24 ORE Cultura presenta: IL VILLAGGIO DI CARTONE
In occasione dell’anteprima del film, domenica 2 ottobre al teatro strehler di milano, 24 ORE Cultura – Gruppo 24 ORE è lieto di presentare il volume IL VILLAGGIO DI CARTONE: i dialoghi e i bozzetti di Ermanno Olmi – con le fotografie di Kash Gabriele Torsello – che raccontano il film del Maestro proiettato fuori concorso alla Mostra del Cinema di Venezia.
Il volume è inoltre arricchito da un saggio di Claudio Magris e uno scritto di Laura Boldrini, portavoce dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unire per i Rifugiati.
IL VILLAGGIO DI CARTONE
Diabasis
un film di Ermanno Olmi
Fotografie di Kash Gabriele Torsello
Con testi di Claudio Magris e Laura Boldrini
29 x 24 cm
128 pagine
80 fotografie e bozzetti
29 € in libreria
“… l’unica vera grande rivoluzione avvenuta nel nostro mondo occidentale è quella di Cristo, il quale dette all’uomo la consapevolezza del Bene e del Male, e quindi il senso del peccato e del rimorso. In confronto a questa tutte le altre rivoluzioni – compresa quella francese e quella russa – fanno ridere”.
Indro Montanelli (“Domenica del Corriere”, 15 ottobre 1968)
Il volume Il villaggio di cartone, edito da 24 ORE Cultura – Gruppo 24 ORE, racconta con i poetici dialoghi scritti da Olmi, con i suoi bozzetti e con le fotografie di Kash Gabriele Torsello l’ultimo film di un grande Maestro della cinematografia italiana, Ermanno Olmi.
Arricchiscono le pagine un saggio di Claudio Magris e uno scritto di Laura Boldrini, portavoce Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati.
«Nel Villaggio di cartone» scrive Claudio Magris «la chiesa abbandonata diviene una vera casa, accogliente come quella d’infanzia, aperta a chi più di ogni altro non ha casa né focolare, come gli immigrati clandestini incalzati da una miseria materiale e spirituale senza nome, che proprio per questo assomigliano più di tutti al Figlio dell’Uomo, il quale, sta scritto, non ha dove poggiare il capo». Una tematica scottante e legata alle recenti cronache italiane e europee come quella dell’immigrazione clandestina – e i suoi protagonisti uomini, donne e bambini - si trasforma in una parabola dell’amore, dell’accoglienza e della poesia più semplice grazie alla grande maestria e umanità di Ermanno Olmi.
Kash Gabriele Torsello, nato in Italia nel 1970, è un fotogiornalista indipendente specializzato in daily life, human rights, conflitti e diversità culturali. Dal 2007 Kash lavora a una serie di progetti mediatici diretti a promuovere e sollecitare dialoghi e scambi socio-culturali tra Europa e Afghanistan, attraverso l’uso del fotogiornalismo e il coinvolgimento delle popolazioni locali e delle relative istituzioni, organizzazioni, associazioni e aziende.
Ermanno Olmi nasce a Bergamo il 24 luglio 1931. Gli ultimi mesi di guerra (1944- 1945) scarseggiano i viveri: Ermanno fa il garzone panettiere. Alla fine della guerra, viene assunto come impiegato alla Edison e realizza circa quaranta documentari (conservati presso l’Archivio Nazionale del Cinema d’Impresa), tra i quali La diga del ghiacciaio, La pattuglia del Passo San Giacomo, Tre fili fino a Milano, Michelino 1aB (con il testo di Goffredo Parise), Manon finestra 2 e Grigio (con il testo di Pier Paolo Pasolini).
Il primo lungometraggio è del 1959, Il tempo si è fermato. Nel 1961, al Festival di Venezia, vince il premio OCIC e quello della Critica con il film Il posto, che ottiene numerosi premi anche in festival internazionali. Seguono altri film sul mondo del lavoro: I fidanzati, Un certo giorno del 1968 e La circostanza del 1974. Al di fuori del tema del lavoro, nel 1965 dedica, in omaggio alla figura di papa Giovanni XXIII, E venne un uomo, con Rod Steiger e Adolfo Celi. Nel 1978 L’albero degli zoccoli, film sulla vita dei contadini bergamaschi alla fine dell’Ottocento, conquista la Palma d’Oro al Festival di Cannes. Nel 1983 gira Camminacammina e realizza il documentario Milano 83 dedicato alla sua città d’adozione. Nel 1987 Ermanno Olmi torna alla regia, dopo un periodo di inattività, con Lunga vita alla signora, Leone d’Argento a Venezia. L’anno seguente dirige uno dei suoi capolavori, La leggenda del santo bevitore, con Rutger Hauer e Anthony Quayle, con il quale conquista a Venezia il Leone d’Oro. Qualche anno dopo, nel 1993, dirige Paolo Villaggio in Il segreto del bosco vecchio e nel 1994 è pronto Genesi. La creazione e il diluvio, primo capitolo di un progetto di trasposizione televisiva della Bibbia. Con Il mestiere delle armi (2001), presentato in concorso al Festival di Cannes, vince nove David di Donatello. Due anni dopo, Ermanno Olmi prosegue sulla stessa strada con Cantando dietro i paraventi. Nel 2005 firma il trittico Tickets con gli amici Kiarostami e Loach; mentre nel 2007 racconta il Vangelo dell’esistenza quotidiana nel film Centochiodi. Sempre nel 2007 Ermanno Olmi gira il film Atto unico durante l’allestimento della mostra di Jannis Kounellis presentata dalla Fondazione Arnaldo Pomodoro.
Per la Triennale di Milano, nel 2008, realizza il documentario I Grandi Semplici. Nel 2009, in collaborazione con la Cineteca di Bologna e il Ministero Turismo e Spettacolo presenta TerraMadre. Dello stesso anno è Rupi del Vino, presentato al Festival Internazionale del film di Roma.
SOMMARIO
Perché ho fatto questo film? di Ermanno Olmi
Il patrocinio: una condivisione dei messaggi di Laura Boldrini
Chiesa e osteria di Claudio Magris
Il villaggio di cartone. Diabasis, la parola che si fa atto di Ermanno Olmi
Le immagini e i dialoghi
Ermanno Olmi. Biografia e filmografia
Kash Gabriele Torsello. Biografia
29/09/2011
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