CANNES STARTS UP...

E così la sessantuesima edizione del festival di Cannes prende il volo appesa all’immaginifico filo dei migliaia di palloncini colorati firmati Pixar.

Benché la Biennale di Venezia abbia già reso nota la volontà di premiare quest’anno con il Leone d’oro alla Carriera, John Lasseter, il guru della Pixar non dovrà certo attendere per festeggiare 15 anni di lavoro che hanno rivoluzionato il mondo dell’animazione con 10 capolavori, ultimo dei quali è per l’appunto “Up”, primo lungometraggio d’animazione digitale che ha avuto l’onore d’inaugurare il più importante festival del cinema francese.
Per accompagnare e promuovere la loro ultima fatica sono approdati alla croisette il produttore esecutivo John Lassiter, il produttore Jonas Rivera, il regista Pete Docter (che aveva già firmato per il famoso studio “Monsters & Co.” ) e l’aiuto regista Bob Peterson.
Sposando in toto una filosofia cara a Walt Disney, secondo la quale un buon film deve innanzi tutto reggersi su una storia e dei personaggi che abbiano la capacità di conquistare il cuore degli spettatori, facendogli vivere un’avventura attraverso situazioni magiche, divertenti, ma allo stesso tempo emozionanti, commoventi persino ed in grado di far riflettere sui molti temi cari legati all’uomo ed alla sua esistenz,: Pete Docter scrive a quattro mani il soggetto di “Up”, con Tom McCarthy ( “L’Ospite Inatteso” e “The Station Agent” ).
Non vi può essere un sorriso che non sia legato ad una lacrima. Con questa eredità spirituale, alla quale la Pixar ha dato nuovo impulso vitale con le proprie sbalorditive innovazioni grafiche, e che trova le proprie radici nel cinema di Charlie Chaplin; “Up” affronta temi importanti come l’elaborazione del lutto, l’amore, la vecchiaia, passando al contempo attraverso scene coloratissime e situazioni rocambolesche.
Carl Fredericksen – suo protagonista - è un pensionato di 78 anni, che deambula faticosamente con bastone a causa degli inevitabili acciacchi dell’età e riesce ad udire il mondo circostante solo grazie ad un apparecchio acustico. Nonostante questo decide di imbarcarsi in un viaggio verso il Sud America, per rendere omaggio alla memoria di Ellie, compagna di un’intera esistenza e che ora lo ha suo malgrado lasciato solo a fare i conti con il bilancio di una vita: tra speranze mai sopite, sogni rivelatisi poi illusioni e il disincantato confronto con un mondo che stenta a riconoscere come suo.
Carl ha il cipiglio burbero e simpatico di Spencer Tracy e Walter Matthau, la voce di Aznavour, folte sopracciglia e capelli bianchi su di un viso squadrato, nel quale ritroviamo occhi chiari e profondi dietro la spessa montatura facilmente riconducibile ad alcuni dei volti più noti e importanti del cinema classico Hollywoodiano.
Carl arriverà sino alla cascate Angel in Venezuela, agognata meta d’avventure nell’immaginario della defunta Ellie, a bordo della sua stessa casa divenuta all’occorrenza una coloratissima mongolfiera; ma non sarà solo. Russell, boy scout cicciotto ed impacciato, è un ragazzino alla ricerca di una figura paterna assente nella sua vita e che si trova più per caso che per scelta ad accompagnare Carl in un viaggio non programmato e ricco d’incontri, tra animali rari ed avventurieri.
Nato in 2D e reso solo successivamente in 3D, “Up” sicuramente impressiona per la qualità e la profondità di campo delle immagini, la cura dei dettagli ed i vividi toni cangianti dei colori; ma il cuore del film decolla veramente e ci parla nel momento in cui Carl si lascia andare senza remore alle riflessioni ed i ricordi di una vita, ed il suo volto consumato dagli anni ritrova l’espressione rapita di un bambino di fronte a ciò che è ancora in grado di emozionarlo e stupirlo come la prima volta.
Uscito nelle sale degli States il 29 maggio ed atteso da noi in Italia per il prossimo Ottobre; “Up” ha veramente incantato tutto il pubblico di Cannes, inaugurando così non soltanto il festival del cinema, ma anche una stagione che per questa pellicola si preannuncia ricca di soddisfazioni tanto da non escludere sin da ora una sua candidatura agli Oscar del 2010… Che la Pixar riesca finalmente ad eguagliare e magari non solo, ciò che sino ad ora è riuscito soltanto alla Disney con “La Bella e la Bestia”? Staremo a vedere… visto che per ora possiamo solo sbilanciarci in pronostici più o meno azzardati, ingannando l’attesa, che verrà ripagata già ai primi di settembre con la proiezione proprio sul lido di Venezia di “Toy Story” e “Toy Story 2” in 3D.
Docter e Lasseter si limitano giustamente a dichiararsi a dir poco entusiasti dell’accoglienza riservata al loro film e affermano che porteranno sempre con loro l’immagine del pubblico in abito da sera alla cerimonia d’apertura che, all’invito del direttore Thierry Frèmaux, inforca sorridente gli occhialini per la visione 3D in occasione dello scatto per lo storico album del festival… “Sembra l’immagine di un film!!” Afferma proprio Lasseter… e chissà che da questa immagine che rimarrà per sempre impressa nella storia della Chermes francese non prenda spunto il prossimo progetto Pixar.

