Enrico Lucherini
Inaugurata a Roma la mostra: Enrico Lucherini. Purchè se ne parli. Parliamone!
Che emozione! Da settimane aspetto l’inaugurazione della mostra che celebra i cinquant’anni di attività del mio idolo: Enrico Lucherini. Finalmente ci siamo, dietro quella tenda mi si aprirà il mondo di una delle personalità più influenti del cinema italiano. Da quando ho iniziato, adolescente, ad aggirarmi per i festival del cinema di Venezia, Cannes, Roma, l’ho ammirato. Lui si cela dietro il successo di molti film, in alcuni casi mediocri, ma astutamente valorizzati dal suo lavoro. Per chi non lo sapesse, mi auguro pochi, Lucherini è colui che ha inventato il lavoro del press agent. O meglio, come lui stesso racconta, questo tipo di lavoro in America esisteva già ma in Italia non si praticava.
Dunque eccoci, le mie aspettative vengono presto soddisfatte, dietro la tenda di velluto blu (ma era veramente blu? Ero troppo emozionato!), mi si apre un mondo di immagini e suoni. Decine e decine di locandine dei film a cui ha lavorato Lucherini sono ordinatamente disposte alle pareti. Tuttavia, un dubbio mi assale. Noto che le locandine, indiscutibilmente d’epoca, sono tagliate sulla parte superiore e incollate a dei passepartout. Da appassionato della materia inizio a chiedermi come si possa aver operato uno scempio del genere. Non è possibile ritagliare e incollare materiale di questo genere. Sono assalito dall’angoscia. Non resisto, fermo il curatore della mostra, Nunzio Bertolami e velatamente chiedo a chi appartengono queste locandine e come mai sono state ritagliate. La risposta è più che soddisfacente e mi tranquillizza: «Sono le locandine originali di Lucherini che lui ritagliava per il carattere che lo contraddistingue, perché questo è Enrico Lucherini. Per farle impaginare su un album con determinate dimensioni ritagliava la parte superiore». Ora ho il cuore in pace, questo giustifica tutto, se Lucherini ha deciso che andava fatto cosi, non si discute. Dopo aver trovato la soluzione a questo dubbio amletico posso riprendere la visita insieme alla stampa accorsa, guidati in questo viaggio indietro nel tempo dal protagonista, Lucherini. Ci guida lungo il percorso e per ogni locandina, foto, oggetto, ha un divertente aneddoto da raccontare. L’oggetto indubbiamente più personale e curioso è un’agenda, posta al centro della mostra, in cui l’allora sedicenne Lucherini annotava le proprie osservazioni sul cinema. Ipotizzava la programmazione dei film, inventava frasi di lancio e annotava gli incassi delle pellicole.
Fra i molti giornalisti e addetti ai lavori si aggira anche l’attrice Cristiana Capotondi, ne approfitto per chiederle se fra le molte attrici ritratte su queste locandine ce n’è una in particolare a cui si ispira: «Io credo ci siano state tante attrici italiane straordinarie con le quali Enrico ha lavorato. A me piace molto la Mangano, pensando agli anni dei grandi film italiani e del cinema che oggi qui si celebra. Poi in realtà, penso che ognuno debba ispirarsi a se stesso per fare il proprio lavoro. Soprattutto per dire qualcosa di diverso che non sia già stato detto. Quindi queste attrici mi piacciono, c’è qualcosa di ognuna che mi piace, la Mangano forse è quella che mi piace di più, però poi ognuno attinge alla propria personalità».
Il momento clou della mattinata è la conferenza stampa in cui, dopo i ringraziamenti di rito, Lucherini racconta se stesso. «Scrivete quattro volte venti, non ottanta, mi fa apparire meno vecchio!», scherza Lucherini. Con l’occasione ribadisce ancora una volta che lascerà il mondo del cinema e ne spiega i motivi: «Non avrò nostalgia di questo cinema, è cambiato tutto, anche il lavoro del press agent. Una volta ci si incontrava, si parlava, oggi si fa tutto via mail, con il computer». La commozione invece è molta quando ricorda gli amici di un tempo e visibilmente commosso esclama: «No, la Fornero no! La Fornero non la faccio!». Lucherini è cosi, ironico e arguto. Non si tira indietro nemmeno quando gli viene chiesto di esprimersi sul cinema italiano contemporaneo: «Il cinema italiano oggi fa cose troppo piccolo, troppo italiane. La gente non ha voglia di vedere queste cose. Per dire, Accattone era più allegro de Gli equilibristi! Io credo che oggi gli attori siano bravissimi ma mancano i registi che gli scrivano parti su misura e li dirigano a dovere». Starei per ore ad ascoltarlo, è divertente, mai banale, e poi se ne intende di cinema con la C maiuscola! Purtroppo però il tempo è scaduto, ci sarebbe ancora molto altro da dire su Lucherini e le sue lucherinate, magari, come dice lui stesso, con un’altra mostra in futuro.
SCHEDA INFO
Mostra
ENRICO LUCHERINI. PURCHÉ SE NE PARLI
Dietro le quinte di 50 anni di cinema italiano
Luogo
Museo dell’Ara Pacis
Lungotevere in Augusta, Roma
Apertura al pubblico
13 ottobre 2012 - 6 gennaio 2013
Orari
da martedì a domenica ore 9.00 – 19.00; l’ingresso è consentito fino alle 18.00; chiuso il lunedì
Info Mostra
060608 (tutti i giorni ore 9.00 – 21.00)
www.arapacis.it, www.museiincomune.it
Biglietti
€ 10 intero, € 8 ridotto; gratuito per le categorie previste dalla tariffazione vigente
Enti promotori
Assessorato alle Politiche Culturali e Centro Storico – Sovraintendenza ai Beni Culturali di Roma Capitale
Organizzazione e servizi museali
Zètema Progetto Cultura
Sponsor Sistema
Musei Civici
Acea; Banche tesoriere di Roma Capitale: BNL Gruppo BNP Paribas, UniCredit, Banca Monte dei Paschi di Siena; Acqua Claudia; Finmeccanica; Il Gioco del Lotto; Vodafone
Con il contributo tecnico di
Atac; La Repubblica
Servizi di vigilanza
Travis
Andrea De Stefani
14/10/2012
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