Harry Potter e la camera dei segreti

È qui la magia?

Dopo il successo della prima puntata, Chris Columbus porta sugli schermi il secondo capitolo della saga creata dalla scrittrice inglese J. K. Rowling sul giovane mago più famoso del momento, Harry Potter.
La produzione non ha esitato a ridare vita alle avventure a Hogwarts dopo gli incassi da capogiro di Harry Potter e la pietra filosofale (che ha ottenuto anche tre nomination agli Oscar e sette ai BAFTA, inclusa quella per il miglior film); e le riprese di Harry Potter e la camera dei segreti sono iniziate solo tre giorni dopo la prima del precedente.
Un pericolo si nasconde a Hogwarts, in questo secondo episodio; le atmosfere sono più dark e fioriscono i prestiti dal cinema horror (frasi scritte con il sangue, tenebrose voci che parlano di morte e via dicendo).
A restare inalterato è il tono misterioso e surreale del primo film, il vero tocco magico della saga di Harry Potter che Columbus trattava con la massima serietà. Ma ad appesantirlo questa volta non sono solo le sfumature più gotiche; c'è una sceneggiatura che incespica spesso e va avanti a sobbalzi, un mescolarsi di toni differenti senza un chiaro principio che metta ordine nell'intreccio carico di eventi, un entusiasmo mal controllato, responsabile di qualche sbandata narrativa. Così alcuni dialoghi risultano un po' forzati, così quella serietà che faceva de La pietra filosofale qualcosa di più che un film per bambini finisce per diventare didascalica e rischiare il pedante, soprattutto nella prima parte che di nuovo, anche se più sommariamente, ripercorre i preparativi di Harry per il nuovo anno scolastico a Hogwarts, dopo i non allegri mesi di vacanza trascorsi con gli antipatici zii.
La dinamica della storia è infatti pressoché identica a quella del primo film: analoghe le situazioni (l'introduzione delle nuove lezioni, la partita a Quidditch, l'uscita nella foresta), analogo il loro succedersi, analogo lo scioglimento della vicenda (scoperta del pericolo, lotta, risoluzione). "Avevamo imparato così tanto girando La pietra filosofale che eravamo ansiosi di utilizzare le nostre conoscenze nel secondo film" ha affermato il produttore David Hayman.
E davvero rimane quel sapore suggestivo e corposamente ammaliante.
Ma qui la carne al fuoco è davvero troppa. Columbus e lo sceneggiatore Steve Kloves (candidato all'Oscar per Wonder Boys e già autore della sceneggiatura de I favolosi Baker, oltre che del primo Harry Potter) hanno costruito il mistero di quella Camera dei Segreti che semina il panico a Hogwarts come un vero giallo, ma sfilacciato e poco organico, fatto semplicemente di scene cupe e fatti strani, non armonizzati né ben legati fra loro, dispersi nella quantità del materiale che la Rowling ha inserito nel romanzo e che fatica a tradursi in film. L'occhio è comunque appagato (altro elemento di continuità con la puntata precedente) dallo straordinario lavoro del crew. Le musiche di John Williams, che riprendono diversi temi de La pietra filosofale, sono sempre efficaci, insinuanti, ammalianti e potenti allo stesso tempo. Emanano un fascino mitico le notevoli scenografie di Stuart Craig ("C'è stata sovrapposizione tra la preparazione del secondo film e la produzione del primo", ha detto, "ma questo ci ha permesso di migliorare la qualità delle strutture architettoniche, in particolare l'ufficio di Silente e l'aula di Allock"), e notevole è anche il lavoro della costumista Lindy Hemming, che ha sostituito Judianna Makovski. Particolarmente meritevole d'attenzione il contributo del direttore della fotografia Roger Pratt, che ha dato al film una patina splendidamente cupa, ma al contempo tracimante colore.
Gigantesco il cast che, oltre ai tre giovani protagonisti Daniel Radcliffe, Rupert Grint e Emma Watson, vede emergere Maggie Smith (la professoressa McGonagall), Alan Rickman (il professor Piton) e il nuovo acquisto Kenneth Branagh, nei panni del vanesio professor Allock.
E simpaticissimo è anche il piccolo elfo Dobby, che tenta di mettere Potter in guardia dai pericoli celati a Hogwarts; ma è solo frutto degli (ottimi) effetti visivi.

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Alessandro Bizzotto

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