Dal 25 aprile arriva al cinema IL CASTELLO NEL CIELO di Hayao Miyazaki

Dopo “Il Castello Errante Di Howl” e “Ponyo”, dal 25 aprile arriva al cinema IL CASTELLO NEL CIELO, film di animazione scritto e diretto dal premio Oscar Hayao Miyazaki e prodotto da Studio Ghibli. Il film sarà distribuito da Lucky Red.

Animazioni di Tsukasa Tannai
Musica di Joe Hisaishi
Montaggio di Takeshi Seyama
Fotografia di Hirokata Takahashi
Art Direction di Nizo Yamamoto, Toshiro Nozaki
Direttore del suono: Shigeharu Shiba
Prodotto da Isao Takahata e Tokuma Shoten/Studio Ghibli

Le voci italiane del film sono di Alex Polidori (Pazu), Eva Padoan (Sheeta), Sonia Scotti (Dola), Tony Sansone (Muska), Dante Biagioni (Nonno Pom), Ambrogio Colombo (Generale Mouro), Carlo Reali (Hara Motro), Carlo valli (Shalulu), Luca Dal Fabbro (Lui), Gianluca Crisafi (Anli), Fabrizio Temperini (Duffy), Giò Giò Rapattoni (Moglie), Valeria Vidali (Madge).

L’adattamento dei dialoghi italiani e la direzione del doppiaggio è stata curata da Gualtiero Cannarsi



SINOSSI
La giovane Sheeta è tenuta prigioniera dal cinico colonnello Muska a bordo di un’aeronave diretta verso la fortezza Tedis. Durante il volo, in una notte rischiarata dalla luna, l’aeronave viene attaccata da una banda di pirati guidata dall’intrepida Dola, che vuole impossessarsi del ciondolo che la ragazzina porta al collo. Questo ha un valore inestimabile: permette di vincere la forza di gravità e localizzare la leggendaria isola fluttuante di Laputa, dove - si racconta - sono custoditi immensi tesori e un potere inimmaginabile.
Sheeta riesce però a fuggire, finendo tra le braccia di un giovane minatore di nome Pazu che, da quel momento, decide di proteggerla unendosi a lei nella ricerca dell’isola e dei suoi misteri.

IL CASTELLO NEL CIELO: UNO STREPITOSO FILM D’AVVENTURA
Cosa accade se i nomi di Jonathan Swift ("I viaggi di Gulliver") e Jules Verne si intrecciano in un lungometraggio di animazione che ricorda l’atmosfera de "L’Isola del tesoro" di Robert Louis Stevenson? Succede che questa singolare miscela letteraria si piega alle leggi movimentate e senza respiro del film d’avventura di Hayao Miyazaki: personaggi inarrestabili, corse a perdifiato, scorribande tra cielo e terra, scene d’azione a ripetizione con esplosioni, inseguimenti e inaspettati colpi di scena.
Tutti elementi già presenti nei precedenti lavori del regista, da Conan il ragazzo del futuro a Il Fiuto di Sherlock Holmes, sino all’apoteosi di Nausicaä, tuttavia in Il castello nel cielo il divertimento si amplifica e ci lasciamo avvolgere da oceani di nuvole: un vero e proprio mondo tutto da esplorare, creato sullo schermo dalla perizia di disegnatori e illustratori come Kazuo Oga (responsabile dei magnifici fondali di Il mio vicino Totoro) e Katsu Hisamura (Devilman). Nascosta fra le nuvole c’è la leggendaria isola fluttuante di Laputa, un ricettacolo di potere che nelle mani sbagliate può diventare distruttivo, dove sono custoditi inestimabili tesori. Laputa è ciò che resta di un’antica civiltà e per individuarla occorre il ciondolo di Sheeta. Bastano questi ingredienti per rendere Il castello nel cielo il film più completo di Miyazaki, con i suoi legami con l’universo letterario per l’infanzia e un gusto per l’umorismo personale, sfolgorante sullo schermo grazie a personaggi da antologia come i figli-pirati di Dola. Il merito della riuscita spetta anche ad animatori “storici” per gli anime-fan come il compianto Yoshinori Kanada (celebre per Daitarn III) a cui il regista ha affidato la direzione delle animazioni assieme a Tsukasa Tannai, già suo collaboratore in Lupin III – Il castello di Cagliostro e in Nausicaä. Kanada è diventato famoso agli occhi degli appassionati per la disinvolta e folle dinamicità dei movimenti dei personaggi, coinvolti in scene d’azione di elevata qualità tecnica e superba precisione che lo hanno reso un maestro e un precursore del genere. Le mirabolanti scene d’azione de Il castello nel cielo devono tutto al suo talento e alla voglia di sperimentare.

