Romance and Cigarettes
Cercando uno spunto originale per cimentarsi nelle vesti di regista, John Turturro ha pensato di rivisitare il musical, un filone che storicamente si è connotato come trasversale e adattabile a tonalità diverse (dal comico al sentimentale). Romance and Cigarettes
– idee chiare e titolo metaforico solo in apparenza – si piazza in un punto insolito dell’incrocio fra generi.
La storia è quella di Nick (James Gandolfini), padre di famiglia grasso e sfatto che in piena crisi di mezza età cerca la fuga dalla routine fra le braccia della giovane e rossa Tula (Kate Winslet), focosa quanto insaziabile. Il disagio familiare scoppierà puntuale, e la discesa in campo della moglie arrabbiata Kitty (Susan Sarandon) porterà al punto di rottura i delicati equilibri; la catarsi si compirà quando Nick dovrà fare i conti con le conseguenze della sua relazione (romance) e del restare costantemente attaccato alle sigarette (cigarettes).
Comico nell’umore, amaro nella riflessione, Romance and Cigarettes è un prodotto esilarante nella sua mancanza di inibizione. Anziché, come dicevamo, romantica (vedi Moulin Rouge) o raffinata e comica (recentemente The Producers), l’ispirazione musicale si fa qui sboccata. Ma anziché esitare nella compiaciuta ambiguità del doppio senso, Turturro mira dritto stando al gioco e sfidando impavido la volgarità.
Le cadute di stile, in una sceneggiatura che è stata sempre in fieri e che non si pone freni, arrivano eccome. Ma è la determinazione che salva il film, la sua struttura solida che non si sfalda e non smette di essere organica nemmeno con la brusca virata di tono che arriva in dirittura finale.
I ritratti, tutte figure che in qualche modo rappresentano aspetti di una condizione umana difficile (non solo marito e moglie, ma anche le figlie o il collega di lavoro), si stagliano sul grigiore dello sfondo made in USA con incisiva veridicità. Davanti alle prove della vita, alla sofferta dignità si sostituisce in Romance and Cigarettes una rabbia che non ha paura di mostrarsi; è meno eroica, ma spesso più spontanea e comprensibile. Del resto, quali sono le figure eroiche nel film di Turtutto? Non certo Nick, bugiardo e sgradevole nei modi e nell’aspetto. Più che un’eroina, Tula è una che sa il fatto suo e che cerca di prendere quello che vuole con vorace testardaggine. Eroica, forse, è Kitty, se non altro per la coraggiosa dedizione con cui chiude il film. Ma, come lei, tutte le figure sono più protese ad un realismo impietoso che all’idealizzazione. Quelle che reggono, catturando l’interesse che supera la risata del momento, sono sostenute da prove interpretative di prim’ordine. E nel panorama diversificato di un cast che include superstar, attori di nicchia e semi-sconosciuti, brillano su tutti le due protagoniste; forza e tanta bravura per due attrici di razza come Susan Sarandon e Kate Winslet, che senza sfoggi di prevaricazione o toni troppo tecnicamente studiati finiscono per far ombra sul resto di un cast comunque ricco di potenzialità. La Sarandon è intensa e versatile, la Winslet impavida ed esplosiva: due fra le rosse più celebri del cinema di oggi che splendono negli assoli e sanno duettare senza coprirsi a vicenda.
Lo spiedino di oscenità e musica celebre non è certo fatto per palati troppo raffinati; ma considerandone l’impatto complessivo anziché il rispetto del bon ton, la riflessione sul buono e il brutto di famiglia – chiassosa e provocatoria – sa divertire con stralunato coraggio.
Alessandro Bizzotto
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