Al cuore si comanda
I trent'anni sono prossimi, le insicurezze emergono.
Non è l'ultimo film di Gabriele Muccino. E' l'opera prima di Giovanni Morricone; un film a
cui, a dispetto della premessa, non manca una certa dose d'ottimismo.
Il quadro di Al cuore si comanda non è freddo e distaccato. Si limita ad essere semplicemente
ironico. E l'ironia qui è tutta, o quasi, in chiave femminile.
La protagonista è Lorenza (Claudia Gerini), ventinovenne carina, simpatica, ma nonostante tutto
single; l'ex-fidanzato, legatissimo al suo malmostoso cane, l'ha messa fuori casa senza una
parola. E a Lorenza la compagnia delle numerose amiche sole e incattivite comincia a stare
stretta. La soluzione? Affittare un fidanzato, un ragazzo disoccupato (Pierfrancesco Favino) con
la passione per la musica che accetta di coprirla di attenzioni. Seguendo una rigida scaletta. Ma
davvero si può comandare al cuore? Le implicazioni sentimentali, bandite per contratto, si
faranno sentire quando Lorenza conosce Giulio (Pierre Cosso), un dentista che sembra proprio
l'uomo perfetto...
Il punto di vista è chiaramente quello femminile. Non solo quello di Lorenza, ma anche quello
della sua amica Paola (Sabrina Impacciatore). Quello della donna di oggi insomma, in apparenza
forte e indipendente, in realtà romanticamente legata al suo sogno d'amore. Ma lo sguardo di
Morricone è sarcastico, prende in giro le protagoniste che vogliono sembrare così sicure di sè,
si diverte a svelarne i dubbi e le fragilità.
Mentre l'uomo, dall'altra parte, non trova i suoi difetti nelle sue paure, ma più semplicemente
nel suo modo di essere. Riccardo, il fidanzato in affitto, è un bohemien spiantato, quasi ingenuo
nella sua generosità, che segue caparbiamente una passione musicale che difficilmente lo porterà
da qualche parte. Giulio invece, dietro l'immagine affascinante di scapolo d'oro con una solida
attività professionale e belle cravatte, nasconde un'ordinarietà troppo prevedibile.
Morale: l'uomo perfetto non esiste. Cercarlo è una perdita di tempo. Per questo, alla fine,
Lorenza dovrà fare la sua scelta prendendo il buono col cattivo.
Ritmo e divertimento mai noioso, anche se qua e là superficiale. Il tono comico non è niente di
nuovo, il regista racconta la storia facendosi guidare da lei, più che imporre il suo taglio.
Ma, anche se la comedy non brilla per originalità, l'aderenza al reale è sempre presente; e
nonostante i toni siano talvolta un po' gonfiati (è la commedia, bellezza), il tutto scorre via
senza sonore cadute nell'assurdo.
Leggere e poco incisive (forse apposta) le musiche del padre del regista, il celebre Ennio.
Buono l'affiatamento all'interno del cast, guidato da una scoppiettante Claudia Gerini, ben
seguita dai bravi Favino, Cosso e Impacciatore. Alessandro Bizzotto
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