La recensione: THE POST di Steven Spielberg

"Tutti gli uomini" (e le donne) di Spielberg...

"Mio marito Phil diceva che una notizia è la prima bozza della Storia"
- Meryl Streep , "ThePost"


Un film per la libertà di stampa, per la verità di parola, per il coraggio di una donna, per un giornalismo che non esiste più ma che grazie a un film come questo possiamo ancora ricordare mentre tutto scorre (come la pellicola) fra rotative di carta impresse indelebilmente dall'inchiostro di piccole parole di piombo che pesano come un macigno, incastrate in un mosaico di inchiostro sulla prima pagina dell'onestà intellettuale e della libertà inviolabile di poterla esprimere. Quella di un giornale vero, che deve informare in quanto "strumento al servizio dei governati, non dei governanti". (Cit.)
E che (spoiler) finisce riallacciandosi, come un unico rullo di pellicola, o una rotativa di giornale, a una delle sequenze più spettacolari e mitiche (quella sull'inizio dello scandalo Watergate di un altro film che ha fatto la storia del cinema d'inchiesta "Tutti gli uomini del Presidente" di Alan J. Pakula (1976).

A parer nostro, ci troviamo di fronte a uno dei film migliori di Steven Spielberg, senza dubbio. Misurato, preciso, acuto, sottile, mai sopra le righe, con due protagonisti impeccabili, dove quella formidabile trasformista di Meryl Streep passa da un'interpretazione evanescente e quasi irritante da tradizionale lamentosa Signora Kay Graham (con cofana stile "Thatcher") rimasta attaccata alle feste diplomatiche e al bon ton degli anni '50 che si trova per caso a capo del Washington Post di cui vuole tutelare le formalità e le apparenze nascondendo gli scandali come la polvere sotto al tappeto, a una donna decisa coraggiosa e moderna in grado di prendere la decisione giusta, senza rimpianti, improvvisamente consapevole della sua forza e di quanto la realtà sia cambiata. Senza dimenticare Tom Hanks, nel ruolo di Ben BradLee, domato da Spielberg che lo contiene in una recitazione sobria e credibile, irriverente quanto basta, spalla ideale dell'opposta indole della protagonista ma anche grande stimolo al cambiamento della Storia.
Chapeau.

Ottavia Da Re

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