| (09-09-2011) - “Valdagno, Arizona”: buon esordio a Venezia Grandi consensi per il film-documentario realizzato dal Collettivo Pyoor
Accolto con grande calore il documentario “Valdagno, Arizona”, firmato dal Collettivo Pyoor e presentato venerdì 9 Settembre alla 68° Mostra internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia nella sezione dedicata a Le Giornate degli Autori.
Dopo la presentazione in anteprima mondiale, avvenuta la mattina di venerdì, “Valdagno, Arizona” è stato presentato in serata al grande pubblico accorso in Pagoda per scoprire l’essenza di Pyoor: più di 300 persone hanno infatti assistito alla proiezione del film-documentario, prendendo poi parte alla coinvolgente esibizione live della Pyoor Band guidata da Jonny Rosch.
A dimostrazione dell’interesse suscitato, il sito del Collettivo Pyoor, www.pyoorworld.com, lanciato in concomitanza con l’inaugurazione della Mostra lo scorso 31 agosto, ha raggiunto nei giorni della manifestazione oltre i 169.000 accessi con più di 82.000 pagine visitate da parte degli internauti, dato importante, che sottolinea Marina Marzotto “Ci dà davvero speranza sull’utopia realizzata di cui ha parlato il Delegato Generale de Le Giornate degli Autori, Giorgio Gosetti, nell’introduzione alla proiezione. A volte non servono grandi star e organizzazioni roboanti ma bastano messaggi veri per attrarre l’attenzione del pubblico”.
Ripercorrendo l’esperienza di Umberto Marzotto che, all’alba dei 50 anni, segue un sogno che lo porta in Arizona, il documentario “Valdagno, Arizona” racconta il fascino, il misticismo, le tradizioni, la cultura, la morale della “mitologia indiana” e, allo stesso tempo, descrive una società Nativo Americana contemporanea, incredibilmente moderna e ben organizzata, che guarda al futuro senza alcun rimpianto.
PYOOR, che nell’Urban Dictionary significa puro ma anche eccellente, è un progetto collettivo che intende raccontare modelli di sviluppo minori alla luce dell’evidente declino dei modelli imperanti. Questi mondi minori hanno saputo sopravvivere alle ideologie del Novecento e al pensiero unico del consumismo. Hanno saputo proteggere la propria lingua e la propria cultura. E sembrano in grado di sognare un futuro proprio perché non sentono il bisogno impellente di far tabula rasa del passato.
13/09/2011
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