PIXAR
La compagnia nacque inizialmente come una divisione della LucasFilm di George Lucas. Fu acquisita da Steve Jobs (co-fondatore della Apple Computer) per dieci milioni di dollari nel 1986, rendendola indipendente. Nel gennaio 2006 è stata acquistata della multinazionale dell'intrattenimento The Walt Disney Company, di cui è tuttora parte.
Tutti i lungometraggi della Pixar sono stati realizzati in collaborazione con la Walt Disney Pictures. Entrambe le compagnie hanno siglato un affare da 10 anni e 5 film, nei quali le due compagnie si dividono i costi di produzione ed i profitti, con la Disney che riceve il 12,5% del reddito ed i diritti del film (compresi quelli per il merchandising). L'accordo si è rivelato molto fruttuoso per entrambe le aziende, ed i lungometraggi della Pixar hanno ottenuto molto più successo di quelli d'animazione propri della Disney.
I primi cinque lungometraggi della Pixar hanno incassato più di 2,5 miliardi di dollari, rendendola, film dopo film, la casa di produzione con il maggior successo di tutti i tempi. Nonostante questo, il CEO della Disney, Michael Eisner, e quello della Pixar, Steve Jobs (CEO anche della Apple Computer), non si sono mai amati.
All'inizio del 2004, in realtà, ci fu un tentativo di rinnovo del patto. Per il nuovo affare, la Pixar, forte della posizione di superiorità garantitasi nel tempo, che non aveva al tempo del primo contratto, avrebbe voluto pagare la Disney solamente per la distribuzione, senza la divisione dei profitti e dei diritti commerciali. L'offerta non fu, come ci si aspettava, accettata dalla Disney, ma la Pixar rifiutò ogni altra concessione.
La Disney conservò i diritti dei primi film, e decise di crearne dei sequel. Mise in pre-produzione il terzo episodio di Toy Story (il progetto fu poi bloccato e rimesso in produzione dalla Pixar) e nel 2005 iniziò a produrre propri film in CGI, il primo dei quali è stato Chicken Little - Amici per le penne.
Nel 2006 la Disney acquista, con un'operazione da 7,4 miliardi di dollari (contro i 10 milioni pagati da Jobs nel 1986) la Pixar, diventando così il più grande studio d'animazione del mondo; Steve Jobs entra nel consiglio di amministrazione della Disney e ne è attualmente il più grande azionista individuale.
Nell'86 Jobs fondò la nuova compagnia indipendente con Edwin Catmull, che rimane membro del team esecutivo. John Lasseter, due volte vincitore dell'Oscar ( per il miglior cortometraggio d'animazione (Tin Toy) ed un Oscar speciale per Toy Story ) è regista ed animatore e supervisiona tutti i progetti dello studio come vice-presidente esecutivo del Creative Department. Lasseter ha anche vinto un Golden Globe per il miglior film d'animazione con Cars - Motori ruggenti ed è stato nominato in altre quattro occasioni - nella categoria Miglior film d'animazione, per Cars e Monsters & Co., nella categoria Miglior sceneggiatura originale per Toy Story e in quella di Miglior cortometraggio d'animazione per Luxo Jr.
Caro amico ed estimatore di tutti i lavori dell’animatore Hayao Miyazaki (di cui è stato il produttore esecutivo di diversi film per la loro versione americana, supervisionando il doppiaggio e la colonna sonora); Lasseter afferma che in tutti i film firmati Pixar vi è un po’ del tocco e dei pensieri del regista giapponese, poiché, nonostante la tecnologia digitale oggi permetta di dar vita e supportare qualunque visione dalla quale siamo ispirati come artisti; senza la capacità di portare il pubblico nel cuore pulsante di una storia… Beh, non si va di certo lontano. Lasseter vive in California con la moglie Nancy ed i cinque figli: Joey, Bennett, P.J. (Paul James), Sam, and Jackson.

Ilaria Serina

18/05/2009

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