La recensione: THREE BILLBOARDS OUTSIDE EBBING, MISSOURI (Tre manifesti a Ebbing, Missouri)
Da #Venezia74, non mi ha più lasciata...
L'ossessione per quei "Tre Manifesti", per un capolavoro orchestrato da Martin McDonagh e interpretato dall'attrice a mio parere più folle e incredibile del momento, Frances McDormand, spalleggiata dal talento di Sam Rockwell e Woody Harrelson attori magnifici per una storia toccante dalla sceneggiatura spiazzante che sa essere ironica e durissima al tempo stesso, e riesce a darci un affresco della realtà statunitense del sud, andando oltre la cronaca e i suoi confini, per trascinarci nei meandri più sconosciuti di tutte le nostre coscienze ipocrite, pure, malate, (forse) redente.
E lo fa riflettendosi su quel viso di pietra che recita col respiro, su quegli occhi che non sanno più piangere e quella bocca ghignante che è la "voce" silenziosa del film. Quella della sua protagonista assoluta. Impassibile. Capace di portare in scena un minimalismo bestiale, costruito "in levare" come la musica di Carter Burwell. Animale. Istintiva, dolce e letale. Grazie mia regina Frances McDormand, al tuo film, al tuo cast, alla tua forza, al tuo essere Donna in tuta e senza un filo di trucco. Al tuo essere, non umano. Alla tua intelligenza interpretativa, inscalfibile e inarrivabile come il tuo talento. Grazie per questa assurda ossessione, per un film straordinario che raramente avremo il privilegio di vedere nelle nostre sale.
E grazie alla Mostra del Cinema di Venezia per averlo selezionato e premiato, permettendo al pubblico italiano di vederlo in sala. Grazie meraviglioso "Three Billboards Outside Ebbing, Missouri" , anche per una piccolissima citazione.....quella di "A Venezia... un dicembre rosso shocking" ("Don't Look Now") di Nicolas Roeg dove si può ascoltare un cenno di "Christine is Dead" del "nostro" grande compositore Pino Donaggio.