ESCE VENERDI' 11 FEBBRAIO IL DOCU-FILM SU AYRTON SENNA
Era una domenica del giugno 1984, al Gran Premio Automobilistico di Monaco. Sotto un diluvio torrenziale, sul circuito prendeva posizione una delle più straordinarie griglie di partenza nella storia delle gare automobilistiche. In pista quel giorno c’erano almeno sei
futuri campioni del mondo, compresi il recente campione del mondo Keke Rosberg; uno
stoico, impavido inglese di nome Nigel Mansell; l’austriaco Niki Lauda, due volte Campione
del Mondo; il roboante Nelson Piquet, anche lui due volte Campione del Mondo; e l’uomo
soprannominato ‘Il Professore’, il francese Alain Prost, che verrà di lì a poco considerato da
molti il pilota più completo di tutti i tempi. In tredicesima posizione nella griglia di partenza,
nel frattempo, lontano dalle attenzioni nella sua Toleman, c’era uno spigoloso e focoso
giovane pilota, appena alla sua sesta gara di Formula 1.
Mentre i motori rombavano e i piloti sfrecciavano sulle strade della città, l’uomo in
tredicesima posizione si faceva largo tra tutti, dimostrando una tecnica da virtuoso ed un
coraggio fuori dal comune, mentre sorpassava ad una ad una tutte le vetture che lo
precedevano, compresa quella di Prost al 23° giro. Quell’uomo era Ayrton Senna, che
faceva il suo ingresso nel mondo della Formula Uno con una gara spettacolare.
Come si sa, Senna non vinse la gara; perse perché fu sospesa per la pioggia e fu Prost ad
aggiudicarsi il primo posto. Ma Senna non si amareggiò, si trattava comunque del suo
primo fine gara sul podio, sebbene ciò che accadde quel giorno si sarebbe spesso ripetuto
nella carriera del giovane brasiliano; avrebbe spesso vinto sul tracciato, ma alla fine la
palma della vittoria sarebbe stata assegnata a qualcun’altro, e lui avrebbe spesso lottato
contro quelle che considerava ingiustizie di uno sport altamente politicizzato. Nonostante
tutto, riuscì a superare molti ostacoli che gli avevano fatto incontrare, a vincere tre
Mondiali — e durante gli anni con la McLaren a stabilire una vivace competitività con il
rivale e membro della sua stessa scuderia, Prost — e a conseguire uno status da superstar
in tutto il mondo. Agli occhi della stampa internazionale si rivelò un campione carismatico e
ardito; mentre i media del nativo Brasile lo consideravano un uomo umile e religioso.
Al vertice della carriera però, mentre affrontava il tracciato di Imola, a San Marino,
avvenne il disastro. Era la terza gara della stagione del 1994 e durante i giri di
qualificazione il protetto di Senna, Rubens Barrichello, ebbe un incidente e si fece male. Il
giorno dopo il pilota austriaco Roland Ratzenberger andò a sbattere contro un muro a 200
miglia all’ora, decedendo all’istante. Senna ne rimase profondamente colpito e si chiese se
era il caso di continuare a correre. Il suo grande amico e medico della Formula Uno, il
Professor Sid Watkins, suggerì a Senna di non correre quella domenica. Ma l’orgoglio di
Senna, il suo senso di responsabilità nei confronti della sua squadra e dello sport, ed il suo
bisogno assoluto di vincere la paura, lo spinsero ad andare avanti.
La domenica della gara, Senna riuscì a fare appena due giri prima che la safety car si
fermasse, schiantandosi subito dopo nella velocissima curva Tamburello, urtando un muro
di cemento a più di 130 miglia orarie. Nel 1987, Nelson Piquet aveva avuto un incidente su
quella stessa curva, uscendone appena contuso; nel 1989 Gerhard Berger era uscito dalla
Tamburello con la vettura trasformata in una palla di fuoco. Rimase ferito ma sopravvisse.
Nel 1994, quando Senna ebbe il fatale incidente, la sua vettura urtò il muro con
un’angolazione diversa e parte delle sospensioni gli finirono addosso, bucandogli il casco e
causandogli delle fratture al cranio che si rivelarono fatali. I medici trovarono una bandiera
austriaca nella sua vettura: voleva rendere omaggio a Ratzenberger alla fine della gara.
