66. MOSTRA DEL CINEMA DI VENEZIA

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(28-07-2009) - GIORNATE DEGLI AUTORI - VENICE DAYS: LO SGUARDO DEL GATTO

15 anteprime mondiali, 4 opere prime, dodici racconti di finzione e sei documentari, 15 nazionalità rappresentate: tornano le Giornate degli Autori (Venezia, 3-12 settembre), fondate sei anni fa dall’ANAC e dagli Autori dell’a.p.i., presiedute da Roberto Barzanti, dirette nuovamente da Giorgio Gosetti che succede al critico Fabio Ferzetti, oggi responsabile del progetto speciale 100 + 1. Cento film e un paese, l’Italia. In un anno di oggettive difficoltà e che vedrà la forte mobilitazione degli autori e dei lavoratori dello spettacolo contro i tagli al Fondo Unico dello Spettacolo, il cinema italiano è fortemente e legittimamente rappresentato nel programma da storie, stili, sensibilità e realtà produttive molto diverse: dal ritorno di Marina Spada con Poesia che mi guardi fino al cortometraggio Mille giorni di Vito di Elisabetta Pandimiglio che è stato scelto per l’originalità del linguaggio e la forza della tematica (la difficile maternità delle donne in carcere) che impone alla nostra coscienza. “Sarà un’edizione profondamente legata al mondo femminile – annuncia il delegato Giorgio Gosetti – con autrici, protagoniste e realtà che hanno colpito profondamente tutti noi e il comitato internazionale di selezione che mi ha affiancato nel difficile lavoro delle scelte finali. Ma sarà anche un programma che, pur nella coerenza con l’identità delle Giornate – darà molto spazio alla provocazione, al cinema di genere riscoperto dagli autori più giovani, alla duttilità dei linguaggi e delle forme produttive, perfino al sorriso e alla satira, aspetti di norma poco valorizzati nei festival maggiori”.
Sono 12 i lungometraggi della selezione ufficiale e tra essi spiccano nomi illustri di autori che hanno fatto la recente storia del cinema ma che quest’anno portano a Venezia opere spiccatamente indipendenti e personali: è il caso di Claude Miller che compone una inattesa coppia col figlio Nathan per firmare la scabra e potente “opera prima” Je suis content que ma mère soit vivante; di Goran Paskaljevic che in Honeymoons riflette tutte le contraddizioni della sua terra, pietra dello scandalo di un’Europa che cerca vanamente di scordare il passato recente; dell’algerino Merzak Allouache che in Harragas accompagna i suoi “boat people” (vero microcosmo dei mille volti del suo lacerato paese) nella traversata del Mediterraneo verso un impossibile sogno di liberazione; dell’olandese Alex van Warmerdam che con The Last Days of Emma Blank prosegue nella sua personalissima satira sociale sul crinale tra realismo e surrealismo.
Al loro fianco esordienti assoluti come Léa Fehner o i francesi Yannick Dahan & Benjamin Rocher dell’horror politicamente scorretto La Horde (evento speciale delle Giornate e già opera di culto per il popolo degli internauti e per il mercato, nonostante debutti proprio a Venezia), numerose opere seconde, graditi ritorni come lo spagnolo Sánchez-Arévalo (Azuloscurocasinegro) che farà certamente discutere con la spietata satira di Gordos. Saranno cinque invece i Film della realtà proposti come un “programma speciale” per dare particolare enfasi a un modo espressivo che in Italia conosce oggi particolare fortuna: dalle appassionate Ragazze di Paola Sangiovanni alla poetessa Antonia Pozzi, raccontata da Marina Spada, dalle storie d’amore scandalosamente “normali” filmate da Stefano Consiglio alla vita travolgente di un gigante come Vittorio D. (di Mario Canale e Annarosa Morri) fino allo sconcertante presente del nostro cinema rintracciato con felice ed erratica libertà da Valerio Ialongo in Di me cosa ne sai. “Questo film ci è specialmente caro – sottolinea Gosetti – sia per l’attualità della denuncia, sia per la lunga gestazione, cominciata proprio con le Giornate, già sei anni fa. Ma anche perché fino all’ultimo giorno vi si è dedicata con appassionata allegria Francesca Palombelli, l’amatissima animatrice della Villa degli Autori alla cui entusiasta umanità è idealmente dedicato il nostro lavoro di quest’anno”. A lei e al film sarà dedicata una delle serate della Villa, ormai tradizione consolidata della rassegna, così come il programma degli incontri, degli approfondimenti, delle iniziative che da sempre costituiscono l’ideale contrappunto di una manifestazione in cui proprio lo scambio tra cineasti di ogni paese e la puntualità nel seguirne le lotte è la più vera essenza. Infine gli omaggi e le attività collaterali di quest’anno: alcune verranno annunciate nelle prossime settimane anche in funzione dell’evolversi delle iniziative del cinema italiano di cui le Giornate sono lo spazio più naturale e direttamente coinvolto. Fin d’ora si sottolinea invece l’omaggio speciale all’animatrice Signe Baumane (autrice amatissima dai festival, scoperta proprio a Venezia e poi celebrata dal Sundance alla Berlinale) che porta l’integrale della sua antologia Teat Beat of Sex con otto episodi inediti (appena 2’ ciascuno) in testa ai film della Selezione. Ritorna poi il progetto speciale ideato e diretto da Fabio Ferzetti 100 + 1. Cento film e un paese, l’Italia, alla vigilia della sua prima iniziativa insieme alla Provincia di Roma e con il sostegno di Cinecittà Luce.
Nell’occasione a Venezia, grazie alla collaborazione con la Cineteca di Bologna verrà presentata la copia restaurata del film di Francesco Rosi I Magliari del 1959.
Cinquant’anni fa: forse non passati invano.

