AMICHE DA MORIRE di Giorgia Farina al cinema

Al cinema una nuova commedia tutta al femminile. Protagoniste Claudia Gerini, Cristiana Capotondi e Sabrina Impacciatore, dirette dalla ventisettenne Giorgia Farina.
La regista, al suo primo lungometraggio, racconta: «In Italia siamo abituati a vedere commedie in cui le donne gravitano intorno ad un uomo. Qui invece le donne sono protagoniste. Mi piaceva l’idea di avere tre belle donne e di poter scrivere qualcosa appositamente per loro. Devo dire che Fabio Bonifacci, con il quale ho scritto la sceneggiatura, è stato bravissimo a calarsi nei panni delle donne». Gli fa eco Bonifacci: «Io mi sono veramente eccitato all’idea di fare un film tutto al femminile. Io vivo tra le donne, casa mia è piena di donne e io ci sto meravigliosamente bene. In questo film tutti gli uomini sembrano forti e si rivelano deboli mentre le donne sembrano deboli ma sono forti».
Per quanto riguarda i personaggi femminili, Cristiana Capotondi racconta di essersi ispirata «allo stereotipo della bionda svenevole e svampita». Anche se nel corso del film il personaggio di Olivia si rivela forte e determinato «a punire la persona che le ha sottratto il suo sogno d’amore».
Claudia Gerini, volto di Gilda - una donna che ama sedurre e tenere in pugno l’uomo - racconta di aver posto molta attenzione a non «scadere nel volgare, in questo sono un’equilibrista». Il suo personaggio non è caratterizzato da un accento particolare, «Gilda è una abituata a viaggiare, che potrebbe partire da un momento all’altro».
Crocetta, interpretata da Sabrina Impacciatore, è il personaggio che vive una maggiore evoluzione, da brutto anatroccolo a cigno: «Nella prima parte del film sono molto sacrificata, quasi mi vergognavo di arrivare sul set conciata in quel modo».
Le donne la fanno da padrone e al genere maschile è riservato un unico ruolo di spessore, interpretato da Vinicio Marchioni. Un’esperienza nuova per l’attore reso celebre nel ruolo de “Il Freddo”: «è la prima volta che ho un ruolo cosi importante in una commedia. È stato meraviglioso e divertentissimo. Quello che faccio io all’interno del film è una grande autoironia della parte maschile. Di fronte a queste tre donne l’uomo è destinato a soccombere. Mi sono divertito a fare loro da contraltare».
Il film non ha una precisa connotazione geografica, alla regista: «piaceva l’idea dell’isola che non c’è». L’intento era quello di isolare le tre donne dalla realtà e dalla modernità. In questo contesto si snodano le vite molto diverse fra loro delle tre che saranno destinate ad incrociarsi e fare fronte comune per salvarsi la pelle. A Marchioni spetta invece la parte del commissario di polizia guasta feste, il quale intuisce che le tre nascondono un segreto.
Nonostante si tratti di un’opera prima, il film dispone di un cast tecnico e artistico di grandi professionisti. Per stessa ammissione della produttrice Raffaella Leone, c’è stata la volontà di non fare un film povero nei mezzi. «Non è facile chiedere ad attrici di questo calibro di fare un’opera prima. Loro si sono messe in gioco e per questo le ringrazio. Penso mio padre (Sergio Leone, ndr) si sarebbe molto divertito vedendo questo film, l’idea di provocare è sempre stata una sua caratteristica». Paolo Del Brocco, di Rai Cinema, si dice particolarmente contento di questo film perché «ha un sapore diverso e arriva in un momento in cui tutti cercano cose nuove e diverse».

Andrea De Stefani


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07/03/2013

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