50 volte il primo bacio
Henry (Adam Sandler) è un veterinario che si occupa di animali marini presso il Sea Life Park alle Hawaii, alternando
l'attività professionale a quella di impunito sciupafemmine. Ma conoscere casualmente Lucy (Drew Barrymore), durante la
colazione a una tavola calda, sembra l'inizio della sua conversione a fedele e romantico innamorato. E' un colpo di fulmine:
Henry non riesce a smettere di pensarla, sognandola perfino quando sviene, colpito alla testa da una palla da golf. C'è solo
un problema: la memoria di Lucy è terribilmente a breve termine. Scampata a un tremendo incidente d'auto, ha riportato
lesioni che non ne hanno compromesso l'attività cerebrale, ma ne azzerano il ricordo ogni notte con il sonno: Lucy si sveglia
tutte le mattine convinta che sia sempre lo stesso giorno. E poichè il giorno dell'incidente era il compleanno del padre, la
sua famiglia (il genitore festeggiato e l'insicuro fratello palestrato e imbranato) è costretta a ripetere esattamente il
medesimo rituale senza vacanza: stessa copia dello stesso giornale, preparazione la tradizionale torta all'ananas,
festeggiamento serale con visione della vhs de Il sesto senso - il regalo di Lucy -, pittura con vernice bianca del
murales che la ragazza dipinge ogni giorno in garage.
La scoperta lascia Henry stordito. Dapprima escogiterà una serie di espedienti per incontrare e conoscere nuovamente
Lucy ogni mattina, poi si ostinerà a cercare una via d'uscita al soffocante circolo vizioso. Ma i problemi non finiranno
certo con l'uso di speciali vhs informative che procurano a Lucy un mezzo trauma ogni mattina: dopo averla messa davanti al
fatto compiuto, per Henry si presenterà costantemente l'onere di corteggiarla come fosse il primo giorno.
La storia e diverse caratterizzazioni fanno acqua da tutte le parti, e il regista Peter Segal non salva certo 50
volte il primo bacio dall'acquitrino della commedia che tocca in più punti il demenziale, cercando la risata facile, e
spesso poco raffinata, anche quando come sfondo c'è un'improbabile favola romantica; sono tremendi i ritratti degli
assistenti di Henry, piatti e volgarotti alcuni espliciti scambi di battute a contenuto erotico, francamente disgustoso il
rigurgito di un elefante marino che dovrebbe costituire un picco di sfrenata ilarità.
La solare Drew Barrymore è carina e simpatica e anche piena di buone intenzioni, ma non sembra ancora decisa a
prendersi definitivamente sul serio cercando personaggi in grado di valorizzare la sua vena eclettica. La farsa della
conquista giornaliera non regge il gioco e stenta a trasformarsi in love story che va oltre la scapestrata trovata di autori
in cerca di un singolare aggiornamento al topos della spietata freccia di Cupido. La storia prosegue così ora ignorando, per
chiare necessità narrative, uno dei presupposti base del film, ovvero il difetto mnemonico di Lucy (la sua storia con Henry
si evolve secondo le tradizionali tappe del normale rapporto di coppia, e dopo un po' la scioccante scoperta ogni mattina
diventa quasi routine per la ragazza), ora provando a prendere sul serio lo strampalato materiale con la pretesa di creare
un'ombra di ansia drammatica nel preludio al prevedibilissimo happy end.
Ma una maggiore coerenza avrebbe giovato a tutto 50
volte il primo bacio quanto un'equilibrata misura nel
maneggiare una storia che - essendo bizzarra e stravagante di natura - diventa troppo sciocca, spesso troppo umoristica, per
generare interesse e partecipazione. I toni sono qua e là sovraeccitati in modo infantile (il pianto disperato di Henry
in partenza prima dell'epilogo, così volutamente affettato da essere scioccamente pedestre, o la presentazione dei pazienti
di una clinica per lesioni cerebrali che colpiscono la memoria), e per quanto in alcuni passaggi il film possa risultare
godibile il risultato è tutt'altro che memorabile. Alessandro Bizzotto
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