67. MOSTRA DEL CINEMA DI VENEZIA

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La Belle endormie di Catherine Breillat

(19-07-2010) - ORIZZONTI: film di apertura e di chiusura

"La Belle endormie" di Catherine Breillat film di apertura e "Oki’s Movie" di Hong Sang-soo film di chiusura della rinnovata sezione Orizzonti

"La Belle endormie" (La bella addormentata), scritto e diretto da Catherine Breillat - una delle più importanti narratrici contemporanee intorno ai temi del desiderio e della sessualità - e "Ok-hui-ui yeonghwa" (Oki’s Movie) realizzato da Hong Sang-soo – considerato il vero e proprio iniziatore del nuovo cinema coreano, vincitore quest’anno a Cannes del premio “Un Certain Regard” con il film Hahaha - saranno rispettivamente i film di apertura e di chiusura della rinnovata Sezione Orizzonti della 67. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica (1-11 settembre 2010), diretta da Marco Mueller e organizzata dalla Biennale di Venezia presieduta da Paolo Baratta.

I due film - presentati in prima mondiale rispettivamente giovedì 2 e sabato 11 settembre alla Sala Darsena - saranno in concorso per i nuovi premi riservati ai lungometraggi (Premio Orizzonti e Premio Speciale della Giuria-Orizzonti), nella sezione che da quest’anno si apre a tutte le opere “fuori formato”, con un più ampio sguardo verso le vie nuove dei linguaggi espressivi che confluiscono nel cinema.

"La Belle endormie" di Catherine Breillat - liberamente ispirato ai racconti popolari e al racconto di Charles Perrault - è interpretato da Carla Besnaïnou (Anastasia), Kérian Mayan (Peter), Julia Artamonov (Anastasia a 16 anni), David Chausse (Johan). E' una produzione Flach Film Production - Cb Films - Arte France ed è prodotto da Jean-François Lepetit e Sylvette Frydman. Catherine Breillat, che già lo scorso anno si era cimentata in una trasposizione di un altro racconto di Charles Perrault, Barbe Bleue, ha dichiarato a proposito di "La Belle endormie": «Diversamente da Barbablù, vorrei considerare questa fiaba non come una storia che due bambine si raccontano, ma come la storia stessa di una bambina che nasce (non sa ancora bene in che mondo), e che si crea il suo mondo da bambina. L'infanzia è un lungo e spietato limbo che precede l'adolescenza. Anche se è proprio lì che è ambientato l'inizio fiabesco del racconto. Così la bambina cresce a poco a poco e diventa un'adolescente, che crede ingenuamente di conoscere tutto della vita. Ma la vita non è una fiaba, e l'amore nell'adolescenza è come una maternità precoce, che porta a un'altra realtà della vita. Vi "riporta con i piedi per terra" come si dice. Non è più dunque una fiaba, ma il resoconto di una vita che inizia».

Undicesimo lungometraggio di Hong Sang-soo, "Ok-hui-ui yeonghwa" (Oki's Movie) rinnova la sua ossessione per tessiture narrative complesse, in un racconto articolato in quattro capitoli, "Jumuneul oeul nal" (A Day for Chanting), "Kiseu wang" (King of Kiss), "Pokseol hu" (After the Snowstorm) e "Ok-hui-ui yeonghwa" (Oki's Movie) che vedono protagonisti, tra presente e passato, realtà e ricostruzione cinematografica, un giovane cineasta, il suo anziano professore di cinema e la bella Oki, contesa tra i due. Interpretato da Lee Sun-kyun (Jin-gu), Jung Yu-mi (Ok-hui) e Moon Sung-keun (il professor Song), il film è scritto e diretto da Hong Sang-soo, prodotto dalla sua compagnia, la Jeonwonsa, e venduto dalla FineCut Co. Ltd.

Regista, sceneggiatrice, scrittrice, Catherine Breillat è una delle figure più di rilievo del cinema e della cultura francese d'oggi. Già collaboratrice di Maurice Pialat, Liliana Cavani, Federico Fellini, Marco Bellocchio, ha partecipato alla Mostra di Venezia nel 2000 come sceneggiatrice di Selon Matthieu di Xavier Beauvois (in concorso) e nel 2001 come regista e sceneggiatrice di Brève traversée (Nuovi territori). Nel 2007 Marco Mueller l'ha voluta nella specialissima giuria, tutta composta da registi, per l'edizione dei 75 anni della Mostra. Fra i suoi lavori: 36 fillette (1987), presentato a Locarno; Romance (1999); Sex Is Comedy (2002), film di apertura della Quinzaine des Réalisateurs a Cannes; Anatomie de l'enfer (2003); Une vieille maîtresse (2006), in concorso a Cannes; Barbe bleue (2009), presentato nella sezione Panorama a Berlino. E' del 2009 il suo ultimo libro Abus de faiblesse.

