FESTIVAL INTERNAZIONALE DEL FILM DI ROMA - 3. Edizione

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(27-09-2008) - Presentata la sezione L’ALTRO CINEMA | EXTRA

Anteprime di tendenza, sorprendenti film di genere, documentari da tutto il mondo

Sia tra i documentari che tra i film di finzione, quest'anno, compaiono molti nomi noti (Mingozzi, Assayas, Vinterberg, Greenaway), molte nazionalità diverse (dall'Iran all'Australia, dalla Danimarca al Canada, dalla Spagna alla Repubblica Ceca, dal Belgio all’Argentina) ed un ampio spettro di cinema selezionato: dal sorprendente thriller con cui Jean Claude Van Damme si mette in gioco come attore e personaggio ("JCVD"), ad un puro esperimento cinematografico come "$9.99" dell'israeliana Tatia Rosenthal, film d'autore interamente realizzato in stop motion. Tra i documentari, 12 film in anteprima europea o mondiale che formano la selezione competitiva dei premi CULT ed ENELCUORE, che lo scorso anno annoverava, fra il suoi titoli, il premio Oscar® 2008 "Taxi to The Dark Side". Il cinema documentario sembra lavorare o sulla conoscenza dell'esperienza artistica (la musica, la danza, la pittura, il cinema) o sulla testimonianza della diversità (la cecità, la transessualità, la reclusione).

FILM

$9.99
di Tatia Rosenthal, Australia / Israele, 2008, 74’

Qual è il prezzo per conoscere il senso della vita? Dave è disposto a spendere poco meno di dieci dollari. Ma, negli afosi e claustrofobici appartamenti di Sydney, nessuno sembra disposto a dargli credito. Attraverso un raffinato lavoro di stop-motion, la regista Tatia Rosenthal orchestra un dramma esistenziale di storie intrecciate e parallele, con un cast di doppiatori d’eccezione tra cui Geoffrey Rush ed Anthony LaPaglia: dopo un po' lo spettatore dimentica che si tratta di pupazzi e li segue come attori in carne ed ossa. Potrebbe diventare quasi una pietra miliare, nel suo genere, sospeso tra immaginario ineffabile ed aspra realtà.

Baghead
di Mark Duplass e Jay Duplass, Usa, 2008, 84’

Quattro aspiranti attori, senza lavoro, decidono di passare il fine settimana nello chalet di uno zio, per scrivere la sceneggiatura di un thriller che sperano di poter interpretare per raggiungere il successo. Mentre sono impegnati nella stesura della storia, le loro relazioni personali prendono il sopravvento e li distraggono dall’obiettivo. La situazione si complica ulteriormente quando una delle ragazze dice di aver visto un‘inquietante figura con una busta di cartone sulla faccia proprio nel giardino della loro casa. Accattivante e originale escursione di commedia e suspence firmata da due fratelli che molti ritengono personalità di spicco del cinema indipendente americano.

Cal ArtCal Arts
AAVV, Usa, 2008, 67’

Cal Arts, ovvero il California Institute of the Arts, è l’università fortemente voluta e fondata da Walt Disney nei primi anni Sessanta. In poco più di quarant’anni è diventata una delle più importanti scuole di cinema degli Stati Uniti, con corsi in musica, teatro, danza, arte, studi storico-critici e, ovviamente, uno sguardo particolare su tutto quello che è animazione. Ogni anno gli studenti realizzano un film di diploma. L’Altro Cinema | EXTRA ha selezionato i migliori corti d’animazione dei programmi The Producer’s Show e Experimental Animation Program di quest'anno: una scorpacciata per gli occhi di adulti e piccini.

L’Heure d’été
di Olivier Assayas, Francia, 2008, 103'

Durante l’estate, nella loro casa di campagna, Adrienne, Frédéric e Jérémie, in compagnia dei loro figli, festeggiano i 75 anni della madre Hélène Berthier che ha dedicato la vita all’opera di suo zio, il pittore Paul Berthier. La morte di Hélène li obbligherà a confrontarsi con gli ingombranti oggetti del loro passato, con alcuni segreti fino ad allora scrupolosamente custoditi ma anche, inevitabilmente, sulla alternanza continua di intimità e lontananza che segna ogni individuo e i rapporti con i membri della famiglia d'origine. Nel finale, sia le generazioni più giovani, con un party, sia gli oggetti del celebre zio (che finiranno nel famoso Musée d'Orsay) si congederanno una volta per sempre dalla vecchia casa.

