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Claudia Cardinale: «Non voglio far parte di un museo, il presente resta il tempo che prediligo»
«Io vivo nel presente, non mi piace ne vivere nel passato ne vivere nel futuro». Lo ribadisce con convinzione Claudia Cardinale quando le chiedo cosa significhi per lei aver scritto nella sua autobiografia: «Non voglio far parte di un museo, il presente resta il tempo che prediligo». Nonostante racconti con piacere i suoi inizi e i tanti incontri fatti – soprattutto quando si tratta di amici – Claudia Cardinale ama vivere la contemporaneità. Per questo, anche noi vogliamo mettere per un attimo rispettosamente da parte i suoi cinquant’anni di carriera per dedicarci ai lavori più recenti e ai film che si accinge a girare. «Nel 2009 ho girato “Diventare italiano con la signora Enrica” di Ali Ilhan. In Turchia, paese d’origine del regista, ha riscosso grande successo, in Italia invece, purtroppo non è uscito. Abbiamo girato alcune esterne a Rimini mentre gran parte degli interni a Istanbul, compresa una bellissima scena in un mercato locale». Il lavoro d’attrice continua a portarla in giro per il mondo, dopo Istanbul, racconta la “ragazza con la valigia”, «ho girato a New York “Joy de V.” diretto da Nadia Szold , una giovane allieva di Werner Herzog». Continua a lavorare anche con Pasquale Squitieri, padre della figlia Claudine e grande amore della sua vita, «con Pasquale ho girato “Father”».
Nel 2012 avete presentato alla Mostra Internazione d’Arte Cinematografica di Venezia “O Gebo e a Sombra” di Manoel de Oliveira. Com’è stato lavorare con un regista ultracentenario?
Manoel è un regista straordinario, ha un’energia incredibile. Pensa che prima di andare sul set faceva un’ora di nuoto. Questo film l’abbiamo girato in soli venticinque giorni, una cosa pazzesca. È stato davvero meraviglioso lavorare con lui.
Invece al San Sebastián International Film Festival ha calcato il red carpet per presentare “El artista y la modelo” di Fernando Trueba con Jean Rochefort. A marzo dello scorso anno il film è uscito nei cinema francesi, come si approccia il pubblico ad un film contemporaneo girato in bianco e nero?
Io personalmente trovo il bianco e nero faccia sognare, rende i film magici. Per questo credo il pubblico li apprezzi. Trovo sia un film incredibile. Per me è stato molto bello rivedere Jean Rochefort, non ci vedevamo dai tempi di “Cartouche” che avevamo girato con Jean Paul Belmondo. Ci siamo ritrovati in questo film marito e moglie, dopo quarant’anni!
Da molti anni vive a Parigi, ha avuto occasione negli ultimi anni di ritornare a lavorare in Italia?
Nell’estate 2012 ho girato “La montagna silenziosa” nel Tirolo e a Venezia ho fatto una partecipazione in “Effie” di Richard Laxton nei panni di una Viscontessa. Nel cast ci sono anche Emma Thompson e Riccardo Scamarcio che fa mio figlio. Abbiamo girato con dei costumi dell’800, dei busti pazzeschi, si moriva di caldo. Non potevo ne mangiare ne muovermi troppo. Con i corsetti e con i vestiti eravamo tutti bloccati.
Con quale criterio sceglie i film da interpretare?
Quando devo scegliere se accettare una parte leggo la sceneggiatura dopodiché decido se mi piace e desidero incontrare il regista. Per me l’elemento principale rimane la scrittura.
Andrea De Stefani
15/04/2014
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