Hong Sang-soo è considerato il vero e proprio iniziatore del nuovo cinema coreano che da un decennio a questa parte ha conseguito importanti riconoscimenti presso tutti i maggiori festival internazionali, portando la Corea del Sud al centro del proscenio cinematografico mondiale. Il suo primo lungometraggio Dwaejiga umure bbajin nal (The Day a Pig Fell Into the Well, 1996), vincitore del Tiger Award al Festival di Rotterdam, è considerato l’incipit di una nuova effervescente stagione che ha portato sugli schermi internazionali i film di Kim Ki-duk, Park Chan-wook, Lee Chang-dong, etc… Tra i suoi lavori più significativi: Gangwon-do-ui him (The Power of Kangwon Province, 1998), O! Sujeong (Virgin Stripped Bare by Her Bachelors, 2000), presentati al Festival di Cannes; Bam-gwa nat (Night and Day, 2008), in concorso a Berlino; Hahaha (2010), film di chiusura e vincitore della sezione Un Certain Regard di Cannes 2010. Ok-hui-ui yeonghwa (Oki’s Movie) è la sua prima partecipazione alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica.

Note biografiche

Catherine Breillat

Nata a Bressuire, Francia, Catherine Breillat è regista, sceneggiatrice e scrittrice. A 17 anni pubblica il suo primo romanzo, L'Homme facile (1965), mentre nel 1972 interpreta Mouchette in Ultimo tango a Parigi di Bernardo Bertolucci. Abbandonata presto la carriera d'attrice, si dedica alla stesura di sceneggiature per Maurice Pialat (Police, 1985), collabora con Liliana Cavani alla sceneggiatura de La pelle (1981), con Federico Fellini per E la nave va (1983), ed è assistente al montaggio di Marco Bellocchio per Gli occhi, la bocca (1982). Nel 1976 debutta alla regia con L'adolescente (Une vraie jeune fille), che adatta un suo romanzo, di cui cura anche la colonna sonora, così come farà in seguito per A mia sorella! (À ma soeur !, 2000). Il filo rosso dei film della Breillat è senza dubbio la sessualità: indagata, negata, cercata, sofferta, subita. "La passione", come ha dichiarato la stessa regista, "quanto più è forte, tanto più è legata alla sofferenza, la propria e quella degli altri". La sessualità femminile diventa il mezzo per un percorso di ricerca di sé, di analisi dei propri demoni e delle zone oscure: una sorta di seduta psicanalitica perturbante. Il cinema della Breillat grida al mondo il suo caparbio desiderio di diversità, come dimostrano i titoli della sua filmografia, non di rado suggellati da punti esclamativi, da Parfait amour ! (1996) a A mia sorella ! (À ma soeur !, 2000), storia di Anaïs, dodicenne sgraziata e bulimica, che nutre un sentimento di amore-odio per la sorella quindicenne Elena, solare e bellissima, attraverso la quale sperimenta le proprie emozioni. Il film, che ha suscitato un acceso dibattito, come d'altra parte tutte le opere della regista francese, ha vinto numerosi premi nei Festival di Cannes, Berlino, Rotterdam e Chicago. L'intera filmografia di Catherine Breillat può essere considerata un continuo rimando al capolavoro di Nagisa Oshima L'impero dei sensi (Ai no corrida, 1976), ma anche ad autori quali Georges Bataille e Jacques Lacan. La tematica dello sguardo infatti, diretto o mediato, e di conseguenza del voyeurismo, è sempre presente nel suo cinema, così come la trasgressione che va al di là della pura e semplice provocazione, per diventare uno strumento di liberazione e purificazione. E' stata protagonista alla Mostra di Venezia nel 2000 per aver scritto la sceneggiatura di Selon Matthieu di Xavier Beauvois, e nel 2001 per aver presentato Brève traversée, storia di una trentenne disillusa e disgustata dagli uomini e dall'amore, che seduce ed è sedotta da un sedicenne. Fra i suoi lavori, vanno ricordati anche Movimenti notturni (Tapage nocturne, 1979); Vergine taglia 36 (36 filette, 1987), presentato al Festival di Locarno, con Jean-Pierre Léaud; Sale comme un ange (1991); Romance (1999) con Rocco Siffredi; Sex is comedy (2002); Pornocrazia (Anatomie de l'enfer, 2003; Une vieille maîtresse (2006), presentato in concorso al 60. Festival di Cannes, e ispirato a un romanzo di Barbey d'Aurevilly, che racconta la carriera di un libertino del XIX secolo diviso tra una nobile e illibata fanciulla e un'amante torbida e possessiva, interpretata da Asia Argento. Nel 2009 ha presentato al Festival di Berlino nella sezione Panorama, Barbe bleue, esplorazione del celebre racconto di Charles Perrault, in cui la regista ripropone, tra la favola e il ricordo, i suoi temi favoriti del rapporto tra sorelle e il sottile gioco della seduzione.