JCVD
di Mabrouk El Mechri, Francia / Lussemburgo / Belgio, 2008, 93’

Che fine ha fatto Jean-Claude Van Damme, paladino indiscusso degli action-movie degli anni Ottanta? E cosa pensereste se il nostro eroe fosse coinvolto in una rapina, diventando il ricercato numero uno in Belgio? In questa spiazzante fusione tra un biopic e un mockumentary, Van Damme – attraverso una robusta prova d’attore – si mette in gioco raccontando la parabola discendente della sua carriera: tra assegni scoperti e una separazione coniugale devastante, JCVD rende conto, con sorprendente autoironia ed una sapiente familiarità con il cinema di genere, di cosa vuol dire restare imprigionato in un personaggio.

Louise-Michel
di Gustave Kervern, Benoît Delépine, Francia, 2008, 90’

Le lavoratrici di una fabbrica francese, una mattina, hanno una brutta sorpresa: la fabbrica è stata smantellata durante la notte, i dirigenti sono spariti. Le operaie vagliano varie ipotesi ma non riescono a trovare una soluzione vincente. Louise, la più intraprendente di tutte, decide: ingaggeranno un killer per uccidere il loro capo! Sono tutte d’accordo, ora sta a Louise scegliere il migliore, e lei sembra indirizzarsi verso Michel, più che un killer, un tuttofare non propriamente infallibile - insieme a Louise diventeranno una coppia letale e indimenticabile. Dalla Francia, una black comedy tossica e irresistibile prodotta da Mathieu Kassovitz.

MartyrMartyrs
di Pascal Laugier, Francia / Canada, 2008, 95'

La giovane Lucie, scomparsa da un anno, viene ritrovata lungo una strada, in stato catatonico, sconvolta e incapace di ricordare cosa le sia successo. Ma appena il passato riaffiora, esplode in lei una violenza cieca e devastante. Da alcuni mesi sui blog specializzati non si parla d’altro: Martyrs sembra essere il suspense thriller più atteso dell’anno e il divieto ai minori di 14 anni in Francia (circostanza che non si verificava da anni) non ha fatto che alimentare la curiosità degli appassionati del genere. Una tra le pellicole di maggiore tensione viste sullo schermo da lungo tempo, con un finale imprevedibile e una riflessione astratta e solenne, quasi metafisica, sulla violenza.

Il prossimo Tuo
di Anne Riitta Ciccone, Italia / Francia / Finlandia 2008, 124’

Una giovane hostess che ha paura di volare; una pittrice alle prese con una piccola rom di talento; un reporter, prigioniero di un trauma di guerra, che non riesce più a lavorare. Tre storie, in tre diversi paesi europei, che si intrecciano e, quasi, si parlano, come se l’una passasse il testimone del proprio malessere all’altra. Girato in tre paesi differenti (Italia, Francia, Finlandia), con tre differenti direttori della fotografia, il film della Ciccone, finlandese da parte di madre, è un lavoro di musicalità tenue e costante, lieve ed intenso ad un tempo, che racconta quanto sia complicato avere a che fare in continuazione con se stessi e con il proprio passato.

Tres Deseos
di Marcelo Trotta, Vivian Imar, Argentina, 2008, 98’

Pablo e Vittoria vanno al mare a trascorrere un weekend per festeggiare il compleanno di lei. Sono sposati da otto anni e il loro matrimonio sta attraversando una crisi, anche per questo hanno deciso di passare un po’ di tempo insieme lontani da tutto. Dopo l’ennesima lite tra i due, Pablo va a fare una passeggiata e incontra Ana, una vecchia fidanzata che ha lasciato dodici anni prima. E' un incontro, sullo sfondo di spiagge vuote e interni coloniali, destinato a portare a compimento il destino della coppia. Carico di notazioni e sfumature impalpabili, è la cronaca della fine di un amore, un dolente trio di personaggi concentrati e solitari.

When a Man Comes Home / Riunione di famiglia
di Thomas Vinterberg, Danimarca, 2008, 100’

Una pittoresca cittadina è in subbuglio per il ritorno a casa del grande Karl Kristian Schmidt, cantante di opera di fama internazionale. Fervono i preparativi per il suo rientro quando Sebastian, un adolescente tormentato dalla balbuzie che sta per sposarsi con Claudia, scopre di essere il figlio segreto del grande Karl e di essere ancora innamorato di Maria, sua antica fiamma, improvvisamente riapparsa. Modulando con maliziosa abilità dramma e commedia, When a Man Comes Home segna il ritorno in patria, anche del suo regista, tra i fondatori di Dogma ’95. Come nel suo capolavoro premio Oscar, Festen, fruga senza reticenze nelle infinite complicazioni della famiglia e dei sentimenti.

