RENATA RAMPAZZI-Composizione, 1978, olio su tela, cm 100x120.jpg
RENATA RAMPAZZI Cruor –sangue sparso di donne- alla Fondazioni Cini di Venezia: 6 aprile-17 giugno
VENEZIA - FONDAZIONE GIORGIO CINI
DAL 6 APRILE AL 17 GIUGNO 2018
LA MOSTRA DI RENATA RAMPAZZI:CRUOR - sangue sparso di donne
L’esposizione presenta un’installazione inedita dell’artista
ispirata al tema della violenza sulle donne.
La violenza sulle donne sta diventando una quotidiana ritualità. Trattato ormai come freddo dato di cronaca, questo tema necessita di rinnovati sforzi di riflessione per stimolare una matura e consapevole presa di coscienza.
In questo, anche l’arte può assolvere un importante ruolo di sensibilizzazione per provocare, con il linguaggio e l’immediatezza che le sono propri, un responsabile rifiuto e una ribellione.
Da queste premesse nasce la mostra di Renata Rampazzi dal titolo “CRUOR - sangue sparso di donne”, ospitata dal 6 aprile al 17 giugno 2018 dalla Fondazione Giorgio Cini di Venezia.
L’esposizione, accompagnata da uno scritto inedito di Dacia Maraini e da un testo critico di Claudio Strinati, presenta una grande installazione dell’artista, vera testimone del tempo nel quale vive.
Già dalla fine degli anni ’70, infatti, la tematica della violenza, del sangue, del dolore facevano parte dell’universo creativo di Renata Rampazzi, fino a diventare una delle cifre più caratteristiche del suo percorso espressivo.
“Molte delle mie opere - ricorda Renata Rampazzi - portavano tracce del mio turbamento di fronte a quelle manifestazioni di sopraffazione maschile. Era un grido personale, un disagio che ruotava attorno al sesso, alla metafora della ferita, che rimandava ad azioni e comportamenti ancora generalmente tenuti nascosti, taciuti. Oggi per la loro diffusione, violenza e ostentazione, sono un fenomeno sociale che reclama una generale denuncia, rivolta e rifiuto di complicità. Tutte le espressioni individuali e collettive della cultura, del potere e della vita sociale sono chiamate a una presa di posizione e a intervenire”.
Oggi di fronte alla recrudescenza della violenza nei confronti delle donne, l’artista torna ad affrontare questo argomento, attraverso nuovi lavori, realizzati con materiali e forme nuove per comunicare in maniera più diretta e coinvolgente.
Alla Fondazione Giorgio Cini, l’esposizione CRUOR, appositamente pensata per la Sala Borges dell’Isola di San Giorgio Maggiore, unisce il passato al presente. Un presente in cui le tele vengono sostituite da garze che si rifanno ai bendaggi per curare le ferite, i segni delle deturpazioni e in cui i pigmenti e gli spessori di colore che ruotano attorno alle gradazioni del rosso, rimandano alle lacerazioni, offese e sofferenze delle vittime.
Il percorso espositivo parte dalle opere storiche, realizzate da Renata Rampazzi negli anni ‘70/’80 per arrivare all’installazione realizzata per l’occasione dalla scenografa Leila Fteita, che non vuole essere un semplice momento di contemplazione ma di presa di coscienza. Un labirinto di teli e garze che dal soffitto arriveranno fino al pavimento rosso cupo avvolgendo fisicamente ed emotivamente il visitatore in modo da provocarne un coinvolgimento non solo estetico ma soprattutto emotivo e civile.
Accompagna la mostra un catalogo delle Edizioni Sabinae (bilingue italiano, inglese) con testi a cura di Dacia Maraini e Claudio Strinati.
Durante il periodo della mostra, la Fondazione Giorgio Cini ospiterà una tavola rotonda sul tema della violenza sulle donne, coordinata dalla storica Francesca Medioli, cui parteciperanno, tra le altre, personalità quali Chiara Valentini, Dacia Maraini, Luciana Castellina, Chiara Saraceno, Guglielmo Gulotta, Linda Laura Sabbadini .
