Far East Film Festival

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(02-05-2003) - I vincitori

Parlare di record, tracciando il bilancio finale di Far East Film, è ormai diventata una solidissima tradizione. Ma parlare di record quest'anno, l'anno dell'ombra nera chiamata Sars e delle polemiche anti-Festival accatastate giorno per giorno, assume un valore completamente diverso: all' enorme soddisfazione degli organizzatori, infatti, va aggiunto il legittimo orgoglio di un'enorme vittoria sulla quale pochi avrebbero scommesso. A cominciare, purtroppo, dagli stessi udinesi.
E il termine "orgoglio", appunto, ha segnato ufficialmente l'intervento conclusivo di Sabrina Baracetti, Presidente del Centro Espressioni Cinematografiche, mentre giovedì sera salutava e ringraziava lo splendido pubblico di questa quinta edizione (già considerata una delle migliori dalla stampa internazionale): "Finché ci sarete voi, ci sarà pure Far East Film". Un "voi" che, tradotto in cifre, significa qualcosa come 35 mila spettatori distribuiti al Teatro Nuovo nell'arco di 8 giornate (una in meno del solito, per banali ragioni di calendario)!
L'ennesimo e straordinario record, come dicevamo, che si raddoppia perentoriamente toccando il maggior numero di accreditati mai presenti alla manifestazione: oltre 600, da mezzo pianeta, suddivisi tra giornalisti, critici, studenti di cinema, esperti, addetti ai lavori, semplici "curiosi".
E se Far East Film 5 ha dovuto rinunciare a moltissimi ospiti abituali, cioè agli artisti e ai consulenti il cui domicilio si trova nelle tristemente note «zone a rischio», l'atmosfera è stata comunque la solita (inconfondibile) atmosfera di festa: 52 proiezioni in totale, dal mattino a notte fonda, senza poi dimenticare gli incontri pomeridiani e le coloratissime appendici notturne nei locali della città.
Una robusta iniezione d'ossigeno per l'immagine pubblica di Udine, insomma, ancora una volta invidiata e ammirata roccaforte occidentale del cinema asiatico. Cinema che, secondo i voti dell'immancabile "Audience Award", ha visto brillare Hong Kong, Giappone e Corea del Sud, rispettivamente con il magnifico poliziesco "Infernal Affairs" di Andrew Law & Alan Mak (incoronato, a furor di popolo, miglior film), con l'intenso "Shangri-La" dell'ex ragazzaccio Miike Takashi e con il delizioso "The Way Home" di Lee Jeong-hyang. Consensi massicci, ovviamente, hanno poi accompagnato lo strepitoso "PTU" di Johnnie To (il vecchio amico di Far East, ricordiamo, ha inviato un affettuoso video-messaggio da Hong Kong) e l'irresistibile black-comedy "Out" del giapponese Hirayama Hideyuki.
Proprio dal Sol Levante, del resto, sono forse arrivati i raggi di luce più sorprendenti dell'edizione 2003: il secondo posto di Miike Takashi ha fatto rima con la presenza al Festival dello stesso Hideyuki e del grande maestro Ishii Teruo, titolare di una ricca e applaudita retrospettiva-tributo, dimostrando che il "lontano Oriente" è davvero un universo ancora tutto da esplorare.

Sito ufficiale www.farestfilm.com

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Settimanale di informazione cinematografica - Direttore responsabile: Ottavia Da Re
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