Presentato a Roma SE SEI COSI' TI DICO SI' di Cappuccio

SE SEI COSÌ, TI DICO SÌ, IL NUOVO FILM DI EUGENIO CAPPUCCIO,CON EMILIO SOLFRIZZI E BELÉN RODRÍGUEZ, USCIRÀ NELLE SALE ITALIANE IL 15 APRILE 2011

Scritto da Eugenio Cappuccio e Claudio Piersanti, con la collaborazione di Guia Soncini, e nato da un’idea di Antonio Avati, il film è ambientato tra la Puglia, Roma e il Texas.

LA PRODUZIONE È FIRMATA DAI FRATELLI AVATI PER DUEA FILM IN COLLABORAZIONE CON MEDUSA, CHE SIGLA ANCHE LA DISTRIBUZIONE
Il film è prodotto con la partecipazione di Apulia Film Commission.

È ONLINE UN BLOG ( www.seseicositidicosi.blogspot.com) CHE RACCONTA IL DIETRO LE QUINTE, CON INTERVENTI INEDITI DEL REGISTA E DEI PROTAGONISTI

Se sei così, ti dico sì è una fotografia dei nostri tempi.
Il protagonista è Piero Cicala, un ex cantante che ha ballato una sola estate sfornando un singolo di grande successo negli anni Ottanta, poi perde tutto. Adesso fa il cuoco in Puglia nella trattoria dell’ex moglie. Insomma, un ex a tutti i livelli.
Ma un programma televisivo lo porta a Roma, dove incontra per caso Talita Cortès, una ragazza sudamericana sulla cresta dell’onda. Lei è l’icona del successo del terzo millennio, il successo dell’industria, della pubblicità, dei profumi: Talita’s secret è la nuova fragranza che è venuta a pubblicizzare.
Lui la vede come una marziana, lei lo scambia per uno famoso. Nasce uno strana amicizia, forse ad un passo dal sogno, tra situazioni buffe e risvegli amari.
La storia è anche un confronto tra due modi di vivere il successo, due forme di popolarità, una bruciata in un solo episodio, l’altra amministrata con cura.
Ma alla fine quello che dovrebbe contare è il talento, non il gossip o l’inutile.
E, nonostante tutto, trovare la forza per ricominciare…

LA STORIA

Il cantante e paroliere Piero Cicala (Emilio Solfrizzi) ha avuto il tipico successo balneare degli anni ottanta, con una sola canzone: il tormentone Io, te e il mare. Uno straordinario exploit, ma anche il proverbiale fuoco di paglia alimentato da un immediato milione di dischi venduti, ma niente più.
In breve tempo, Piero e i suoi due amici, il chitarrista Gianni Ciola e il batterista Vito Corrente ("I magnifici C.C.C"), non hanno saputo gestire la sfolgorante fortuna, e se la sono vista svanire dalle dita. Cicala, infatti, aveva ambizioni più autoriali e romantiche: il pezzo "guida" della sua reale aspirazione musicale era Amami di più; un brano troppo “oltre” che non avrà nemmeno la possibilità di cimentarsi a Sanremo. Anzi, proprio questo insuccesso, e la stessa impuntatura di Cicala, determineranno la fine de “I magnifici C.C.C”.
Oggi Cicala lavora nel ristorante diretto dalla sua ex moglie (interpretata da Iaia Forte), e passa il tempo lontano dal bisogno di riflettori e musica, almeno all'apparenza: una vita modesta, che sembra equilibrata e pacifica. Ma ad un certo punto viene sconvolta da un emissario (Fabrizio Buompastore) che gli propone un improbabile partecipazione ad un trasmissione tivù, I Migliori Anni, che lo vuole proporre come gloria del passato, invitandolo negli studi della Rai di Roma.
In un primo momento Piero tituba: sarà la pressione di amici, paese e familiari, ad esclusione della moglie (che nonostante tutto teme di perderlo per sempre), a convincerlo, e a lanciarsi in quella avventura dai contorni imprevedibili. Dopo una "prodigiosa" trasformazione del look operata dall'entusiasta ex chitarrista, e ora barbiere (Totò Onnis), Piero "ritorna" il Cicala di un tempo… all'apparenza, però. Roma sarà soltanto il trampolino di lancio per una ben più incisiva avventura.
Nel grande albergo dove hanno promesso di sistemarlo, infatti, il cantante impatta con la icona mondiale del momento, la famosissima Talita Cortès (Belén Rodríguez), in città per il lancio di un profumo del quale è testimonial il "Talita's Secret". I suoi fan e il corollario di fotografi in cerca di gossip circondano l’albergo.
Un caso porterà nella stessa camera i nostri due protagonisti: il disorientato cantante pieno di ansia per la sua esibizione televisiva, e la Diva, stufa di persecuzioni gossipare. Tra i due sorge un curioso feeling, fatto di equivoci a catena, ma soprattutto di curiosità reciproca, che alimenterà una vena di simpatia ed una soffusa quanto genuina attrazione.
L'esibizione in tv è il clou della vicenda, che proietta Cicala in diretta nell'inimmaginabile mondo dello show contemporaneo, dimensione a lui estranea: sembra un marziano caduto sulla terra; e il suo vestiario così posticcio e vintage non lo aiuta certo a sentirsi a proprio agio.
Sarà proprio in quel contenitore così artefatto e plastificato che Cicala darà prova di possedere una grande dignità, ed ancora dei sogni da proteggere: un delicato colpo di scena ci fa capire chi è davvero quest'uomo.
Se ne rende conto per prima proprio Talita, che lo stava distrattamente seguendo in tv dalla sua lussuosissima suite. Tant’è che le verrà un’idea piuttosto cinica ma divertentissima che ci porterà, dopo una notte passata con il cantante a bere e ballare, verso il finale del film.
La mattina dopo la “notte brava”, Piero viene trascinato via dall'albergo romano da Terry (Francesca Faiella), la militaresca segretaria di Talita. Insieme volano così verso gli USA, a bordo del lussuosissimo jet privato, alla volta del Texas: per Cicala e Talita è il momento della verità, cominciano a conoscersi meglio.
In uno scoppiettante susseguirsi di eventi suscitati dal capriccio di Talita e dall’inadeguatezza apparente del nostro cantante, Piero viene invischiato in un mix di erotismo ed avventura imprevista. Si lascia così finalmente andare. Lo spirito d'avventura e la fascinazione porteranno Piero, come in preda a un sogno, a cantare ad un party sotto le luci americane, che lo accoglieranno in un modo inatteso, quello che sancisce il successo della canzone "proibita", Amami di più, e proprio oltreoceano! Il ritorno in Puglia, una rinnovata consapevolezza delle sue capacità artistiche, segnerà per Piero la voglia di ritentare…

