Sylvester Stallone, in "Bullet to the head" (fuori concorso)
Festival Internazionale del Film di Roma 2012: una colorita conferenza stampa
Una conferenza stampa sul filo del rasoio quella che si è tenuta ieri mattina per la presentazione della settima edizione del Festival internazionale del Film di Roma.
Protagonista dell’incontro, più che il programma del festival, sembra esserlo stato il direttore di quest’ultimo: Marco Müller. Sembrava che gli addetti ai lavori lo aspettassero al varco per giudicare il suo operato come neo direttore della rassegna romana.
Dal canto suo, Müller ha difeso a spada tratta il lavoro suo e della sua squadra: «siamo un team agguerritissimo e abbiamo lavorato molto per portare a casa questo risultato in soli quattro mesi e mezzo».
A chi lo accusa di non aver ottenuto grandi prime mondiali risponde: «Gli studios americani le strategie le decidono da un anno all’altro. Le uscite di novembre erano già decise a giugno. E queste strategie di uscita gli studios non le cambiano all’ultimo momento, considerato che, per loro, portare una grossa produzione ad un festival, rappresenta un costo che va dai 300 ai 400 mila euro. I film che avremmo potuto desiderare in molti casi sono quelli che avevano già una strategia decisa».
In effetti, molti di noi, aprendo la cartellina stampa si aspettavano di tirarne fuori, come da un cilindro magico, nomi altisonanti del bel mondo cinematografico. Per la verità questo non è accaduto. Le star glamour sembrano scarseggiare, ad eccezione di Sylvester Stallone, protagonista di "Bullet to the head"; Alec Baldwin e Jude Law doppiatori di "Rise of the guardians".
Non ci si aspetta quindi un red carpet super affollato di fan in attesa di vedere e fotografare i propri idoli. Anche su questo punto il neodirettore si dimostra piuttosto suscettibile: «Le star ci sono, chi l’ha detto che sono glamour solo quelle hollywoodiane?». Si leva un debole applauso da parte dei più “impegnati”, ma in realtà siamo tutti ben consapevoli che la mancanza dei grandi nomi si farà sentire.
A detta di Müller, questa settima edizione rappresenta anche un riavvicinamento con la Cineteca nazionale la quale « ha ristampato tante cose che erano diventate invisibili da anni» e che verranno proiettate nell’ambito di CinemaXXI, rassegna collaterale che si terrà durante il festival, presso il museo MAXXI.
Personalmente ho molto apprezzato che Müller abbia sottolineato l’attività svolta dal cinema Trevi di Roma, sotto la direzione della Cineteca nazionale, il quale durante tutto l’anno regala dei capolavori del cinema, ricordandoci quello che il cinema italiano «è stato e quello che potrebbe tornare ad essere».
E sempre per i più nostalgici (eccomi!) sarà proiettato il nuovo documentario di Antonello Sarno, dedicato alla dolce vita, questa volta vista dal punto di vista di Fiumicino, luogo dove giungevano tutte le star in arrivo nella capitale.
In chiusura della conferenza stampa si leva una voce dal pubblico, che appare come un ruggito. A prendere la parola è il grande produttore Pietro Valsecchi, il quale ci pone di fronte ad una triste verità: «il cinema italiano da settembre non sta incassando nulla. Vorrei si dibattesse con i produttori su questo tema, sul perché i film dei festival vanno male in sala. I festival devono servire per aiutare il cinema ad avere un riscontro di pubblico. Vorrei che Marco aiutasse noi produttori e distributori, dobbiamo trovare uno spazio per dibattere su questo tema». La giusta osservazione di Valsecchi non necessita di ulteriori commenti e anche il direttore Müller ne prende tacitamente atto.
Andrea De Stefani
Info: http://www.romacinemafest.it
11/10/2012
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