SE SEI COSÌ, TI DICO SÌ: IL NUOVO FILM DI EUGENIO CAPPUCCIO CON EMILIO SOLFRIZZI E BELÉN

"SE SEI COSÌ, TI DICO SÌ" USCIRÀ NELLE SALE ITALIANE IL 6 MAGGIO

Scritto da Eugenio Cappuccio e Claudio Piersanti, con la collaborazione di Guia Soncini, e nato da un’idea di Antonio Avati, il film è ambientato tra la Puglia, Roma e il Texas.
La produzione è firmata dai fratelli Avati per DUEA FILM in collaborazione con MEDUSA, che sigla anche la distribuzione. Il film è prodotto con la partecipazione di Apulia Film Commission.

È online un BLOG (www.seseicositidicosi.blogspot.com) che racconta il dietro le quinte, con interventi inediti del regista e dei protagonisti. Tra gli altri: Filippo Corticelli, direttore della fotografia, Mario Iaquone, fonico, Giuliano Pannuti, scenografo, Maria Fassari, costumista, Luigi Rocchetti, trucco) hanno raccontato il film mentre si girava e continueranno a dialogare con gli appassionati.

Il film
"Se sei così, ti dico sì" è una fotografia dei nostri tempi.
Il protagonista è Piero Cicala, un ex cantante che ha ballato una sola estate sfornando un singolo di grande successo negli anni Ottanta, poi perde tutto. Adesso fa il cuoco in Puglia nella trattoria dell’ex moglie . Insomma, un ex a tutti i livelli.
Ma un programma televisivo lo porta a Roma, dove incontra per caso Talita Cortès, una ragazza sudamericana sulla cresta dell’onda. Lei è l’icona del successo del terzo millennio, il successo dell’industria, della pubblicità, dei profumi: Talita’s secret è la nuova fragranza che è venuta a pubblicizzare.
Lui la vede come una marziana, lei lo scambia per uno famoso. Nasce uno strana amicizia, forse ad un passo dal sogno, tra situazioni buffe e risvegli amari. La storia è anche un confronto tra due modi di vivere il successo, due forme di popolarità, una bruciata in un solo episodio, l’altra amministrata con cura.
Ma alla fine quello che dovrebbe contare è il talento, non il gossip o l’inutile…

La storia
Piero Cicala (Emilio Solfrizzi) ha avuto successo con una sola canzone, Io, te e il mare, negli anni Ottanta. Un fuoco di paglia alimentato da un milione di dischi venduti. Di certo Piero non ha saputo gestire la sfolgorante fortuna e se l’è vista svanire velocemente e irrevocabilmente dalle dita. Tanti soldi, tanti applausi, e poi il buio più impenetrabile, che neppure una canzone proposta a Sanremo (e rifiutata) potrà più scalfire. Cicala però non è un depresso o uno che si butta giù più di tanto. Non risparmia a nessuno le sue battute taglienti. Ha carattere, lo stesso carattere forte e solare della Puglia in cui, dopo il breve successo, ha fatto ritorno tanti anni fa. Facendo i conti con tutti, naturalmente, perché nessuno può perdonarti il troppo successo e tanto meno l’insuccesso che segue a un grande successo.

Nel paesino pugliese Piero ha una rete relazionale essenziale ma non frustrante: lavora nel ristorante diretto dalla sua ex moglie Marta(Iaia Forte) e passa il tempo con Gianni,l’amico barbiere (Toto Onnis), ex musicista anche lui, i suoi colleghi di lavoro (Vincenzo, Amed, Giusy), un polipo in una vasca col quale parla ogni tanto. Una vita modesta, che sembra in qualche modo assestata pacificamente. Ma sulla quale (tramite un Emissario, interpretato da Fabrizio Buompastore) piomba la proposta di un’importante trasmissione tivù (I migliori anni di Carlo Conti), che lo ripesca come gloria del passato, invitandolo a Roma. Naturalmente è necessaria una “ripulitina” per togliergli la patina grigia che si è depositata su di lui. Si daranno tutti da fare, per rimodernare (o rendere ridicolo?) il suo aspetto. Piero si trasforma davanti ai nostri occhi e davanti all’intero paesino, in una baraonda comica di illazioni e previsioni, auguri di cuore (pochi) e auguri di sventura (molti). Uno shock, per un uomo ormai tagliato fuori da decenni dai riflettori, e Piero non sa che Roma sarà soltanto il trampolino di lancio per una ben più sconvolgente ed esilarante avventura.

