La recensione: VIA DALLA PAZZA FOLLA
“E' difficile per una donna spiegare i propri sentimenti usando una lingua che è stata creata principalmente dagli uomini per esprimere i loro” - Bathsebah Everdene
Bathsebah Everdene ( Carey Mulligan - “An Education” e “Drive” ) è una bella, giovane donna dal carattere indipendente; è una persona che si definirebbe di indole selvatica; istruita quel tanto che basta da farle credere, specialmente a quel tempo, d’esser inadatta come moglie per un uomo incapace di domarla. Non ama sentir pronunciare il suo nome, che trova alquanto insolito, ma del quale non ha mai potuto conoscerne l’origine, poiché i genitori a cui chiederla sono morti prematuramente.
Non vive certamente nell’agiatezza, ma per quanto le occorre, ha ciò che desidera e riesce in maniera soddisfacente a badare a sé stessa.
Gabriel Oak ( Matthias Schoenaerts – “A Bigger Splash” e “The Danish Girl” appena presentati alla 72esima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica, prossimamente in uscita nelle sale ) è un capace fittavolo il cui terreno confina con quello della signorina Everdene, rispetto alla quale gode di più cospicue sostanze e con la quale avrebbe piacere di condividerle per il resto della sua esistenza se non fosse che, l’oggetto dei suoi desideri, non sposa la medesima visione di un futuro insieme.
Il destino ribalterà ben presto le sorti dei due protagonisti, mescolando non poco le carte in tavola e ridefinendo drasticamente le prospettive di entrambi per il futuro, lasciando però che il germoglio di quel sentimento metta radici, cresca, muti i loro cuori, sebbene divenga spesso oggetto di scontri o malintesi, il più delle volte celati dal non detto e schiacciato dall’orgoglio, pur non venendo mai meno alla stima ed al rispetto reciproco.
Bathsebah erediterà da uno zio una discreta fortuna e della terra che si troverà ad amministrare con piglio e determinazione, nonostante non manchino le riserve manifestate a tal proposito da più parti e a più riprese, sia tra i braccianti, che in paese, tra i commercianti e gli altri proprietari terrieri, tutti, immancabilmente uomini.
Tra i primi a darle credito però ci sarà William Bolwood ( Michael Sheen – “Frost/Nixon” e “Masters of Sex” la serie ), uomo fatto, ricco possidente, nonché ambito scapolo nell’intera comunità femminile del luogo, a cui Bathsebah invierà, più per gioco che per sfida, un biglietto a San Valentino, infiammando inaspettatamente e completamente il cuore del signor Bolwood, tanto che egli si proporrà a più riprese, nel corso del tempo, come garante di una vita agiata e tranquilla per Bathsebah, non rinunciando mai del tutto a coltivare il desiderio di averla in sposa nonostante il diniego, prima, ed i continui tentennamenti, poi, della donna.
A vincere le asprezze di carattere dell’ancora signorina Everdene e a conquistarne subitaneamente il cuore riuscendo ad averla in moglie, è un giovane e arrogante sergente che corrisponde al nome di Francis Troy ( Tom Sturridge - “I love radio rock” e “on the road” ). Reduce da una cocente delusione in amore mai veramente dimenticata, egli abbandonerà ben presto il suo ruolo nell’esercito di Sua Maestà, allo scopo di garantirsi le ingenti fortune della neo sposa, più che garantire a lei la felicità promessa.
Bathsebah non sarà mai sola ne alla mercé di chicchessia, anche nei momenti in cui la risolutezza che la contraddistingue verrà meno; poiché le amorevoli premure del discreto, ma onnipresente Gabriel Oak – pastore prima e fattore poi, alle dipendenze della bella, ma sempre caparbia signorina Everdene – non verranno mai a mancare.
Thomas Vinterberg riporta sul grande schermo, dopo la versione cinematografica del 1915 ad opera di Laurence Trimble e quella più recente firmata da John Schlesinger nel 1967, le tormentate ed alterne vicende dei personaggi nati dalla penna di Thomas Hardy nel melò “Far From the Madding Crowd “ del1874.
La cornice rurale tra il verde smeraldo, cupo e rigoglioso dei boschi, dove nasce repentinamente l’effimera passione tra la signorina Everdene ed il sergente Troy da un lato e il caldo dorato o la bruna terra delle coltivazioni nei campi, dove invece si forgia il carattere e si va consolidando il rapporto più profondo tra Bathsebah e Gabriel, dall’altro, è perfettamente fotografato da Charlotte Bruus Christensen; mettendo in evidenza quanto il paesaggio giochi un ruolo di imprescindibile importanza nel determinare la storia dei suoi protagonisti e reclamando a buon diritto un posto di primo piano tra i personaggi.
Il regista danese Thomas Vinterberg, uno dei fondatori di Dogma 95 e vincitore nel ’98 del Premio della Giuria al festival di Cannes con “Festen”, di cui apprezziamo, insieme a “Il sospetto” ( film vincitore di un Golden Globes come miglior film straniero per la Danimarca e candidato al Premio Oscar nella medesima categoria ) il maggior rigore di una regia asciutta, tesa alla ricerca e all’analisi delle tensioni alla base dei rapporti umani; qui opta per un soggetto ed una messa in scena decisamente più classici, adatti ad un cinema mainstream.
Mano a mano che il film procede e la storia acquista di complessità, Vinterberg mette nella giusta evidenza i passaggi cruciali a cui i personaggi sono via via sottoposti: dove il fattore tempo, le coincidenze, gli appuntamenti mancati o le inevitabili rinunce che una scelta comporta, rimandano al più classico, ma inossidabile impianto letterario e teatrale che un qualsivoglia dramma d’amore abbia mai conosciuto nel tempo. Allo stesso modo però si ha la sensazione che ai protagonisti rimanga ben poco spazio talvolta per portare in scena le implicazioni e le reali conseguenze che questi passaggi comportano e come su di essi si riflettano, mutandoli per sempre.
Una nota di merito però la si spende qui volentieri per le interpretazioni misurate, ma efficaci di Michael Sheen e Matthias Schoenaerts, che pur avendo a disposizione personaggi certamente poco loquaci, si basano sul minimalismo e la mutevolezza d’espressione, tanto quanto sull’indubbia presenza scenica, per dar corpo a due uomini che non smettono mai di confrontarsi con l’amore che entrambi nutrono per la stessa donna.
Detto questo, si esce comunque dalla sala con il desiderio di prendere in mano il romanzo di Thomas Hardy, per ritrovare quel respiro e quel palpitante coinvolgimento cha al film manca e nel quale avevamo riposto invece, ad ogni modo, le nostre speranze.
Ilaria Serina
Scheda film:
Titolo originale: “Far from the Madding Crowd”
Anno: 2015
Data uscita: 17/09/2015
Durata: 119 min
Nazione: Gran Bretagna, USAv
Produzione: DNA Films, Fox Searchlight Pictures
Distribuzione: 20th Century Fox
Regia: Thomas Vinterberg
Sceneggiatura: David Nicholls
Fotografia: Charlotte Bruus Christensen
Montaggio: Claire Simpson
Musica: Craig Armstrongv
CAST : Carey Mulligan, Matthias Schoenaerts, Michael Sheen, Juno Temple, Tom Sturridge, Hilton McRae, Bradley Hall, John Neville
17/09/201%
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