UNO SPAZIO LIBERO di Roberto Barzanti

Quest’anno le Giornate degli Autori rendono ancora più evidenti le finalità di curiosa scoperta critica e di libera rassegna di opere, scelte dopo una selezione che ha rifiutato ogni confine territoriale, ma anche limiti di genere e di prudenti consuetudini. Non mancano opere prime – secondo una tradizione ormai affermata – accanto a film di autori che sono già vecchie conoscenze nostre, vi sono documentari di denuncia e corti di animazione piuttosto piccanti, pellicole gloriose restaurate come si deve e inchieste che faranno riflettere. Sono accresciute, mi pare, una certa trasgressività e l’attenzione ai temi brucianti (la lotta contro l’infibulazione, ad esempio, la dittatura videocratica, gli immigrati clandestini in Spagna, i diritti degli indiani d’America, lo scontro di civiltà tra albanesi, serbi e resto d’Europa). Ma non è il caso di elencare alla rinfusa taluni dei contenuti più spinosi.
Le Giornate – questo è il punto – si diversificano sempre più e tendono ad articolarsi non solo nella rassegna principale, dodici lungometraggi, ma anche in proiezioni speciali alle quali è annessa un’importanza non minore. Così sono in calendario incontri e convegni in Villa di sicuro vivaci. Non si potrà non ritornare sulle assillanti questioni legate alla protezione del diritto d’autore e dei diritti di proprietà intellettuale in genere. Non vanno bene né soluzioni affidate essenzialmente a meccanismi di controllo repressivo né sono accettabili inni alla gratuità corsara che distruggerebbe dalle fondamenta un’economia della creatività spinta piuttosto a inventare nuove modalità diffusive e a fissare nuove regole. In Italia una legge di sistema su cinema e audiovisivo è di là da venire. Ormai è stato ben dimostrato che l’assistenzialismo pubblico è una favola: prosegue la lotta per ottenere dallo Stato e dalle istituzioni pubbliche gli investimenti necessari e per irrobustire il flusso di risorse non solo dei produttori del settore ma di tutti quei fornitori di servizi oggi chiamati ad un ruolo sempre più attivo e coraggioso. La normativa europea dovrà essere accolta nelle legislazione degli Stati esaltando le opportunità che suggerisce per una coordinata armonizzazione verso l’alto di atteggiamenti e interventi.
Gli autori sono in prima fila in queste lotte e Venezia offre non da oggi un’agenda di eccezionale impegno. Le Giornate hanno la sola ambizione di riflettere volontà, idee, sollecitazioni, proposte del vario associazionismo che raccoglie gli autori di cinema. È un mondo che ha registrato profondi cambiamenti rispetto alla data di inizio dell’esperienza delle Giornate: fondate con gesto lungimirante e con spirito di massima apertura.
Tanto più valido e necessario oggi che alla presenza di storici sodalizi quali l’ANAC si uniscono – penso ai 100 Autori – nuove voci e inedite istanze. Nessuno vuol recintare lo spazio che si è costruito insieme, ma renderlo più strutturato, più accogliente e laico, nell’interesse del cinema e di chi lo fa – lo vive – in prima persona. In questo senso la sesta edizione sarà per certi versi un passaggio, un ponte verso nuovi progetti e nuovi obiettivi. Fin da ora è chiaro che lo spazio libero delle Giornate è e sarà a disposizione di tutte le istanze, le iniziative e le forme di ragionata protesta tese a ribadire il primato della cultura come investimento sul futuro del Paese e risorsa ineludibile di civiltà. È essenziale più che mai comprendere il nuovo e interpretarlo con onestà. Per tutti il lavoro fatto e per quello che ci aspetta dico grazie a quanti rendono possibile questa nostra realtà, a partire dalla Direzione Cinema del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, dalle Regioni e dai soggetti privati che ci accompagnano nell’avventura.
Non è più tra noi Francesca Palombelli, che fin da subito della quotidianità delle Giornate è stata l’appassionata e sapiente animatrice, la naturale e autorevole regista. La ricordiamo con rimpianto e dolore. Ogni sforzo sarà fatto perché la macchina giri come quando c’era Lei. E a Lei, alla sua esigente intelligenza e alla sua ferma cortesia, dedichiamo quest’anno la nostra fatica, bella e triste.

