My Little Eye

The Reality Show Must Go On

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Benvenuti nella "casa"...
Non è esattamente quella del Grande Fratello, delle nominations e delle esclusioni ad effetto bensì la casa degli orrori, sperduta e isolata dimora dove cinque ragazzi hanno deciso di passare 6 mesi della loro vita, chi per gioco, chi per crescere, chi per curiosità, sicuramente tutti per i soldi del premio finale. Il Grande Fratello cade nella "rete" e diventa un "piccolo occhio", quello delle ronzanti web cam che puntano i loro piccoli, indagatori obiettivi sulle vite di cinque "consapevoli" protagonisti...
Tutto inizialmente sembra seguire la routine di giornate noiose, normali passate a "cazzeggiare" e flirtare, ma giorno dopo giorno il "gioco" comincia a farsi duro e ogni protagonista si ritrova ad affrontare i propri e gli altrui incubi che sembrano riemergere inspiegabilmente dal passato attraverso strani eventi e inquietanti coincidenze, sconvolgendo l'ordine e gli equilibri della loro (fino a quel momento) pacifica e banale convivenza.
I cinque protagonisti si ritrovano così a combattere contro se stessi e contro quello sguardo costantemente puntato, che di loro sembra conoscere veramente tutto, nel tentativo di resistere ad ogni costo, per raggiungere l'ambita posta in palio, 1 milione di dollari e di problemi risolti, ad un'unica condizione, quella che nessuno lasci la casa prima della "fine".
Il Grande occhio si fa piccolo e terrificante trasformando il modello orwelliano in un vero incubo. Un incubo che non coinvolge solo i protagonisti del film ma lo sguardo dello stesso spettatore che, trascinato dalla visione realistica, diventa suo malgrado complice del crudo "reality show".
Grazie alle riprese interamente digitali (con qualche riferimento a The Blair Witch Project e ad effetti particolarmente efficaci (vedi le terrificanti riprese notturne con finti infrarossi e la fotografia "sporcata" per risultare più "vera" di Hubert Taczanowski) il bravo regista Marc Evans (alla seconda prova dietro la mdp dopo Ressurrection Man) riesce a celare abilmente anche la minima parvenza di artificio per consegnarci la cruda realtà, attraverso web cam che diventano tanti occhi, i nostri occhi, piazzati giorno e notte, da ogni angolazione e prospettiva sull'esistenza e sull'autodistruzione dei protagonisti/cavie, (tutti attori giovani poco noti se non per serie televisive come Buffy o Dawson Creek), impressionando raggelanti "lastre" di una vita scandita da rumori meccanici, imprigionata nello schermo quadripartito e torturata da spietati e crudeli zoom.
Freddo, immediato, violento, il film riesce a documentare con grande impressione la superficialità dell'esistenza umana, il suo valore nella società moderna, documentandone i rischi e gli orrori, troppo spesso mascherati da "successo", "protagonismo" e "visibilità".
Una visione distorta della realtà che My Little Eye inquadra e filma senza filtri, né ipocrite inibizioni restituendoci uno sguardo indiscreto e spietato, un piacere voyeuristico di cui siamo gli inconsapevoli e insensibili fruitori; morbosi testimoni di un esistere ridotto a puro, meschino oggetto del desiderio.

Sito ufficiale italiano: My Little Eye


Ottavia Da Re

My Little Eye

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Settimanale di informazione cinematografica - Direttore responsabile: Ottavia Da Re
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