La straordinaria storia di Senna, con le sue conquiste fisiche e spirituali sul tracciato e fuori,
la sua ricerca della perfezione, e lo status di leggenda che si era aggiudicato, sono il
soggetto di SENNA, un documentario che racconta lo straordinario percorso sportivo del
pilota di Formula Uno, dalla sua prima stagione nel 1984 fino alla sua morte, un decennio
dopo.
Molto più di un film dedicato agli appassionati di Formula Uno, "SENNA" racconta una
storia speciale in modo speciale, abbandonando le tecniche documentaristiche in favore di
un approccio più squisitamente cinematografico, utilizzando una grande quantità di filmati
di repertorio, perlopiù recuperati dagli archivi della Formula Uno e mai mostrati prima.
La Universal Pictures presenta "SENNA" in associazione con StudioCanal. Una Produzione
Working Title in associazione con la Midfield Films, il film è diretto da Asif Kapadia, scritto
da Manish Pandey e prodotto da James Gay Rees, Tim Bevan ed Eric Fellner. I produttori
esecutivi sono Kevin Macdonald, Manish Pandey, Debra Hayward e Liza Chasin.
"SENNA" è stato realizzato con la collaborazione ed il consenso della famiglia di Ayrton
Senna, che per la prima volta ha detto si ad un film documentario sulla sua vita; della
Società della Formula Uno, che ha acconsentito all’utilizzo di materiale visivo mai mostrato
prima; e dell’Istituto Ayrton Senna, la fondazione di beneficienza creata dopo la sua morte,
che offre la possibilità di ricevere un’istruzione a milioni di bambini brasiliani dalle precarie
condizioni economiche.
Il Produttore James Gay-Rees ha tratto ispirazione dalle storie su Senna che gli raccontava
da piccolo suo padre che lavorava per la John Player Special, la società del tabacco che
sponsorizzava la Lotus nera del pilota nel 1985, ed aveva quindi avuto modo di conoscerlo.
“Mi padre tornava dalle gare e mi raccontava che c’era veramente qualcosa “d’altro” in
questo giovane ragazzo. ‘Era particolare. Molto diverso dagli altri giovani piloti. Era molto
sicuro di se. Credeva fermamente nei suoi ideali. Era diverso e molto acuto’. Ed è così che
è cominciato il suo percorso verso la realizzazione del documentario sul leggendario pilota.
“Ritengo che Senna fosse un insieme di sfumature di grigio”, spiega il produttore Manish Pandey. “Non era tutto bianco. Quando urtò Prost off a 150 miglia orarie, Senna avrebbe potuto attendere fino alla
fine del giro, e colpirlo nella stessa chicane dove Prost aveva urtato lui, ad una velocità
inferiore e senza correre troppi rischi. Ma è proprio per questo che lo adoro: perché non è
uno che agisce a sangue freddo. E’ uno che agisce sempre in maniera passionale. Tutti
hanno preso a calci un cassonetto o sbattuto una porta una volta nella vita. Beh, questo è il
modo di sbattere le porte e prendere a calci i cassonetti in questo tipo di sport. Alcuni
possono dire che il film non è imparziale, ma non è un film su ‘Ayrton, Alain, Nigel e
Nelson’. E’ un film su Ayrton Senna”.
A dirigere il film è stato chiamato Asif Kapadia, filmaker di talento. Regista dei film ‘The Warrior’, vincitore del premio BAFTA e del thriller ‘Far North’, Kapadia si è diplomato presso il Royal College of Art. Sa ricordare "Far North" (2004) stato presentato alla Mostra Internazionale del Cinema di Venezia.
Le musiche sono di Antonio Pinto, candidato al Golden Globe nel 2009 per la migliore canzone originale “Despedida” che ha scritto insieme a Shakira per il film "L’amore al tempo del colera", diretto da Mike Newell. Inoltre, Antonio ha composto le musiche per "Perfect Stranger" e "Lord of War", diretti da Andrew Niccol, "City of God" (2003); "Central Station" (1998), "Behind the Sun"(2002), e "Midnight" (2000).
07/02/2011
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