un personaggio non drammatico. Si sa, in Italia quando capiscono che fai bene un certo personaggio poi ti rifilano sempre quello. Quindi è giusto anche dire no a certe cose e cercare di farne altre”.
Ma alla domanda su quanto hanno si siano identificati nei perosnaggi interpretati...
Fabio Troiano: "Con Leo condivido l’alternatività di un rito come il matrimonio. Però se io, Fabio, dovessi pensare di avvicinarmi al matrimonio…beh, per ora preferisco andare a quello dei miei amici!"
Più riflessiva Violante Placido “per quanto mi riguarda qualcosa di simile c’è, comunque i personaggi sono ben scritti, hanno dei passaggi ben delineati a livello di sceneggiatura quindi noi attori per incarnarli seguiamo un binario preciso e un’escalation emotiva ben definita. A parte l’idea di matrimonio che personalmente vedo lontana, ci sono degli aspetti di Nina che condivido, come ad esempio il lato creativo del personaggio, elementi che magari non necessariamente poi vengono raccontati nel film. Ad esempio il mio personaggio è una decoratrice, una creativa, questa cosa si vede un attimo, ma anche se io non faccio questo lavoro mi piace molto l’idea di portare in scena questa creatività. Poi nel modo di vestire, non troppo sobrio, il fatto che a Nina piacciano cose un po’ fuori dagli schemi, particolari. In questi dettagli ci sono delle similarità”.
La “mangiatrice di uomini”, Claudia Zanella, fino a questo momento un po’ defilata, sembra illuminarsi e decide di abbracciare in toto la “buona causa” del suo personaggio...
“Io invece nel ruolo di quella che frena matrimoni mi rispecchio molto perché freno continuamente anche i miei amici dicendo sempre a tutti “Non lo fateee!”.
Dopo cinque settimane di riprese, preparativi e liste nozze, la "sindrome prematrimoniale" ha contagiato l’intero cast...
Riusciranno i nostri eroi ad arrivare all’altare e a coronare il loro sogno d’amore?
Lo scopriremo solo vedendo il filmino – pardon! - il film del loro giorno più bello.
Ottavia Da Re
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