DOCUMENTARI

7 Blind Women Filmakers
di Sara Parto, Shokoofe Davarnejad, Narges Haghighat, Banafshe Ahmadi, Mahdis Elahi, Naghmeh Afiat e Neda Haghighat, coordinate da Mohammad Shirvani, Iran, 2008, 116'

Se un regista perdesse improvvisamente l’uso della vista sarebbe ancora in grado di mostrare il mondo che ha davanti? E se lo fosse, come potrebbe raccontarlo? Mohammad Shirvani decide di rispondere a questa domanda insegnando ad un gruppo di donne cieche il linguaggio del cinema ed affidando ad ognuna di loro una piccola videocamera digitale con la quale raccontare la propria storia. Il risultato è un film straniante e a tratti drammatico che mentre accumula spaccati rivelatori e sconosciuti di una intera società, si interroga sulle potenzialità del cinema come estensione delle nostre percezioni e strumento di conoscenza.

Bob Marley - Exodus '77
di Anthony Wall, UK, 2008, 90’

Nel 1977, dopo essere sopravvissuto a un attentato, Bob Marley è a Londra per incidere il suo capolavoro. Exodus ‘77 non è solo una straordinaria testimonianza sulla creazione di uno dei più importanti album del secolo, ma un viaggio attraverso il mondo di un artista unico, il cui impatto sulla cultura contemporanea è stato dirompente. Grazie ad immagini d’archivio inedite e, talvolta, memorabili, il regista Anthony Wall racconta, nella durata di un 33 giri, allo stesso tempo, l'itinerario biografico di Marley, la sua quotidianità e il suo pensiero. Un appassionante gioco di sovrapposizioni tra parole e musica, vita e arte.

Effedià – Sulla mia cattiva strada
di Teresa Marchesi, Italia, 2008, 85'

E’ ancora possibile, oggi, progettare un documentario su Fabrizio De Andrè che faccia breccia nella proverbiale reticenza di cui si circondava il "Bob Dylan italiano"? Teresa Marchesi, giornalista televisiva, è riuscita senza enfasi in questo lavoro attingendo, in accordo con la famiglia, all’archivio privato del cantautore. Ne viene fuori un ritratto di profondità inedita in cui a parlare è soprattutto De Andrè che racconta la propria esperienza di artista e la sua biografia con una apertura sconosciuta, tra registrazioni ancora mai viste di brani dal vivo, apparizioni tv, e piccole perle come la commozione di Battiato, De Andrè da giovane che rifà Brassens e Fiorello che improvvisa Bocca di rosa.

El ultimo truco
di Sigfrid Monleón, Spagna, 2008, 92’

Emilio Ruiz del Rio ha lavorato in più di cinquecento film con registi come Orson Welles, David Lynch, Richard Lester, Enzo Castellari, Fernando Trueba and Guillermo del Toro dando vita, tra gli altri, agli straordinari effetti speciali di Rapporto Confidenziale, Dune, Conan il Barbaro, La Nina dei tuoi sogni, Il labirinto del fauno. Il documentario svela tutti i trucchi usati da Emilio e i segreti geniali e artigiani della sua arte: vetri dipinti, specchi, alterazioni ottiche, modellini mobili (treni, ponti, barche) ma soprattutto quel fascino irreale del cinema che la perfezione del digitale ha reso un fantasma.

Farbtest.6
di Gerd Conradt, Germania, 2008, 20’

Decine di persone come tedofori attraversano più città in tutto il mondo imbracciando una gigantesca bandiera rossa. La macchina da presa li segue, senza intervenire, mantenendosi a debita distanza per registrare unicamente questa corsa nella Storia. La gente intorno guarda stupita, incapace di comprendere un gesto che sa di altri tempi. Prosecuzione di un lavoro cominciato alla fine degli anni sessanta, oggi ha il sapore archeologico di un rito nobile e scomparso.

Giorgio/Giorgia (storia di una voce)
di Gianfranco Mingozzi, Italia, 2008, 52’

Giorgia O’Brien (all’anagrafe Giorgio Montana) è una delle più grandi dive del palcoscenico italiano tra gli anni Cinquanta e Sessanta, ha una limpida voce da soprano, ma può toccare anche tutti i registri di un baritono: così incanta il pubblico per un trentennio. La storia di un’esistenza all’insegna della diversità e della sfida ma anche dell'amore, dell'amicizia, della ricerca. Gianfranco Mingozzi mette la sua pluriennale esperienza di autore e documentarista al servizio dell'affresco di una biografia struggente, barocca e inimitabile.

