KRZYSZTOF ZANUSSI A VENEZIA PER LA PRESENTAZIONE DI 'TEMPO DI MORIRE.RICORDI, RIFLESSIONI, ANEDDOTI'

MARTEDÌ 18 MAGGIO, ALLE ORE 17.30, ALL’ATENEO VENETO INCONTRO CON IL REGISTA POLACCO KRZYSZTOF ZANUSSI IN OCCASIONE DELL’USCITA DEL SUO LIBRO "TEMPO DI MORIRE. RICORDI, RIFLESSIONI, ANEDDOTI" (SPIRALI)

In occasione dell’uscita del suo libro Tempo di morire. Ricordi, riflessioni, aneddoti (Spirali), il regista polacco Krzysztof Zanussi sarà martedì 18 maggio, alle ore 17.30, all’Ateneo Veneto (campo San Fantin, Venezia) per un incontro promosso dall’Associazione Cifrematica di Venezia in collaborazione con il Circuito Cinema Comunale e l’Ateneo Veneto. Partecipano all’incontro Fabrizio Borin, docente di storia del cinema a Ca’ Foscari, il direttore di Circuito Cinema Roberto Ellero, il presidente dell’Ateneo Veneto Michele Gottardi, don Renato Mazzuia, responsabile della Pastorale Giovanile Diocesana e Arianna Silvestrini dell’Associazione Cifrematica. Partecipa all’avvenimento la Banca del Veneziano. Ingresso libero.
Polacco di origini italiane (più esattamente friulane), Krzysztof Zanussi è autore di film internazionalmente famosi, valsigli innumerevoli premi e riconoscimenti internazionali. Tra questi: l’opera d’esordio "La struttura del cristallo", girata nel 1969; "Illuminazione", 1973; "La spirale", 1978; "Da un paese lontano", pellicola biografica del 1981 che il regista ha realizzato sulla vita di Karol Wojtyla; "L’anno del sole quieto", 1984, vincitore del Leone d’oro alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia. Nato a Varsavia nel 1939, brillante cineasta, intellettuale europeo, regista anche di prosa e lirica, produttore, sceneggiatore, Zanussi ha attraversato la travagliata storia dell’Europa per tutta la seconda metà del Novecento ed il suo libro, corredato da molte immagini e fotografie, è una sorta di autobiografia costruita intorno a sapidi aneddoti, ricordi di viaggio, testimonianze degli incontri con i protagonisti della cultura e della politica internazionale. Un libro scritto con una buona dose di ironia, nonostante la “pesantezza” del titolo ("Tempo di morire"), che peraltro l’autore s’appresta a spiegare sin dalle prime pagine, ascrivendone il significato al tramonto di un’epoca e forse anche ad un modo di intendere il cinema.

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