Note biografiche
Renata Rampazzi nasce a Torino da una famiglia di origine italo-francese. Diplomatasi al Liceo artistico completa gli studi presso la Facoltà di Architettura.
A cavallo tra gli anni settanta e ottanta, Renata Rampazzi partecipa alla vita culturale della città, frequentandone i protagonisti come Umberto Mastroianni, Antonio Carena, Adriano Parisot, Piero Ruggeri oltre a Marcello Levi, Paolo Fossati, Luigi Carluccio. I quadri di questi anni risentono ancora di una lontana ispirazione figurativa.
Per approfondire ulteriormente la sua ricerca alla metà degli anni ’60 lavora all'Accademia di Salisburgo, con Emilio Vedova, avvicinandosi all'espressionismo astratto, poi con l’artista franco-cinese Zao-Wou-Ki.
Del 1973 è la prima importante personale alla Galleria dello Scudo di Verona.
Nel 1977 alla Galleria Vismara Arte Contemporanea di Milano per la prima volta Renata Rampazzi espone delle opere profondamente sofferte e percorse da larghe ferite, dalla marcata gestualità espressionista.
Alla fine degli anni ’70 si trasferisce col regista Giorgio Treves a Roma, Le sue opere diventano soprattutto di grande formato e la pennellata si fa più distesa e ricca di trasparenze e cromatismi. Sono di questi anni i suoi primi lavori su carta con le tecniche della gouache e dei pastelli grassi. Entra in contatto con l'ambiente del cinema. Per Gruppo di famiglia in un interno, Luchino Visconti le chiede alcune tele dai toni blu e viola, che il grande regista chiama mannianamente "le mie montagne incantate". Margarethe von Trotta diventa una tra i suoi più fedeli collezionisti e diversi suoi quadri sono inseriti nelle scenografie di L'Africana e Il lungo silenzio. In questi anni collabora con vari architetti e arredatori tra cui Marika Carniti Bollea per la quale dipinge un tulle di 80 metri.
Nel 1984 le viene dedicata una personale al Palazzo dei Diamanti di Ferrara. Nel 1989 espone al Petit Palais d’Art Moderne di Ginevra .
Dopo un periodo segnato da problemi di salute, la sua pittura si sviluppa soprattutto attorno a composizioni plurime e a quadri di piccolo formato.
Nel 2006 le viene dedicata una grande antologica all'Archivio di Stato di Torino. Nel 2010 si deve ricordare la personale curata da Vittorio Sgarbi all’ex Convento di S. Nicolò in occasione del Festival dei Due Mondi di Spoleto. Nel 2011 espone con la Galleria Marino ad Artparis 2011 al Grand Palais di Parigi ed è invitata alla 54. Biennale Internazionale d’Arte di Venezia, a Palazzo Venezia, Roma. Del 2013 è la personale all’Espace Culturel di Le Lavandou a cura di Olivier Kaeppelin, Direttore della Fondation Maeght.
CRUOR - sangue sparso di donne
Venezia, Fondazione Giorgio Cini (Isola di San Giorgio Maggiore)
6 aprile - 17 giugno 2018
Orari: dalle 10 alle 18; chiuso il mercoledì
Ingresso libero
Catalogo: Edizioni Sabinae
Informazioni
mostrarenatarampazzi@gmail.com
Per arrivare alla Fondazione Giorgio Cini:
Con il vaporetto della linea Actv 2 con fermata San Giorgio in partenza da:
San Zaccaria (durata del viaggio di circa 3 minuti)
Ferrovia (durata del viaggio di circa 45 minuti)
Piazzale Roma (durata del viaggio di circa 40 minuti)
Tronchetto (durata del viaggio di circa 35 minuti)
photo copyright: RENATA RAMPAZZI-Composizione, 1978, olio su tela, cm 100x120
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