I FILM

BARKING WATER
di Sterlin Harjo
Stati Uniti, Prima Internazionale
produzione Indion Production

L’orgoglio e la fine delle nazioni indiane Seminole e Crow così come dell’incontaminato Oklahoma, la Terra degli Uomini Rossi (in lingua Ponca). Frankie vuole lasciare l’ospedale - prima di morire – per ritrovare figlia e nipote e chiedere loro perdono. Ricorre all’aiuto di Irene, la donna che in passato lo ha amato. Un road movie nostalgico e sorprendente che scorre tra paure, speranze, rancori sopiti sotto gli occhi di una natura antica che assiste impassibile. Prodotto con il sostegno del Sundance Institute.
(Opera seconda)

CELDA 211
di Daniel Monzón
Spagna, Prima Mondiale
produzione Vaca Films, Morena Films, Telecinco
vendite internazionali Films Distribution

Due uomini al centro di una rivolta carceraria: lo spietato assassino che la capeggia e il secondino appena arrivato che vi si trova implicato. Quando il genere del “Prison Movie” diviene veicolo per una ricerca d’autore, ma anche un thriller mozzafiato diretto con mano ferma dal regista di La caja Kovak. E non solo per i due protagonisti, giacché oltre le mura della prigione ci sono affetti, giochi di potere, accordi sotto banco, mentre i margini di trattativa si fanno sempre più stretti. Con Carlos Bardem (Che), Luis Tosar (La Semana Santa) e Antonio Resines (Il labirinto del Fauno).

DESERT FLOWER
di Sherry Horman
Germania/Austria/UK, Prima Mondiale
produzione Desert Flower Filmproductions
vendite internazionali The Match Factory

La straordinaria vita di Waris Dirie, ragazza nomade nel deserto somalo, top model braccata dal successo, ambasciatrice all’Onu per i diritti delle donne. Il film costruisce intorno alla sua figura un colorato affresco delle contraddizioni del nostro mondo e della società dell’immagine, mescolando i modelli narrativi del dramma sociale e della commedia sofisticata. Per riassumersi in un intenso ritratto femminile grazie all’esordio sullo schermo della bellissima Liya Kebede. Oggi Waris Dirie è il simbolo della campagna contro l’infibulazione delle donne africane e della violenza contro di loro.

DI ME COSA NE SAI
di Valerio Ialongo
Italia, Prima Mondiale
produzione Cinecittà Luce, Ameuropa
distribuzione italiana Cinecittà Luce

Come sta il cinema italiano? Male, ma perché? Dopo cinque anni di interviste, incontri, vicende esemplari, questo film mette in scena la tragicommedia del nostro tempo, della memoria perduta, della cultura svilita, della solitudine d’artista. Ne nasce un racconto erratico, libero, capace di affiancare l’inchiesta alle storie private. Lo sguardo è disincantato, il tono lieve, a tratti comico. La realtà meno… Il film è stato realizzato con il contributo di Francesca Palombelli.

