Nanda Pivano e Abel Ferrara
| (28-07-2011) - Alla 68. Mostra del Cinema il documentario: PIVANO BLUES - Sulla strada di Nanda Un film di TERESA MARCHESI
con e per Fernanda Pivano
presentato a Controcampo Italiano
Dopo il documento-intervista Effedià – sulla cattiva strada dedicato all’amico Fabrizio De Andrè, la giornalista Teresa Marchesi ci fa ripercorrere la vita di un’altra delle persone che hanno segnato il panorama culturale italiano: Fernanda Pivano.
Alla 68° Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, nella sezione Controcampo Italiano, il film di Teresa Marchesi, Pivano Blues, è un omaggio all’amica anticonformista, gentile e ostinata, ribelle per storia e per vocazione, “scomoda” sempre, che ha “importato” per sette decenni la più innovativa letteratura americana del ‘900. Il film si basa sui Diari della Pivano e su un piccolo patrimonio di filmati inediti relativi, conversazioni e incontri con grandi della Beat Generation e della controcultura anni ’60 ’70.
Il film documenta il lavoro di capitale importanza svolto da Fernanda Pivano nella formazione umana e creativa di tanti artisti come Jovanotti, Abel Ferrara, Vasco Rossi, Francesco Guccini, Luciano Ligabue, Morgan, P.F.M., Vinicio Capossela, Piero Pelù (per lei i Litfiba hanno composto la suite Dimmi dei nazi, la frase con cui l’accolse Ernest Hemingway al loro primo incontro, dopo la sua traduzione di Addio alle armi e l’arresto da parte delle milizie fasciste), Fabrizio De André, Jay Mc Inerney, Erica Jong, Patti Smith, Lou Reed, oltre all’amica di sempre Dori Ghezzi. A rendere omaggio a questa donna speciale anche Luciana Littizzetto, che legge alcuni i brani tratti dai Diari, accompagnata da Paolo Maria Noseda.
A fare da cornice i disegni animati di Ursula Ferrara.
In scena l’ultima battaglia di Fernanda: rivendicare alla Poesia (con la maiuscola) i testi delle grandi canzoni popolari d’autore, contro le ghettizzazioni della cultura accademica, e il legame speciale che ha unito la Pivano al mondo giovanile, avvicinando generazioni e generazioni di ragazzi ai libri, ai sogni, alle idee cui ha dedicato tutta la vita. Lo spirito con cui Nanda ha sempre lavorato, il senso della sua battaglia, è poi in fondo esattamente questo: non ci sono barriere tra letteratura “alta” e cultura popolare, i libri continuano a vivere solo se “passano” nella coscienza comune attraverso tutte le forme d’arte, tutte le forme di comunicazione. Per dirla con Nanda, i poeti non cambiano il mondo, ma le anime sì. Le anime sì.
“Devo all’affetto e alla fiducia di Nanda il fatto di aver potuto ricostruire dal vivo la missione speciale di questa grande importatrice di cultura dal continente americano all’Italia. Mi piace immaginare che la vivacità e l’entusiasmo con cui rievoca la tecnica di scrittura di Hemingway o l’etica di Cesare Pavese incuriosiscano anche i ragazzi delle scuole che non ne hanno mai sentito parlare. Le nostre memorie comuni e quelle sue personali, raccolte nei Diari, mi hanno permesso di rintracciare una serie di protagonisti della musica italiana e non, ai quali è affidato il compito di spiegare quanta pagina scritta, quanti libri, attraverso la mediazione della Pivano, siano finiti nelle loro canzoni. È forse questo il modo più diretto e semplice per comunicare alle nuove generazioni cresciute su internet e sulla musica l’importanza capitale della lettura” commenta Teresa Marchesi.
28/07/2011
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