La recensione: A PERFECT DAY
Bosnia-Erzegovina 1995, siamo al termine di un conflitto civile che ha insanguinato i Balcani e diviso popolazioni. I trattati di pace sono stati siglati, per tanto, quantomeno sulla carta, alla guerra è stata messa la parola fine; ma chi si adopera indefessamente sul campo, lontano dalla ribalta del teatro politico e degli incontri diplomatici, sa che c’è ancora moltissimo da fare prima che si possa anche solo immaginare di tornare ad una parvenza di normalità. Di certo ne sono perfettamente a conoscenza il portoricano Mambru ( Benicio Del Toro – “Sicario” e “Vizio di forma” ) e l’americano B (Tim Robbins – “Mystic River” – “La vita segreta delle parole” ), entrambi a servizio da anni nelle organizzazioni umanitarie e veri e propri veterani delle missioni: il primo dal carattere placido e pragmatico sul lavoro quanto il secondo decisamente sui generis, una sorta di cowboy fatalista incapace di concepire la propria esistenza al di fuori di quel contesto.
Dovranno tenere a battesimo Sophie ( Melanie Thierry – “The Zero Theorem” e “Babylon A.D.” ) , una ragazza francese dal candido idealismo, attenta alle regole, sempre pronta a far domande d’ogni sorta, totalmente ignara e per tanto impreparata al divario incolmabile tra la realtà brutale e pericolosa delle cose e le situazioni da manuale alle quali è stata addestrata prima di partire. A far loro da guida e da interprete ci sarà Damir ( Fedja Stukan – “Benvenuto Mr. President” e “Nella terra del sangue e del miele” ) che non si limiterà alla sola mediazione linguistica, ma come spesso accade in questi casi, sarà l’ambasciatore ideale per colmare tutti quei gap culturali che in situazioni a rischio farebbero precipitare irrimediabilmente gli eventi. A complicare il tutto e a chiudere lo sparuto, variopinto quintetto, arriverà la russa Katja ( Olga Kurylenko – “Oblivion” e “To the Wonder” ) che dovrà valutare l’operato dei colleghi e sovraintendere alla chiusura dei lavori. La sua venuta creerà non poco scompiglio tra B e Mambru: se l’americano non è ancora pronto a lasciare il suo avamposto nel mondo, ridefinendo così le priorità della sua vita; il portoricano, che al contrario a quanto pare le priorità le ha appena chiarite, si ritroverà coinvolto nelle schermaglie amorose con la propria ex.
Presentato al sessantottesimo Festival di Cannes ne la Quinzaine des Réalisateurs, “A Perfect Day”, del regista e sceneggiatore spagnolo Fernando León de Aranoa ( “Familia” e “Barrio” ), prende ispirazione del libro "Dejarse Llover” di Paula Farias, medico dell’organizzazione internazionale indipendente Médicins sans frontières.
L’evento motore dell’azione, che darà il via all’inanellarsi di una serie di avvenimenti a coronamento della giornata perfetta vissuta dai protagonisti, è costituito dalla rimozione di un cadavere da un pozzo d’acqua potabile, l’unico di un villaggio nel raggio di molti chilometri, reso particolarmente difficoltoso dalla mole ben più che robusta della vittima. Trovare una corda che sia sufficientemente lunga e resistente per facilitare le operazioni di recupero, si rivelerà impresa non da poco!
Punto di forza del film, oltre all’ottimo cast che tratteggia con grande abilità ed accuratezza personaggi ben definiti, ma mai stereotipati o banali; è la sceneggiatura firmata dallo stesso de Aranoa, che pur non brillando per l’originalità del soggetto, riserva nel tono dell’intero script la piacevolissima sorpresa di questa visione. Il tema affrontato dall’autore spagnolo è delicato quanto insidioso, ma de Aranoa si dimostra quasi un funambolo della penna rimanendo in equilibrio con sobrietà e grazia tra la serietà richiesta dallo scenario prescelto e l’ironia che decide di mettere in campo nell’affrontarlo, sempre accompagnato dalla misura e dalla concretezza della messa in scena.
Oltre alle macerie lasciate dai bombardamenti, alle barbarie dovute ai rastrellamenti delle milizie nemiche, all’insidioso pericolo rappresentato delle mine antiuomo o dai posti di blocco abusivi, messi in piedi da chi della guerra ne ha fatto un business; in “A Perfect Day” si racconta anche l’infanzia distrutta di chi rinuncia a un pallone con cui poter giocare per inseguire la speranza di un futuro migliore, la mentalità ottusa di chi pensa di poter risolvere ogni contingenza piegandola alla rigidità delle regole dettate dalla burocrazia e che la perdita dell’innocenza di fronte agli orrori che ci può riservare la vita non significa necessariamente dover ricusare la propria umanità.
Il film di Fernando León de Aranoa è costruito e si sviluppa in maniera circolare: dal pozzo da cui emergiamo all’inizio e ci ritroveremo alla fine, alla sensazione che abbiamo di girar sempre in tondo nella ricerca della corda; dalle persone o cose che perdiamo per poi ritrovare, sino alla circolarità stessa dell’esistenza rappresentata dalla sua dualità di bene e male, morte e vita. Vita alla quale ci si aggrappa con atavica forza nonostante tutto e a dispetto di tutto, che talvolta provvede con i suoi tempi e avanzando le sue ragioni alle nostre miopi pretese; vita alla quale, in alcune circostanze, ci ritroviamo a dover sorridere con la sola forza ed il coraggio dell’ironia, poiché è l’unica arma che ci resta per sopravvivere ed è intrinsecamente legata ad essa.
Ilaria Serina
Scheda film:
Titolo originale: “A Perfect Day”
Anno: 2015
Data uscita: 10/12/2015
Durata: 105’
Nazione: Spagna
Produzione: Mediapro, Reposado Producciones, Televisión Española (TVE)
Distribuzione: Teodora Film
Regia: Fernando León de Aranoa
Sceneggiatura: Fernando León de Aranoa
Fotografia: Alex Catalan
Montaggio: Nacho Ruiz Capillas
Musiche: Amau Bataller
Cast: Benicio Del Toro, Tim Robbins, Olga Kurylenko, Melanie Thierry, Fedja Stukan, Sergi López, Ben Temple, Morten Suurballe
09/12/2015
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