GORDOS
di Daniel Sánchez-Arévalo
Spagna, Prima Mondiale
vendite internazionali Imagina International Sales

Seconda prova dell’autore di Azuloscurocasinegro, autentico “caso” sul male dei nostri tempi – l’obesità. Una commedia trasgressiva ed “eccessiva” su un gruppo di XXL in cerca di redenzione. Un racconto di insicurezze, fobie, drammi, errori, vergogne, speranze, concessioni, amore, sesso, salute e famiglia. Insomma un film politicamente più che scorretto sulla sopravvivenza… nel senso più “ampio” del termine. (Opera seconda)

HARRAGAS
di Merzak Allouache
Algeria/Francia, Prima Mondiale
produzione Libris Films
vendite internazionali Doc&Film International

Gli “harragas” (termine spagnolo d’origine araba) sono coloro che bruciano i documenti (e le frontiere). Sono i clandestini del mare che dalle coste del Maghreb cercano una vita migliore in Spagna. Il più grande regista algerino racconta l’odissea di un gruppo di giovani che tentano la sorte, da una parte all’altra del mare, segnati dal suicidio di uno di loro. Nel composito equipaggio si rintracciano le differenze e i volti dell’Algeria di oggi, un paese sospeso fra tradizione e trasformazione, tolleranza e conflittualità.

HONEYMOONS
di Goran Paskaljevic
Albania/Serbia, Prima Mondiale
produzione Nova Film

Prima produzione firmata insieme da Albania e Serbia, è un film sulla “maledizione del Kosovo”, su due coppie di giovani sposi in cerca di libertà, sul paradosso di frontiere che sembrano spalancate e sono invece trappole micidiali, che siano quella ungherese o il porto di Bari. Il grande regista di La Polveriera firma un ritratto corale dei nostri tempi che coinvolge il suo paese, le ataviche rivalità dei Balcani, l’Italia e l’Europa. L’opera più personale, emozionante, feroce di un ostinato e solitario maestro che crede agli uomini più che ai passaporti.

JE SUIS HEUREUX QUE MA MERE SOIT VIVANTE
di Claude e Nathan Miller
Francia, Prima Mondiale
produzione F Comme Films, Orly Films, France 3 Cinéma
vendite internazionali Coach 14

“La nostra identità è un vestito le cui forme sono state disegnate dalla nostra infanzia”. Così dice Claude Miller interrogandosi su cosa accada quando questa infanzia sia stata invece negata. Thomas è stato abbandonato dalla madre. Insofferente della famiglia adottiva, il ragazzo va alla ricerca della donna per anni e, quando la incontra, comincia una vita parallela al suo fianco senza prevederne il fatale epilogo. Esordio del figlio del regista, Nathan, il film rivela un giovane talento: Vincent Rottiers. Da un fatto di cronaca narrato da Emmanuel Carrère. (Opera Prima)

THE LAST DAYS OF EMMA BLANK
di Alex van Warmerdam
Olanda, Prima Internazionale
produzione Graniet Film
vendite internazionali Fortissimo Films

Scene di lotta di classe in riva al Mare del Nord o attesa per un nuovo Angelo Sterminatore? Sul registro di un surrealismo personale e inconfondibile si snoda la nuova commedia, aspra e pungente, del regista di film molto amati dalla critica come Abel, Il vestito, Waiter che prosegue qui la sua ricerca di linguaggio e critica sociale. Nella sua grande casa dietro le dune la tirannica Emma aspetta la fine esasperando domestici e parenti per spingerli ad una paradossale rivolta. Nel teatro della crudeltà vince chi opprime o chi pensa di ribaltare le regole del gioco?

QU’UN SEUL TIENNE, LES AUTRES SUIVRONT
di Léa Fehner
Francia, Prima Mondiale
produzione Rezo Films
vendite internazionali Rezo Films

Nel parlatorio di una prigione francese le vite di un gruppo di uomini e donne si sfiorano fino ad influenzare i destini reciproci. La madre di un algerino ucciso, il sosia casuale di un pericoloso pregiudicato, la ragazza di un giovane ribelle, un medico dal finto cinismo, la sorella di un assassino: un’ora di tempo per saldare i conti con la vita, nelle mille facce della moderna società del malessere. Tra i protagonisti Reda Kateb, rivelazione di Un prophète. (Opera Prima)

evento speciale
LA HORDE
di Yannick Dahan e Benjamin Rocher
Francia, Prima Mondiale
produzione Capture the Flag
vendite internazionali Films Distribution
distribuzione italiana Fandango

