DALLA VITA IN POI di Gianfrancesco Lazotti in sala dal 19 novembre
Dal 19 novembre la 01 Distribution porterà nella sale italiane il film DALLA VITA IN POI di Gianfrancesco Lazotti con Cristiana Capotondi, Nicoletta Romanoff e Filippo Nigro
Già vincitore del Taormina Film Fest 2010, DALLA VITA IN POI e' stato proiettato sabato 28 agosto 2010 al Montreal World Film Festival, unico film italiano in concorso, ed è stato accolto con un largo e caloroso consenso di pubblico.
Sinossi:
Rosalba ama Danilo, un ragazzo che dovrà trascorrere parecchi anni in carcere. Per
alleviargli la sofferenza della detenzione decide di scrivergli ogni giorno una lettera, dolce,
appassionata, lirica. Ma tradurre in parole i suoi sentimenti non le riesce facile e ricorre
all’aiuto di Katia, la sua amica del cuore, costretta a vivere su una sedia a rotelle. Katia si
ritrova dunque a fare il ‘suggeritore d’amore’, proprio come Cirano Di Bergerac. Un gioco
che ben presto si rivela pericoloso. Quelle emozioni, quegli slanci poetici pensati per
Rosalba, col passare del tempo diventano suoi, così come sente che le appartengono le
risposte appassionate di Danilo.
Quando Rosalba e Danilo si lasciano Katia decide di andarlo a conoscere in carcere per
vedere che aspetto abbia l’uomo di cui è innamorata. Non avendo nessun grado di
parentela che la colleghino al detenuto il permesso non le viene accordato ma la volontà
di Katia è più ostinata dei regolamenti e alla fine l’incontro avviene. E’ il momento più
emozionante della sua vita. Ne seguono altri, d’incontri, difficili e per nulla intimi nel gelido
parlatorio e alla fine anche Danilo si innamora di lei. I due decidono di sposarsi. Tutto il
carcere partecipa. Quando il giudice accorda a Danilo il primo permesso per incontrare la
sua giovane moglie fuori dal carcere, Katia, con la complicità di Rosalba, gli organizza una
fuga. Danilo naturalmente coglie al volo l’occasione ma mentre sta fuggendo capisce che
la vita del latitante lo allontanerà da Katia, da cui ormai è fatalmente dipendente. Decide
così di rientrare in carcere, e di rimettere ogni cosa al suo posto.
NOTE DI REGIA
"Dalla vita in poi è ispirato ad una storia vera. Katia, Danilo e Rosalba esistono, anche se
non si chiamano né Katia, né Danilo, né Rosalba, così come esiste il quartiere Colleverde
e il carcere di Rebibbia. Scrivendo, modificando, inventando, camuffando e stravolgendo i
fatti mi sono accorto che la verità di questa storia, per quanto la si manometta, riaffiora
sempre, come la filigrana delle banconote che ne certifica l’autenticità.
Katia, Danilo e Rosalba sono testimoni di un’esistenza marginale vissuta con orgoglio,
costruttori di un futuro senza fondamenta e senza progetto che, proprio per questo, è
anche senza limiti. Non avendo riferimenti culturali né condizionamenti sociali, non
seguono le regole del convivere piccolo-borghese. Il loro sistema di valori viene inventato
e aggiornato secondo necessità.
Katia ha un handicap fisico, Danilo sta in galera. Due vite senza futuro che proprio in
questo limite trovano la loro assonanza. Il loro amore non nasce da un incontro, da uno
sguardo, un’attrazione fisica, come per tutte le coppie del mondo, ma si sviluppa nella loro
testa durante uno scambio epistolare disperato e sincero. La sincerità è un lusso che si
può concedere solo chi non ha nulla da perdere e chi non espone la sua faccia. In questo
senso i due sono i rappresentanti di un sistema di contatto modernissimo che ha radici
antichissime. Modernissimo perché l’esistenza di internet e delle chat da tempo ha
sovvertito le regole degli incontri - prima ci si conosce e ci si confida poi si verifica l’aspetto
fisico - antichissima perché lo scambio epistolare è stato fino al secolo scorso il cardine e il
preliminare di quasi tutte le unioni amorose. Basti pensare all’audacia di cui è capace
Cirano di Bergerac nascosto dal buio, nel capolavoro di Rostand.
La storia di Katia, Danilo e Rosalba non è semplicemente una storia d’amore, semmai un
piccolo romanzo eroico ed ironico in cui ci viene proposta, da una angolatura diversa, la
visione della vita. Non servono le gambe per raggiungere una meta e non serve la libertà
per essere liberi. L’orizzonte più bello, certe volte, si trova negli occhi di una persona." - Gianfrancesco Lazotti -
30/08/2010
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