Blade: Trinity
Capitolo terzo delle gesta del Diurno Blade (Wesley Snipes), sotto la direzione di David S.Goyer, produttore e scrittore del secondo film.
Nulla di veramente nuovo e originale a parte il fatto che questo superficiale fumettone non si prende troppo sul serio.
Così la formula negli opening titles ripercorre le aperture di Blade 2, mentre Kris Kristofferson, nella parte di Abraham Whistler, ci ricorda di essere stato un camionista in Convoy e crepa (speriamo) definitivamente facendosi esplodere nel covo non più segreto dell’attuale nemico numero uno dell’Fbi (mancavano solo loro all’appello…) mentre un gruppo di vampiri sfigati capitanati da una conturbante Danica Talos (Parker Posey) riportano alla luce da una piramide irachena un improbabile Drake (Dominic Purcell), ovvero, Dracula...
La colonna sonora in alcune scene richiama partiture (non accreditate) di Mark Isham dal primo episodio, ma nei credits rientrano anche il padre dell’hip hop cinematografico RZA (Ghost Dog, Kill Bill) e l’arrangiatore Ramin Djawadi.
Un'operazione commerciale che porta alla distribuzione sul mercato di 2 cd distinti contenti diversi guest di genere, tremendamente ascoltabili ma non trascendentali, come The Crystal Method, Manchild, Paris Texas e Overseer. Anche questi elementi portano a considerare Blade: Trinity un “giocattolo” creato ad hoc, in nome del merchandising; e pur non abusando di virtualità (CGI), questa sbiadita fotocopia del secondo capitolo, in sostanza, latita e stufa, finendo davvero per annoiare, nonostante la sgargiante fotografia di Gabriel Beristain AMC ASC, una sterile azione condita da humor nero ed delle eroine belle quanto frustrate come Abigail Whistler (Jessica Biel...“Non Aprite quella Porta”), figliastra Abraham ma più simile ad una sorellastra di Elektra in versione Vampire Slayer, amante degli Mp3 e fornita di Ipod (Apple®) da combattimento...
Fabio Pirovano
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