Il mio grosso grasso matrimonio greco
Il mio grosso grasso e...barboso matrimonio greco
Siete pronti per l'abbraccio caloroso dell'invadente rumorosa famiglia Portokalos?
E' arrivata la commedia campione di incassi in Usa,"Il mio grosso grasso matrimonio greco", film indipendente di Joel Zwick, nato per iniziativa di un'altra signora di origine greca, nonché moglie di Tom Hanks, l'attrice Rita Wilson che ha scoperto la protagonista Nia Vardalos, in un teatro di Broadway mentre recitava le sue disavventure famigliari. La storia è nota fin dai celebri mutandoni di Bridget Jones, ma il contesto anglosassone lascia il posto ben più kitch e fracassone ad un'America ellenizzata...
Già, perché stavolta la protagonista, Toula (Nia Vardalos) bruttina stagionata in soprappeso e sfigata appartiene ad una numerosa, tradizionale, conservatrice e caotica famiglia greca che pensa solo a generare "greci che produrranno altri greci"e quando il brutto anatroccolo di casa si trova il principe azzurro capellone con gli occhi azzurri che più americano non si può (John Corbett), sono dolori per tutti e il sogno americano rischia di affondare a suon di "Oppa!" e agnello arrosto sotto il portico della casa-Partenone.
Le premesse sono buone, la caratterizzazione dei personaggi pure e gli attori sono tutti da scoprire a partire dal padre della sposa (Michael Costantine), per passare alla mamma (Lainie Kazan) e alla zietta curiosona e pettegola (Andrea Martin), ma nonostante un coro di macchiette e una protagonista formidabile come Nia Vardalos, il cui naso alla greca è più espressivo di tante profili al lifting, gli attori restano in balia di se stessi e della propria naturale comicità per le carenze di una regia inesistente e di una sceneggiatura all'acqua di rose (della stessa Nia Vardalos) che martella poco e stuzzica ancora meno, rinunciando a pungere fino in fondo.
Sarà che questa famiglia assomiglia troppo al parentado made in Italy, sarà che ormai certe tradizioni (e certi matrimoni) non ci sorprendono più, ma si ridacchia, rimpiangendo la sana cattiveria latente, sprecata per il solito, barboso, volemose bene...
Ottavia Da Re
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