Come farsi lasciare in 10 giorni
In apparenza sono sufficienti pochi minuti per inquadrare un film come l'ultimo di Donald Petrie e senza nemmeno sforzarsi troppo: classica commedia romantica americanissima in clima primaverile, meglio se abbinata agli strascichi delle vacanze pasquali. In effetti, questa potrebbe essere un'ottima sintesi, se non fosse che il film presenta numerosi elementi gustosi ed innovativi rispetto agli altri del suo genere. Certamente non ha un inizio particolarmente originale, così come il finale risulta ampiamente prevedibile dal quinto-sesto minuto in poi, ma tutto quel che c'è nel mezzo è favoloso e doppiamente lodevole. Innanzitutto perché ci sono svariati episodi che suscitano una sincera ilarità nel pubblico, e poi, perché proprio attraverso scene al limite della parodia, si attua una rassegna ultra glamour dei luoghi comuni della coppietta felice che fa riflettere almeno un pochino chiunque abbia mai avuto una relazione di coppia….
Quante ragazze si riconosceranno nella fidanzatina iper-invadente e pianta-radici che dopo neanche una settimana tenta già di riplasmare a suo piacimento la sua ultima conquista?? Si tratta, certo, di una situazione fortemente estremizzata e ridicolizzata, ma trovo che sia un modo spassosissimo ed originale di riproporre l'eterno tema della lotta fra i sessi. L'idea che si evince dal film è d'assoluta parità fra uomini e donne e lo si capisce dalle sofisticate strategie di conquista e dagli esilaranti stratagemmi per mantenere in piedi un rapporto nato su basi instabili ed assurde per definizione a cui sia Andie che Benjamin ricorrono senza mezzi termini.
Nonostante, però, divertentissime pseudo sedute di terapia di coppia, weekend a Long Island al culmine del romanticismo e deliziose scenette a base di basket, la sceneggiatura scade un po' troppo nel banale verso il finale e la regia impalpabile di Petrie non aiuta un granché, poiché la verve ironica, frizzante e a tratti addirittura pungente scema drasticamente.
Molto buone restano, per tutta la durata della pellicola, le interpretazioni, non solo dei due protagonisti, ma anche dei comprimari, in particolar modo gli amici di Ben, Adam Goldberg e Thomas Lennon e la caporedattrice di Andie, Bebe Neuwirth. La biondissima Kate Hudson è assolutamente perfetta come giovane giornalista rampante iperattiva, capace di diventare odiosetta ed appiccicosa come nient'altro al mondo, ma per quanto si sforzi e si prenda manifestatamene in giro, le preferenze del pubblico vanno tutte su di lui, un Matthew McConaughey in forma smagliante in sostanza irresistibile sotto tutti i punti di vista sia in jeans e maglietta di cotone che in un fantastico smoking di Brioni da 6000 dollari. Bello, facoltoso ed affascinante a livelli mai visti Matthew finisce ben presto, infatti, per diventare l'oggetto del desiderio da parte della componente femminile presente in sala, e una specie d'eroe in grado di sopportare con una pazienza biblica qualunque tortura "per amore" della sua Andie, per la parte maschile del pubblico. In pratica, un trionfo su tutta la linea!
Dal punto di vista tecnico, infine, spicca l'orecchiabilissima colonna sonora curata da David Newman< e la patinatissima fotografia di John Bailey, che rende ogni cosa brillante, fresca e trendy, proprio come appena uscita dalla copertina di "Composure Magazine". Peccato per qualche effetto flou di troppo, ovvero l'effetto sfumato anni '40 che nei momenti più romantici più che aumentare la magia dell'innamoramento, personalmente infastidisce con uno pseudo gusto retrò che mal s'addice ad una pellicola del genere.
Un film assolutamente divertente sull'amore e sull'anima gemella, che è possibile incontrare così, in un affollato bar della Grande Mela, proprio quando non la si cerca nemmeno… peccato, però, che sia così smaccatamente irrealistico e made in USA…
Marta Ravasio
|
Vai alla scheda del film
|