Gyumri
di Jana Sevcikova, Repubblica Ceca, 2008, 68’

Nel 1988 un terremoto distrusse la cittadina armena di Gyumri. La stima delle vittime parlò di oltre 70.000 morti, tre quarti dei quali bambini. La popolazione, sconvolta, reagì compatta alla disperazione, nel tentativo di ricostruire dalle macerie la vecchia città distrutta e buona parte di quei genitori rimasti soli diede alla luce altri figli, spesso chiamandoli come i defunti, come per sedare un dolore incolmabile. Un documentario di rara forza, con immagini dolorose e sconvolgenti e un'atmosfera da film di fantascienza, da pianeta remoto, dove le nuove generazioni tentano di sostituirsi ad un passato ormai scomparso.

Life. Support. Music.
di Eric Daniel Metzgar, Usa, 2008, 79’

Nel 2004, Jason Crigler, un noto chitarrista, viene colpito da una emorragia cerebrale durante un concerto: secondo i medici, se dovesse sopravvivere, sarebbe impossibile per lui tornare a camminare e a parlare. La sua famiglia e sua moglie, incinta, non si rassegnano. Grazie al materiale girato dallo staff dell’ospedale assistiamo piano piano al ritorno alla vita di un musicista, un marito e ora anche un padre. Nel documentario, che trasforma questa storia drammatica in un racconto sorprendente come quello di un film di finzione, oltre ai familiari, intervengono, tra gli altri, Norah Jones, Marshall Crenshaw, Teddy Thompson.

Man on WirMan Wire
di James Marsh, UK, 2008, 90’

In un luminoso mattino d’estate del 1974, il funambolo Philippe Petit camminò per più di un’ora lungo un cavo d’acciaio steso tra i due grattacieli più alti del mondo, le Torri Gemelle di New York, simbolo del progresso e del rinnovato ottimismo occidentale. Man on Wire è la storia di questa avventura surreale, progettata da un manipolo di eroici sognatori, figli del loro tempo. Attraverso il materiale girato durante la preparazione dell’intricato piano che li porterà in cima ai palazzi, il film, che ha letteralmente dominato nel panorama documentario dei migliori festival della stagione, racconta una parabola epica, una folle utopia al confine tra il gioco prodigioso, l'atto politico e la provocazione artistica.

L’ora d’amore
di Andrea Appetito, Christian Carmosino, Italia, 2008, 52’

L’ora d’amore è un film sulla dura routine della reclusione, dentro e fuori, sulla difficoltà di mantenere e proteggere le relazioni per chi si trova dietro le sbarre. Girato per la maggior parte all’interno del carcere, un luogo in cui ogni passo ha una barriera ed ogni contatto umano è mediato dal controllo, il film segue le vicende sentimentali di alcuni reclusi, il loro rapporto con l’esterno, cercando di cogliere nei gesti e nelle parole il tentativo di un riscatto contro la solitudine e la paura. È un punto di vista che, forse per la prima volta, prende in considerazione chi, per prossimità di affetti, frequenta regolarmente la prigione dove vive un congiunto.

Predappio in Luce
di Marco Bertozzi, Italia, 2008, 60’

Predappio è la cittadina romagnola patria di Mussolini, meta di pellegrinaggi e sede, nel ventennio, di una trasformazione architettonica che gli ha cambiato il volto. Il documentario di Bertozzi, docente e filmaker, ricostruisce attraverso l’uso originale delle immagini dell’Istituto Luce le fasi della trasformazione del paese, il suo aspetto attuale e il rapporto dei suoi abitanti con un’eredità così impegnativa. Un lavoro di suggestiva archeologia audiovisiva che utilizza due storici della comunicazione come Pierre Sorlin e David Forgacs per ricostruire il lavoro dell'immaginario mediatico e architettonico di un regime.

Rembrandt's J'accuse
di Peter Greenaway, Olanda, 2008, 86’

Dietro al capolavoro di Rembrandt, “La ronda di notte”, si cela una intricata cospirazione. Il genio visionario di Peter Greenaway ci accompagna alla scoperta di cinquanta indizi nascosti nella tela che svelano vendette, corruzione e giochi di potere nell’Olanda del XVII secolo: e lo fa col suo stile inconfondibile. Un ritorno agli antichi fasti dei Misteri del giardino di Compton House e dei Racconti del cuscino, in cui il regista britannico fa sfoggio delle sue doti di esegeta e di cineasta sempre fuori dagli schemi. Un noir imperdibile sull’arte e la condizione dell’artista, tanto privilegiata quanto crudele.

