Torino Film Festival - Cinema Giovani

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(12-11-2002) - TFF Day

Da Eva Henger a Pier Maria Bocchi passando per Giuseppe Rotunno
Cronaca di un Incredibile Lunedì al TFF


Poteva essere un'edizione come un'altra, passata a navigare sul sito internet leggendo l'elenco delle retrospettive e degli omaggi, tra un "A già..." e l'altro ma in un istante l'occhio cade sul programma dell'11 Novembre.
Giuseppe Rotunno, Francesco Alberoni, Pier Maria Bocchi e il libro di Mann, non potevo mancare!
Un'ora di viaggio, sotto un cielo argenteo, tra cemento e asfalto di una città intenta a rifarsi il trucco per il 2006, l'enorme contesto del Pathè…, l'interno del Lingotto con una sezione interna, una sorta di rampa che sembra quella che Will Graham fece fuggendo dalla cella di Lector in Manhunter, le scale mobili percorse salendo, ergo in direzione opposta, come de Neil fece in Heat …troppi segni o semplice paranoia?
Zero secondi di coda alla cassa per il pass, un po' più di tempo trascorso ad ammirare Eva Henger e qualche paparazzo intento a fotografarla con l'effige del TFF, quale madrina più appropriata…comunque in televisione anche se in piedi l'ho vista poco, mi sembrava più alta...
Sala 1? No retrospettiva su Rotunno spostata alla Sala 4, entro e il corto è appena cominciato.
L'architettura della Luce ,un incontro con Giuseppe Rotunnodi Mauro Conciatori,corto prodotto dalla scuola Nazionale di Cinema Centro Sperimentale di Cinematografia.
Da Visconti a Fellini, la voglia per il vero contro l'artefatto per un unico comune scopo: rendere reale il contesto di una storia citando l'importanza dell'esigenza di avere belle storie nel cinema...
La parentesi americana da Fosse e Nichols, la sua capacità di essersi reso impermeabile all'America, conservando le sue qualità e capacità artistiche da italiano.
La tecnologia vista da Rotunno ,il suo favore alle nuove tecniche di ripresa e al digitale, ma con un monito importante: è la tecnologia che deve andare incontro al cinema e alle sue storie non viceversa!
Infine uno sguardo al futuro e ai giovani promettenti che l'italia è in grado di sfornare...
Si accendono le luci, la sala applaude, ROTUNNO è a 10 posti da me...non mi resta che avvicinarmi e complimentarmi con lui (la prima scena di A proposito di Henry con un inquadratura su una finestra ha dell'incredibile) stringendogli la mano, con relativa scossa elettrostatica...Dio che figura...
Passano alcuni minuti e mi ritrovo in Sala 1 dove Stefano Dalla Casa intervista Francesco Alberoni, un grande; si parla della Scuola Nazionale di Cinema, del Centro Sperimentale di Cinematografia, si parla di ricerca di fondi per produrre ed insegnare il cinema, della Fiction, della qualità spesso latente in questo settore e della masochistica attitudine di comprare all'estero spazzatura.
Alberoni, parlando non solo di fiction televisiva ma in generale, coglie il segno con questa frase "Il pubblico non è così idiota come sembra", e successivamente coglie un altro centro citando la DISTRIBUZIONE in Italia…"Non è possibile che bei film restino nelle sale per 3 giorni, o che non escano proprio", richiamando all'ordine lo stato e gli organi competenti.
L'intervista si chiude tra gli applausi, la gente si alza…passano alcuni istanti e mi accorgo che siamo comunque rimasti in tanti. Finalmente si parla di Michael Mann.
Michael Mann-il Castoro Cinema n.208 di Pier Maria Bocchi,introduce Roy Menarini.
Dopo le presentazioni di rito si passa ad un analisi più approfondita del cineasta americano, e Pier Maria Bocchi introduce l'intervista avuta a Los Angeles, una vera chicca inclusa ovviamente anche nel suo volume.
Si cita poi la fine del "post moderno" con Manhunter e della rinascita del "classico" con L'ultimo dei Mohicani, dell'attitudine di Mann di fare cinema come vuole lui e non come vogliono i produttori, della consapevolezza di essere scomodo a Hollywood nonostante sia così radicato in Hollywood.
Non può mancare una citazione nell'uso della musica nei suoi film, elemento "trascendentale" della storia, della voglia di mostrare la realtà nel suo cinema…il pubblico segue con attenzione, arriva il momento di fare domande..e Bocchi ascoltandomi ha l'impressione di aver di fronte qualcuno di differente...
Qualcuno che ha ricevuto, da Los Angeles, dopo quasi 2 anni, una risposta da Mann e un poster di Insider, una lettera che diceva: "Dear Fabio, Sorry is taken it's me this long to write back, thank you for youg good wishes and support." Gli chiedo se come me in Heat vede tutti i suoi precedenti film, della sperimentazione vista in Insider e Alì; gli chiedo il perché ha dimenticato di citare La Fortezza in un suo precedente discorso, gli parlo di RHD, un sorta di Heat televisivo…ad ogni domanda sapevo già la risposta e Bocchi sembrava conoscere le mie questioni!
Viene da chiedersi: "E' il cinema di Mann una sorta di allenamento ai poteri ESP?"
Credo di sì, l'empatia fa parte del cinema raccontato da Michael Mann ,e viene amplificata dagli innumerevoli dettagli di immagine, luce, musica ed edizione...
Un cinema grandioso nella sua apparente implicità, cinema che amo!
Ringrazio vivamente Pier Maria Bocchi per avermi dato la possibilità di intrattenermi con lui dopo la presentazione del libro.

Fabio Pirovano

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Settimanale di informazione cinematografica - Direttore responsabile: Ottavia Da Re
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