Hong Sang-soo
Nasce nel 1960 in Corea del Sud. Dopo aver studiato regia all’Università di Chungang a Seoul, parte per gli Stati Uniti dove studia al College of Arts and Crafts della California e all’Art Institute di Chicago. Negli Stati Uniti realizza diversi cortometraggi, pensando di dedicarsi al cinema sperimentale, fino alla scoperta del film di Bresson, Diario di un curato di campagna, che gli fa cambiare completamente idea. Dopo aver trascorso alcuni mesi alla Cinémathèque Française, torna in Corea del Sud dove lavora come regista per la televisione. Affascinato dall’indagare la natura umana e le sue debolezze utilizzando la lente sentimentale, esibisce il proprio intento fin dall’inizio mettendo in scena contraddizioni e tradimenti del panorama antropologico coreano contemporaneo nell’esordio Dwaejiga umure bbajin nal (The Day a Pig Fell Into the Well, 1996) che riceve importanti riconoscimenti all’International Film Festival Rotterdam e al Vancouver International Film Festival. La critica coreana accoglie unanimemente la visione personale e l’ambizione artistica del regista come una ventata d’aria fresca nel cinema locale. Da molti questo film è identificato come l’atto di fondazione del nuovo cinema coreano del passato decennio. Con Gangwon-do-ui him (The Power of Kangwon Province, 1998) partecipa per la prima volta alla sezione Un Certain Regard del Festival di Cannes. Nel 2000, ritorna a Un Certain Regard con O! Sujeong (Virgin Stripped Bare by Her Bachelors), film cubista che omaggia Marcel Duchamp e, in un bianco e nero pastoso, esplora i possibili di una narrazione bipartita e non consequenziale. La ricerca di architetture complesse della scrittura cinematografica, sovente mascherate da una semplicità di superficie, caratterizza tutta l’opera di Hong e gli conquista i favori della critica cinematografica internazionale più esigente dai “Cahiers du Cinéma” a “Positif” a “Film comment”. Questa formula trova il suo esito più compiuto nel 2002 con Saenghwal-ui balgyeon (Turning Gate), commedia che lancia la carriera di Kim Sang-kyung, uno degli attori coreani oggi più popolari. I due film successivi, Yeojaneun namja-ui miraeda (Woman Is the Future of Man, 2004) e Geukjangjeon (Tale of Cinema, 2005), partecipano in concorso a Cannes. Haebyeon-ui yeoin (Woman on the Beach, 2006) è invece invitato ai festival di Toronto e Berlino, nella sezione Panorama. Con Bam-gwa nat (Night and Day, 2008) gira per la prima volta all’estero, situando la sua narrazione in una Parigi estiva ricca di suggestioni rohmeriane; il film è presentato in concorso a Berlino 2008 con grande successo di critica. Con Jal aljido mothamyeonseo (Like You Know It All, 2009), torna a Cannes, nella sezione Quinzaine des Réalisateurs. Nel 2009 Hong Sang-Soo ha partecipato al progetto Visitors, commissionato dal Festival coreano di Jeonju, accanto a Kawase Naomi e Lav Diaz. E’ sempre Un Certain Regard ad aver ospitato quest’anno Hahaha (2010), con il quale Hong ha vinto il premio come miglior film assegnato dalla giuria presieduta da Claire Denis.

Per ulteriori informazioni
www.labiennale.org - www.labiennalechannel.org
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