A Roma incontrerà la famosissima Talita Cortès (Belén Rodríguez), in città per lanci di profumi sponsorizzati da lei e al centro di tutte le telecamere della città e del mondo del gossip. I suoi fan circondano addirittura l’albergo che per caso condivide con Piero. Il loro avventuroso incontro, tra orde di fotografi e fans, li porterà addirittura a partire insieme con un aereo privato verso gli Stati Uniti. Uno scoppiettante susseguirsi di eventi comici e grotteschi, suscitati dal capriccio di una diva e dall’inadeguatezza apparente del nostro cantante pugliese li sta portando in una direzione inimmaginabile. Piero, sconvolto e come in preda a un sogno, si ritrova abbracciato con la donna più desiderata del Paese. Il suo amico barbiere e l’intero paesino in Puglia sono in fibrillazione continua per la loro bizzarra vicenda, seguita da tutti i media del mondo. Le luci americane lo accoglieranno in un modo inatteso, e l’avventura finirà con un sogno realizzato, perché a volte anche i sogni si realizzano.

Scritto da Eugenio Cappuccio e Claudio Piersanti, con la collaborazione di Guia Soncini, e nato da un’idea di Antonio Avati, il film è ambientato tra la Puglia, Roma e il Texas ed è stato girato in otto settimane.

Eugenio Cappuccio, regista tra i più sensibili del panorama italiano, è noto anche a livello internazionale: quest’anno, infatti, è stato festeggiato al Festival di Locarno nella sezione Pardi di domani: 20 anni di Pardi di domani; e proprio qui nel 1995 vinse la sezione Pardi di domani con il cortometraggio d’esordio "Il caricatore", codiretto con Massimo Gaudioso e Fabio Nunziata, come il lungometraggio dall’omonimo titolo girato qualche anno dopo e diventato un piccolo cult.

Con "Se sei così, ti dico sì" ritorna al cinema a quattro anni da "Uno su due" (presentato alla prima edizione del Festival di Roma) e dopo il recente Abecedario di Andrea Camilleri (un doppio dvd con libro edito da DeriveApprodi, per un lessico del Novecento, in cui lo scrittore siciliano si racconta in chiave ironica e sofisticata):

“Ho scelto di fare questo film per tre ragioni fondamentali. La prima, perché c’è stato un incontro felice con i fratelli Avati. La seconda perché ho sempre girato commedie, dal Caricatore in poi, tutte commedie, con toni e colori e argomenti diversi, ma sono tutte "commedie", credo. Infine, perché posso contare sul cast necessario per questo film. Ho scelto Emilio Solfrizzi perchè ho sempre avuto la nutriente impressione che eravamo stati al liceo insieme, in viaggio insieme, a fare danni insieme… e poi credo sia uno degli attori italiani più versatili e simpatici che abbiamo: per il mio film è unico e insostituibile. E poi è pugliese: poche cose mi fanno ridere e affascinano come il dialetto pugliese; la gestualità, la filosofia di quella gente, la bellezza della Puglia, che è la California italiana. E pare lo diventerà sempre di più. Ci sono molti attori pugliesi nel film, perché un terzo della storia è ambientata là”.

Sostiene Solfrizzi, a proposito dell’inconfondibile pugliesità, sua e del personaggio: “La provenienza del mio personaggio è la fragile Puglia di un passato prossimo, molto provinciale ma anche romantica e ingenua. Piero incarna tutto questo e nel suo piccolo si regala una rivincita per sé e per la sua terra”.

“Quanto alla cara Belén”, prosegue Cappuccio, “quando ci siamo incontrati ho avuto la netta impressione, altrettanto nutriente, che mi sarebbe piaciuto molto aver fatto il liceo con lei, dei viaggi insieme, fare danni insieme, insomma quelle sensazioni da ‘ma come mai non ci siamo risentiti prima?’. Battute a parte, Belén incarna nella sua essenza di donna di successo oggi ciò che serve per il film, non farà ‘se stessa’, ma reciterà un ruolo vicino a se stessa. Belén è una figura della modernità, un fenomeno classico della civiltà dello spettacolo, dove impera il potere del corpo. Sono sicuro che, con la fondamentale complicità di Solfrizzi, darà luce al film. È una donna ironica e luminosa. La luce in un film è importante, come l'ironia, e nella vita è lo stesso per entrambe. Insomma, tante ragioni importanti per una storia che è un confronto tra due modi di vivere il successo, due forme di popolarità, una bruciata in un solo episodio, l’altra amministrata con cura”.

Belén, che ha scelto il nome del suo personaggio, dice: “Mi chiamerò Talita, che è un nome ebraico (‘fanciulla’) come il mio che significa Betlemme”.

16/02/2011

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