Scritto da Eugenio Cappuccio e Claudio Piersanti, con la collaborazione di Guia Soncini, e nato da un’idea di Antonio Avati, il film è ambientato tra la Puglia, Roma e il Texas ed è stato girato in otto settimane.

Con un blog (www.seseicositidicosi.blogspot.com), online, il regista, gli attori e la troupe (tra gli altri: Filippo Corticelli, direttore della fotografia, Mario Iaquone, fonico, Giuliano Pannuti, scenografo, Maria Fassari, costumista, Luigi Rocchetti, trucco) hanno raccontato il film mentre si girava e continueranno a dialogare con gli appassionati.

Eugenio Cappuccio, regista tra i più sensibili del panorama italiano, è noto anche a livello internazionale: quest’anno, infatti, è stato festeggiato al Festival di Locarno nella sezione Pardi di domani: 20 anni di Pardi di domani; e proprio qui nel 1995 vinse la sezione Pardi di domani con il cortometraggio d’esordio Il caricatore, codiretto con Massimo Gaudioso e Fabio Nunziata, come il lungometraggio dall’omonimo titolo girato qualche anno dopo e diventato un piccolo cult.

Con Se sei così, ti dico sì ritorna al cinema a quattro anni da Uno su due (presentato alla prima edizione del Festival di Roma) e dopo il recente Abecedario di Andrea Camilleri (un doppio dvd con libro edito da DeriveApprodi, per un lessico del Novecento, in cui lo scrittore siciliano si racconta in chiave ironica e sofisticata):

“Ho scelto di fare questo film per tre ragioni fondamentali. La prima, perché c’è stato un incontro felice con i fratelli Avati. La seconda perché ho sempre girato commedie, dal Caricatore in poi, tutte commedie, con toni e colori e argomenti diversi, ma sono tutte "commedie", credo. Infine, perché posso contare sul cast necessario per questo film. Ho scelto Emilio Solfrizzi perchè ho sempre avuto la nutriente impressione che eravamo stati al liceo insieme, in viaggio insieme, a fare danni insieme… e poi credo sia uno degli attori italiani più versatili e simpatici che abbiamo: per il mio film è unico e insostituibile. E poi è pugliese: poche cose mi fanno ridere e affascinano come il dialetto pugliese; la gestualità, la filosofia di quella gente, la bellezza della Puglia, che è la California italiana. E pare lo diventerà sempre di più. Ci sono molti attori pugliesi nel film, perché un terzo della storia è ambientata là”.

Sostiene Solfrizzi, a proposito dell’inconfondibile pugliesità, sua e del personaggio: “La provenienza del mio personaggio è la fragile Puglia di un passato prossimo, molto provinciale ma anche romantica e ingenua. Piero incarna tutto questo e nel suo piccolo si regala una rivincita per sé e per la sua terra”.

“Quanto alla cara Belén”, prosegue Cappuccio, “quando ci siamo incontrati ho avuto la netta impressione, altrettanto nutriente, che mi sarebbe piaciuto molto aver fatto il liceo con lei, dei viaggi insieme, fare danni insieme, insomma quelle sensazioni da ‘ma come mai non ci siamo risentiti prima?’. Battute a parte, Belén incarna nella sua essenza di donna di successo oggi ciò che serve per il film, non farà ‘se stessa’, ma reciterà un ruolo vicino a se stessa. Belén è una figura della modernità, un fenomeno classico della civiltà dello spettacolo, dove impera il potere del corpo. Sono sicuro che, con la fondamentale complicità di Solfrizzi, darà luce al film. È una donna ironica e luminosa. La luce in un film è importante, come l'ironia, e nella vita è lo stesso per entrambe. Insomma, tante ragioni importanti per una storia che è un confronto tra due modi di vivere il successo, due forme di popolarità, una bruciata in un solo episodio, l’altra amministrata con cura”.

Belén, che ha scelto il nome del suo personaggio, dice: “Mi chiamerò Talita, che è un nome ebraico (‘fanciulla’) come il mio che significa Betlemme”.

13/04/2011

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