999 è “il codice” di massima priorità per la polizia. Il codice con il quale si segnala, una volta dato l’allarme, un agente a terra. Da quel momento si apre una vera e propria caccia all’uomo: tutti gli agenti in servizio sono tenuti a rispondere alla chiamata per soccorrere il collega ferito e braccare il suo assalitore, lasciando però di fatto sguarnita tutta la città ad esclusione di quell’unica porzione, teatro del reato in corso.
Lo sceneggiatore Matt Cook apprende tutto ciò da un suo carissimo amico - un agente della narcotici che opera sotto copertura a Phoenix - nel corso di una lunga chiacchierata, intavolata al fine di scambiarsi aneddoti per riempire il tempo di un viaggio attraverso il deserto e decide che è lo spunto perfetto per il soggetto di un action thriller. Le idee per il cinema, si sa, lo possiamo ben immaginare, nascono anche così, in modo del tutto fortuito: prendono spunto e poi vita, non solo da ciò che si conosce, da chi si incontra e da quanto ci si racconta, ma comprendendo l’alto potenziale rappresentato da un’eventualità. L’idea di innescare una reazione a catena, partendo da una situazione limite come potrebbe mai esserlo la chiamata per un codice 999, lascia intravedere sin da subito a Cook tutte le implicazioni che un mondo, come quello della polizia - pervaso dal senso dell’onore, sostenuto da un solido cameratismo e sancito dalle regole - ha da offrire. Se poi alcuni dei poliziotti coinvolti sono irrimediabilmente compromessi e la corruzione a cui sono soggetti è dettata, senza sconto alcuno, dalla “mafia kosher”, di più nuova concezione e di diversa estrazione rispetto ai cartelli della droga messicani, piuttosto che dalla mafia italiana o dai rapinatori irlandesi; allora si realizza definitivamente che la posta in gioco può essere rilanciata esponenzialmente. John Hillcoat, interessante regista australiano di talento, si cimenta, dopo la trasposizione dell’apocalittico “The Road” di Cormac McCarthy e le atmosfere western di “Lawless”; con un action movie molto duro, dalle tinte cupe, dove si prediligono sequenze d’azione dal ritmo serrato, di grande impatto emotivo e forte realismo visivo, senza per questo rinunciare a personaggi accuratamente delineati, protagonisti di sequenze adrenaliniche dai risvolti imprevisti.
Hillcoat sposta l’azione dai più classici scenari di New York e Los Angeles, oramai inflazionati per questo genere di film, alla cinematograficamente meno conosciuta Atlanta, dove veniamo a contatto con il sottobosco delle gang giovanili che gravitano ai limiti della periferia urbana e operano come un mondo a sé stante, con il quale è pressoché impossibile venire a patti. Un ricco e variegato cast prende parte al progetto, dove ritroviamo con piacere il vulcanico Woody Harrelson nei panni del detective disincantato e sopra le righe Jeffrey Allen; una sempre più istrionica Kate Winslet è Irina Vlaslov, la gelida mente criminale dell’intero piano e spietata burattinaia; mentre un talentoso Casey Affleck interpreta, in maniera più che convincente, l’integerrimo agente Chris Allen.
Nonostante l’indubbia perizia registica dimostrata da Hillcoat nel girare le sequenze d’azione, orchestrate dall’accurato montaggio di Dylan Tichenor ( una su tutte l’incursione armata della polizia nei sobborghi di Atlanta, che determina un vero e proprio ribaltamento narrativo atto a sparigliare le carte in tavola ); la tensione risulta maggiormente palpabile ed il coinvolgimento raggiunge per tanto i massimi livelli nelle scene in cui il confronto, nonché lo scontro o la sfida tra i protagonisti avviene e si consuma attraverso il solo dialogo, portato in scena alla stregua di un duello in un film western. Ogni personaggio è tenuto in scacco da un affetto irrinunciabile, il che li porta ad essere di volta in volta alla mercé l’uno dell’altro: non c’è nulla che non siano disposti a fare per preservare e proteggere quanto a loro è più caro e questo li rende oltre che vulnerabili, ricattabili.
Nonostante vi siano, presi singolarmente, diversi aspetti di merito, “Codice 999” non ha nel suo complesso quella qualità che sarebbe stato più che lecito aspettarsi sulla carta e che avrebbe potuto renderlo un film indimenticabile. Non apporta nulla di nuovo, non omaggia un genere, ne lo reinventa, ma lo ricalca stancamente e anche le premesse iniziali - se escludiamo l’unica brusca quanto interessante virata compiuta nel corso del film – vengono presto disattese o comunque non pienamente esaudite. Si parte subito scaraventati nel pieno dell’azione dalla quale però ci si allontana ben presto progressivamente e irrimediabilmente per un film che purtroppo è un po’ uno degli appuntamenti mancati della stagione.
Scheda film:
Titolo originale: “Triple 9”
Anno: 2016
Data uscita: 21/04/2016
Durata: 125’
Nazione: USA
Produzione: Worldview Entertainment, Anonymous Content, Surefire Entertainment Capital
Distribuzione: M2 Pictures
Regia: John Hillcoat
Sceneggiatura: Matt Cook
Fotografia: Nicolas Karakatsanis
Montaggio: Dylan Tichenor
Cast: Kate Winslet, Chiwetel Ejiofor, Casey Affleck, Woody Harrelson, Aaron Paul, Gal Gadot, Teresa Palmer, Norman Reedus, Clifton Collins Jr., Anthony Mackie