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Foto © Ottavia Da Re |
Intervista - Tre parole sopra il cielo di Riccardo Scamarcio |
Eccolo il duro e affascinante Step di Tre metri sopra il cielo, il più desiderato dalle adolescenti italiane, l’ombroso samurai Nero di Romanzo criminale.
Praticamente L’uomo perfetto. Più semplicemente Riccardo Scamarcio.
Un giovane, simpaticissimo attore sulla bocca di tutti più per aver centrato con un paio di film il cuore di milioni di teenagers, che per l’innegabile talento di interprete, che ci aspetta paziente per un’intervista mentre finiamo di chiacchierare con il regista di “Texas” di cui è protagonista. E poco ci manca che ci offra una sigaretta mentre lo accompagnamo fuori dal Cinema dove il brusio dei critici si perde in lontananza lasciandoci il tempo di scherzare e prenderci la libertà di qualche battuta. Quando gli spieghiamo che scriviamo per un sito web, lui esordisce… |
Foto © Ottavia Da Re |
Intervista - Valeria Golino, respiro di donna |
Valeria arriva leggera come un “respiro” e sembra sempre che assieme all’aria nei capelli ricci e ribelli la segua un’aureola di freschezza che l’avvolge come una rete da pesca e le onde del mare del film di Crialese che forse le appartiene di più.
Le testate maggiori se ne sono già andate, con i loro i critici più attempati, ma intorno al lei si forma subito un capannello di giovanissimi giornalisti, un simposio adorante tutto preso ad ascoltarla come una musa, attento a non perdersi una parola… |
Foto © Ottavia Da Re |
Intervista - Il Texas di Fausto Paravidino |
Fausto Paravidino ostenta una sicurezza e una determinazione che vanno oltre i suoi 28 anni, e una dialettica che molti registi di esperienza e mestiere gli invidierebbero. Da uomo di teatro qual’è sa gestire la “scena” e di fronte alla platea di critici pronti ad incalzarlo con domande svariate e complesse, il piccolo grande, Paravidino, ha sempre una risposta per tutti, talvolta sconcertante, oscillante tra ampie spiegazioni narrative che hanno il respiro sospeso dei paesaggi di Pieter Bruegel a dettagliate puntualizzazioni, dallo sguardo “macro”, dilatato e grottesco di una foto di Martin Parr.
Spesso spiazzanti come il suo film, ma senza finali aperti… |
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Recensione: Texas, periferia dell'anima |
Un gruppo di ragazzi festeggia tra bagordi e svogliato divertimento. La casa di un'amica, una sera come tante, una scena vista mille volte, qualche eccesso, le solite balle.
Ma tra una birra e una battuta, tra gli sguardi annebbiati dal fumo, serpeggia la rabbia, il livore latente di esistenze marginali, periferiche, che emergono trascinando con sé amicizie tradite, amori negati di generazioni castrate che collassano improvvisamente, caricando una pistola, vomitando violenza e umiliazioni. Tutto e niente sarà come prima, nel panorama desolato di una periferia d’Occidente chiamata Texas... |
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