DIETRO LE QUINTE
Il successo di "Nausicaä" nelle sale cinematografiche giapponesi scatena l’entusiasmo del produttore Yasuyoshi Tokuma. A Miyazaki viene subito chiesto di girare un secondo episodio della “principessa della valle del vento”, e i progetti relativi a una prima versione di "Princess Mononoke" (di cui aveva pubblicato un volume illustrato) e "Il mio vicino Totoro" vengono ritenuti economicamente improponibili e quindi ricacciati nel cassetto. Per venire incontro alle esigenze di Tokuma, uno dei principali sostenitori del regista a inizio carriera ma logicamente attento anche agli esiti commerciali dei suoi investimenti, Miyazaki propone un film d’avventura classico. La storia de "Il castello nel cielo" ha origine da un’idea che il regista aveva partorito quando era ancora ventenne, studente universitario che sognava di diventare un disegnatore di fumetti.
In quegli anni la fantasia del giovane Miya-san sfornava soggetti in continuazione, storie a cui, tuttavia, non riusciva a dare un corpo definitivo. Quell’idea torna a farsi strada quindici anni più tardi, durante la fase più complicata della sua attività di animatore. Ispirandosi liberamente al romanzo "L’Isola del tesoro" di Stevenson e prelevando a piene mani dalle sue opere televisive del passato (in particolare Conan, con la riproposizione di una coppia di ragazzini protagonisti), Miyazaki decide di realizzare un lungometraggio destinato al grande pubblico. Il genere di film che si faceva una volta proprio alla Toei Animation, di cui era stato dipendente dal 1963 al 1971. Il castello nel cielo muove i primi passi alla fine del 1984 con alcuni image board preparatori: pochi schizzi a colori che inquadrano momenti clou del film. Nei primi mesi del 1985, Miyazaki sospende la realizzazione del fumetto Nausicaä sulle pagine del mensile “Animage” (edito proprio da Tokuma) e comincia a lavorare a pieno ritmo alla pellicola. Il produttore Tokuma gli concede un anno e mezzo di tempo per completare gli oltre 70mila disegni necessari, uscendo quindi nell’estate del 1986 anziché in primavera come inizialmente stabilito. Da principio i titoli di lavorazione cambiano a seconda dell’umore artistico di Miyazaki, e con essi anche parte della storia. Tant’è che nelle versioni iniziali Pazu occupa sempre un ruolo centrale, da assoluto protagonista. Da una versione all’altra, mutano invece i ruoli occupati dai “cattivoni”, per poi confluire in un solo personaggio: Muska.
Miyazaki, rispetto a Nausicaä, può gestire un budget più generoso, ma fedele al suo carattere introverso ed egocentrico si ritrova congestionato in un lavoro infernale: passa parte della giornata a disegnare gli storyboard della pellicola, per poi correggere il lavoro svolto dai suoi animatori e quindi tornare a occuparsi in corsa degli storyboard. Una pratica che ripeterà anche durante la lavorazione di "Mononoke" (ma lì i disegni erano più di 100mila!). Del resto è noto che il regista non lavora mai basandosi su una sceneggiatura, ma procede poco alla volta, talvolta lasciando tutti all’oscuro sul finale dei suoi film.
Ciò che non cambia durante la lavorazione è l’idea che ha de Il castello nel cielo. Nelle note di produzione si legge una sua dichiarazione illuminante:

“Voglio raccontare una storia sulla dedizione e il dono di sé, per toccare il cuore dei bambini trafiggendo lo strato di ironia e di rinuncia che lo avvolge. Il castello nel cielo sarà un’opera utopica e si riannoderà alle origini stesse del cinema di animazione, che tutto è tranne un divertimento minore. Sostanzialmente perché i grandi film per bambini piacciono a tutti.
L’obiettivo di questo film è di confortare il pubblico e dargli qualche momento di buonumore e allegria. Sorrisi e lacrime sono emozioni fuori moda, ma tutti in segreto le coltiviamo al cinema. Conto di arrivarci grazie a questo ragazzino che non si risparmia per portare avanti l’ideale al quale crede”.


Uscito in oltre cento sale il 2 agosto 1986, "Laputa – Il castello nel cielo" conquista il botteghino ma non supera l’incasso trionfale di "Nausicaä", attestandosi sui 580 milioni di yen (e oltre 700 mila spettatori) lasciando un po’ l’amaro in bocca al distributore nazionale Toei. Ma per Miyazaki è più che sufficiente per intraprendere l’avventura dello Studio Ghibli e resuscitare l’amatissimo progetto di "Totoro". Ancor meglio che al cinema, "Il castello nel cielo" saprà fare in home-video (allora c’erano VHS e Laser Disc), ottenendo inoltre prestigiosi riconoscimenti e l’attenzione delle principali riviste di cinema di animazione.

DOVE L’HO GIA’ VISTO?
Uno dei modelli di partenza de Il castello nel cielo resta senza dubbio la coppia Conan e Lana della serie Tv Conan il ragazzo del futuro (1978), replicata sia graficamente sia spiritualmente in questo film. Sheeta ha parecchie analogie con Lana: possiede origini e poteri straordinari, ma intende vivere in modo semplice e a contatto con la natura. Di Conan, Pazu ha l’intraprendenza e la “testardaggione” eroica, grazie alla quale sfida tutto e tutti, comprese le leggi di gravità impegnandosi in azioni quasi sovrumane.
La figura del robot soldato in Il castello nel cielo (di cui esiste anche la versione “giardiniere” negli incantevoli giardini dell’Isola fluttuante) è un omaggio che Miyazaki fa a se stesso e ad un episodio della seconda serie di Lupin III, il numero 155, intitolato “Anche i ladri amano la pace”, da lui diretto con pseudonimo nel 1980. In tale episodio compare lo stesso prototipo di robot e le tematiche antimilitariste espresse sono le medesime. A sua volta esso era un omaggio al robot presente nel film "Le Roi et l’Oiseau" (1979) di Paul Grimault, autore che Miyazaki ha sempre amato e rispettato. Come se non bastasse, il personaggio dell’ingegnere “baffone” de Il castello nel cielo richiama alla mente il fabbricatore di mini bombe atomiche di un altro episodio della stessa serie di Lupin III, il numero 145 intitolato “Albatross: le ali della morte”, anche questo diretto da Miyazaki.

Il profilo ufficiale di Studio Ghibli Italia su Facebook:
www.facebook.com/studioghibli.italia


Il Trailer:
http://youtu.be/J357OoT10sM




11/04/2012

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