In America
Raramente il sogno americano è stato sezionato così bene. Probabilmente perché In America non
vuole vederlo frantumato smascherandone le pretese illusioni, demolendolo.
In questo suo nuovo film, il regista Jim Sheridan (Il mio piede sinistro, Nel nome del
padre) inserisce elementi autobiografici calandoli in un contesto diverso da quello che ha
fatto da sfondo a quasi tutti i suoi progetti più famosi. Sheridan, irlandese trasferitosi
in America, racconta qui il sogno di una famiglia che ha lasciato la nativa
Irlanda per rifarsi una vita a New York. Johnny (Paddy Considine) e Sarah (Samantha Morton)
entrano in America fingendosi turisti e si stabiliscono nell'appartamento vuoto di un caotico
condominio della city; con loro, le figlie Christy (Sarah Bolger) e Ariel (Emma Bolger).
L'obiettivo di Johnny è sfondare a teatro come attore; Sarah è insegnante, ma non riuscendo a
trovare un posto a Manhattan inizia a lavorare come cameriera. Entrambi si trovano a dover
affrontare tutti i giorni il dolore per la perdita del loro unico figlio maschio; forse è
questo che li spinge a rifarsi una vita in un nuovo stato. Eppure, per la loro famiglia, le porte
del futuro si spalancano proprio fra le strade di New York.
Il nuovo continente si mostra in trasparenza scortando tutti gli snodi narrativi, fin dalla
prima inquadratura. E' il sole che si riflette sull'obiettivo della macchina da presa ad aprire
In America, investendo di luce l'immagine. Poi una messa a fuoco mostra stelle e strisce
della bandiera statunitense frapposta ai raggi come un filtro.
Può andare in pezzi il sogno americano, allora? No, assolutamente. Sheridan fa una scelta che
si presenta come la più valida delle alternative. L'America non ha visto morire il suo sogno.
L'America è un paese che ci permette di realizzare il nostro sogno: siamo noi a trovarne uno,
possiamo realizzarlo.
E il sogno, con rara poesia, sullo schermo si incarna ancora e sempre nel cinema: Johnny e
Sarah portano le bambine a vedere E.T. per sfuggire all'umida calura estiva e trovare
refrigerio grazie all'aria condizionata della sala; e i volti di Christy e Ariel fissano come
in ipnosi la luna che riempie lo schermo su cui si staglia la famosa bicicletta in volo. Proprio
davanti alla luna piena Johnny poi farà credere ad Ariel di vedere il loro vicino di casa Mateo
(Djimon Hounsou), scomparso prematuramente, mentre sale in cielo e li saluta. Un pupazzo che ha
le stesse fattezze dell'extraterrestre più famoso della storia del cinema attirerà l'attenzione
di Ariel al luna park; e il sogno della bambina di averlo sarà realizzato da papà Johnny
superando una prova di tiro a segno con palline da tennis.
La voce fuori campo di Christy, convinta che il fratellino ora in cielo possa esaudire
tre suoi desideri, accompagna In America da narratore interno. E frammenti dei filmini
che la bambina realizza con la sua videocamera manuale si integrano ai fotogrammi del film in
un processo che li unisce arrivando quasi a confonderli (a sottolinearlo è la battuta "Questo
pezzo lo mando avanti veloce", pronunciata dalla voce off mentre una sequenza scorre a velocità
doppia, come se l'interlocutore fosse lo spettatore stesso).
Una vicinanza allo sguardo delle bambine, questa, che allontana il film da un buonismo facile e
fastidioso, permettendogli di veicolare una visione delle difficoltà più serena, qua e
là anche giocosa. In America è infatti un'opera piena di ironia piacevole e di
dolcezza, che sa catturare in una sola battuta l'invisibile dei sentimenti. Fondamentale, in
questo, il perfetto congegno della sceneggiatura, opera dello stesso regista e delle sue figlie,
Naomi e Kirsten Sheridan, che usa luci e colori per rappresentare gli stati d'animo. Quando
Sarah e Johnny ricordano il bambino scomparso il loro appartamento si fa buio e scuro; all'arrivo
a New York, l'entusiasmo dei protagonisti è reso visibile dai riflessi che lanciano su di loro
le variegate insegne luminose di Manhattan.
Vinti dal naturalismo gli assai bravi protagonisti, Samantha Morton e soprattutto Paddy
Considine; ma la vera sorpresa sono le giovanissime sorelle Sarah ed Emma Bolger: regalano loro
al film tenerezza e commozione. Ne animano i momenti più gradevoli, aiutando il mostrarsi di
quel "sogno che non c'era", come vuole il sottotitolo di In America.
Alessandro Bizzotto
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