Eldorado - Chorégraphie
di Olivier Assayas, Francia 2008, 41'
Eldorado Création
di Olivier Assayas, Francia, 2008, 90’

Mentre terminava la postproduzione del suo ultimo lungometraggio, L'Heure d'été, Mk2, società di produzione e distribuzione francese, insieme alla tv franco/tedesca Arte, commissionavano ad Olivier Assayas la realizzazione di un documentario su Eldorado, pièce nata da una partitura inedita di Karlheinz Stockhausen, messa in scena nel 2007 da Angelin Preljocaj, coreografo e ballerino francese di fama internazionale. Assayas segue e registra integralmente le prove dello spettacolo, si confronta con coloro che vi hanno lavorato, interroga Stockhausen e Preljocaj sulla loro collaborazione. Quello che ne vien fuori sono due lavori, complementari ma diversi per impostazioni e finalità. Il primo, Eldorado - Chorégraphie, è la ripresa dello spettacolo, nella sua integrità: 12 ballerini al ritmo di uno dei più grandi compositori del secolo filmati come atleti di kung fu. Il secondo, Eldorado Création, ne ricostruisce, invece, la genesi e la lavorazione nel tentativo di restituire il processo creativo che ha visto coinvolta anche la scenografa e costumista Nicole Tran Ba Vang. L’obiettivo dichiarato è quello di catturare l’essenza della creazione artistica in un esperimento che fonde musica, danza e cinema.

Stolen Art
di Simon Backés, Belgio, 2008, 56’

Nel 1978, a New York, vengono esposti una serie di quadri dell’artista ceco Pavel Novak. Le opere erano copie esatte di famosi artisti del passato. Una provocazione, apparentemente. Ma quando un collezionista afferma che uno dei quadri esposti non è una copia, ma l’originale scomparso qualche mese prima da casa sua, interviene la polizia e Novak scompare. Trent’anni dopo, il regista Simon Backés intraprende una indagine sulle tracce degli originali “copiati” da Novak, il quale assume i contorni di un misterioso falsario, enigmatico come in un film di Welles. Un giallo irrisolto sull'idea ambigua di copyright e sul talento artistico.

Theater of War
di John Walter, Usa, 2008, 95’

Nell’estate 2006, al Manhattan’s Public Theater di New York, è andato in scena "Madre Coraggio e i suoi figli" di Bertolt Brecht. Aveva come personaggio principale Meryl Streep (e al suo fianco Kevin Kline), che per l’occasione si è presa un anno di vacanza dal grande schermo e per la prima volta nella sua carriera ha permesso che una troupe seguisse da vicino il processo creativo di un suo personaggio. Mentre resoconta, sulla scena, la nascita di un progetto non comune, e il vissuto dei suoi protagonisti, il film ci fa rivivere anche alcuni snodi della vita di Brecht, la sua fuga dai nazisti, i suoi anni in esilio, il pericolo del maccartismo e il suo ritorno in patria, dove mise in scena Madre Coraggio.

Walt & El GrupWalt Grupo
di Theodore Thomas, Usa, 2007, 106’

Nel 1941, Walt Disney e un gruppo selezionato di artisti, chiamato “El Grupo”, sono in Sudamerica, in un viaggio promosso dalla politica americana ma anche per prendere spunti per nuove storie da cui nasceranno film come Saludos amigos e I tre Caballeros. Il regista, Ted, è figlio del leggendario animatore Disney, Frank Thomas, uno dei membri di quel tour. Non solo ha recuperato straordinari materiali di archivio inediti, spesso gelosamente custoditi fino ad oggi anche ai più noti studiosi, ma ha rifatto quel viaggio, a sessanta anni di distanza, ripercorrendo tutti i luoghi toccati da “El grupo”

Where in the World Is Osama Bin Laden?
di Morgan Spurlock, Usa / Francia, 2008, 93’

Dopo il successo planetario di Super Size Me, ritorna il genio caustico di Morgan Spurlock. Ancora una volta, il nostro eroe si cimenta in una impresa a dir poco proibitiva: trovare il ricercato numero uno al mondo. La caccia a Bin Laden comincia nei “paesi canaglia” con l’intento di dimostrare l’inconcludenza di anni di ricerche di CIA ed FBI, per poi trasformarsi in una riflessione provocatoria sui rapporti tra Stati Uniti e Medio Oriente post 11 settembre. Una tragicommedia esilarante in cui Spurlock si getta, anima e corpo, con l’ingenuità di un novello Candido, a dorso di cammello.

(27/09/2008)

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Settimanale di informazione cinematografica - Direttore responsabile: Ottavia Da Re
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