L'amore è eterno finché dura
Carlo Verdone mette da parte l'aria troppo scanzonata della commedia italiana e rinuncia
all'accento romano per una storia meno connotata sia in senso geografico che in senso
generazionale. La città che fa da sfondo alla storia non ha infatti le fattezze della solita
Roma. E, anche se del personaggio di Verdone è esplicitamente dichiarata l'età (la boa dei
cinquant'anni), L'amore è eterno finchè dura parla a un pubblico molto più ampio, anche grazie
a personaggi piuttosto variegati non solo in termini anagrafici.
Verdone è Gilberto, un oculista marito e padre che una sera, per sfuggire all'uggia della
routine matrimoniale, sperimenta il brivido dello "speed-date", ovvero la ricerca di un partner
in soli tre minuti di conversazione in un locale notturno. Sua moglie Tiziana (Laura Morante) è
una psicologa che conduce una trasmissione televisiva dedicata alle coppie matrimoniali in crisi.
Ma quando, convocato dai carabinieri a causa della sparizione di una delle partecipanti allo
"speed-date", Gilberto si trova nell'impossibilità di nascondere a Tiziana il suo esperimento,
l'incrinatura nell'unione dei due si trasforma in una frattura vera e propria: lui si trasferisce
dell'amico e socio Andrea (Rodolfo Corsato) che vive da qualche mese con Carlotta (Stefania
Rocca), e su lei inizia a gravare il peso della solitudine.
La leggerezza dei toni non preclude al film la possibilità di riflettere - in modo mai
pesante - sulla natura dei rapporti sentimentali. L'ironia è una componente che, come sempre,
si presenta abbondante sfruttando anche qualche stereotipo (vedi la ginecologa che Andrea e
Carlotta presentano a Gilberto), ma riesce a convivere con accenti vicini al sentimentale senza
sonori contrasti. L'agrodolce di qualche momento fa tornare in mente Maledetto il giorno che
t'ho incontrato, anche se qui il finale è decisamente più aperto e, in qualche modo, meno
definitivo.
Verdone torna così ad esprimersi con maggiore fertilità alle prese con un mix di climi e gag
concepito in modo organico su una sceneggiatura (opera dello stesso regista con Francesca
Marciano e Pasquale Plastino) che pure qua e là indulge a un comico un po' gratuito. Un rigore
superiore all'usuale è percepito sia nei titoli di testa, che si susseguono con regolarità su
un semplice sfondo blu, sia nella recitazione dello stesso protagonista, la cui interpretazione
rifugge la macchietta di alcuni personaggi del passato, fra cui quelli di Viaggi di nozze.
E, da regista, Verdone dirige al meglio le sue due attrici perfettamente in parte: la solare
Stefania Rocca e la bravissima Laura Morante. Alessandro Bizzotto
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