Una squadra di polizia decide di regolare i conti con una banda di gangster e balordi. Ma il palazzo in rovina in cui sono asserragliati i teppisti è anche la meta prediletta di un’orda selvaggia di zombies che attacca la città. Con la luna alta nel cielo comincia una lotta senza quartiere. All’alba solo i migliori sopravvivono. Atteso esordio di due autori giovanissimi, è il film che restituisce all’horror la sua anima inquieta di genere ribelle, sarcastico, scorretto e gioiosamente cinefilo… E che questa volta parla europeo.
(Opera Prima)

il cinema del reale: proiezione speciale
L’AMORE E BASTA
di Stefano Consiglio
Italia, Prima Mondiale
produzione BiBi Film, Lucky Red
vendite internazionali Doc&Film International
distribuzione italiana Lucky Red

Cosa vuol dire vivere la normalità, la felicità scandalosa dell’amore sapendolo “diverso” solo agli occhi della consuetudine sociale? L’amore di coppia che Stefano Consiglio ha cercato in tutta Europa parla con la semplicità dei bambini, le colorate animazioni di Ursula Ferrara, la voce di Luca Zingaretti, l’evidenza di storie che tutti vorremmo vivere.

il cinema del reale: proiezione speciale
POESIA CHE MI GUARDI
di Marina Spada
Italia, Prima Mondiale
produzione Miro Film

Lo sguardo umbratile e moderno dell’autrice di Come l’ombra si ferma oggi sulla giovinezza della poetessa e fotografa Antonia Pozzi, che si lasciò morire il 3 dicembre del 1938, all’indomani delle leggi razziali in una Milano nevosa e gelida. La sua memoria perduta rivive oggi grazie ai poeti di strada che credono alla forza di un verso, di un pensiero capaci di segnare il mondo. (Opera seconda)

il cinema del reale: proiezione speciale
RAGAZZE… LA TERRA TREMA
di Paola Sangiovanni
Italia, Prima Mondiale
produzione Metafilm

Si chiamano Alessandra, Liliana, Marina e Maria Paola. Erano adolescenti negli anni ’60, ragazze nel decennio successivo quando il Movimento parlò al femminile. Le loro vite pubbliche e private - dal palcoscenico alle radio libere, dai collettivi femministi alle manifestazioni di piazza - si sono intrecciate con la Storia e l’utopia dell’Italia di allora. Che non è solo un ricordo in bianco e nero.
(Opera prima)

evento speciale 100+1
VITTORIO D.
di Mario Canale e Annarosa Morri
Italia, Prima Mondiale
produzione Surf Film, La7
vendite internazionali Surf Film

A 70 anni dal suo primo film (Rose scarlatte, 1939) e 35 dalla morte, Vittorio De Sica resta un gigante celebrato, talvolta dimenticato, forse paradossalmente sconosciuto del nostro cinema. In ombra è scolorata la sua prorompente umanità, la sua versatilità d’attore, la sua intransigenza d’autore. A raccontarlo in questo ritratto per tanti versi inedito e diverso, oltre ai figli Emy, Christian, Manuel, sono artisti come Allen, Eastwood, Landis, Loach, Monicelli.

omaggio a Signe Baumane
TEAT BEAT OF SEX
Lettonia/Italia, Prima Mondiale
produzione Pierre Poire Productions

La serie Teat Beat of Sex si compone di 15 fulminanti shorts sull’amore e il sesso e sarà presentata integralmente a Venezia: gli otto episodi inediti prima dei film, gli altri in una serata speciale sullo “schermo sotto le stelle”. Signe Baumane è una delle artiste più celebrate dell’animazione internazionale. Negli ultimi anni è stata protagonista in concorso al Sundance e alla Berlinale. Illustratrice di libri per l’infanzia, animatrice teatrale, autrice di oggetti e installazioni esposte in gallerie d’arte, compagna di lavoro di Bill Plympton, con sei film e innumerevoli shorts alle spalle, la regista ha vinto moltissimi premi nei maggiori festival.

in collaborazione con la Settimana Internazionale della Critica
VIDEOCRACY
di Erik Gandini
Svezia, Prima Mondiale
produzione Atmo AB, Zentropa Entertainment7
vendite internazionali Trust Nordisk
distribuzione italiana Fandango

In principio fu la televisione libera, poi venne l’orgia delle antenne, l’ebbrezza della scelta, la lenta ma inesorabile mutazione del codice genetico di un popolo. La monocrazia della tv non è peculiarità solo italiana, ma solo nel paese di Mr. President la “scatola magica” ha generato un simile bestiario umano. Per tenere viva questa riflessione, abbiamo scelto di mostrare, insieme alla SIC, lo “sguardo altro” dello svedese Erik Gandini, già autore di opere come Sacrificio e Gitmo.

28/07/2009

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Settimanale di informazione cinematografica - Direttore responsabile: Ottavia Da Re
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