66. MOSTRA DEL CINEMA DI VENEZIA

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(28-07-2009) - Film di chiusura: Chengdu, wo ai ni di Fruit Chan e Cui Jian

"Chengdu, wo ai ni", doppia storia d’amore tra passato e futuro (primo film di fantascienza della Repubblica popolare cinese), firmato a quattro mani da Fruit Chan e dalla rockstar “alternativa” più celebre della Cina, Cui Jian, è il film di chiusura (Fuori Concorso) della 66. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica, in programma dal 2 al 12 settembre 2009, diretta da Marco Müller e organizzata dalla Biennale di Venezia, presieduta da Paolo Baratta.

Il film sarà proiettato in prima mondiale nella Sala Grande del Palazzo del Cinema sabato 12 settembre alle 21, dopo la cerimonia di premiazione.

Chengdu, wo ai ni intesse due storie, entrambe ambientate nella metropoli cinese di Chengdu, una commedia satirica all’epoca del grande terremoto di Tangshan (luglio 1976), e un racconto fantascientifico “alla Matrix” che ci regala uno sguardo sulla Cina del 2029.

Nell’episodio diretto da Fruit Chan, interpretato da Anya and Guo Tao, nel 1976 il maestro di cerimonie di una casa da tè si innamora di una bella cameriera. La teiera dal becco lungo alimenta sia le tradizioni del rito del tè che il loro amore. Ma è un amore destinato a non realizzarsi perché di mezzo si mettono la politica e il terremoto.

Fruit Chan ha dichiarato: “Ho iniziato a conoscere Chengdu solo dopo il terremoto del 12 maggio 2008. Una volta sul posto, ho imparato sul campo che la città è molto di più delle solite banalità: cibo piccante, panda, e maschere. In realtà la vita a Chengdu appare remota e strana anche ai cinesi di fuori.

Nell’episodio diretto da Cui Jian, con Tan Weiei and Huang Xuan, nel 2029 la ballerina di turbo-samba Lin Miao ha due desideri. Il primo è ritrovare il ragazzo che l’ha salvata durante un terremoto quando era bambina. Il secondo è scovare l’uomo che ha ferito suo cugino. Inaspettatamente, scopre che le due persone che sta cercando sono in realtà una sola. Come potrà conciliare amore e odio?

Secondo Cui Jian: “Quando la passione si scontra con i traumi del passato, che cosa è più potente? Penso che sia la passione, proprio come nel film. Due persone possono scontrarsi e odiarsi. Il loro reciproco odio è il loro stesso dolore . Non sarebbe più giusto che quel dolore lasciasse il posto alla pace?”

Note biografiche

Fruit Chan

Nato nel 1959 in Cina, Fruit Chan ha dieci anni quando la sua famiglia emigra a Hong Kong. Dopo avere frequentato l'Hong Kong Film Center, Fruit Chan entra in un grande studio, dove lavora come aiuto regista, collaborando tra gli altri con Jackie Chan. Nel 1991 realizza la sua opera prima, Danao guangchang long (Finale in Blood). Questo horror psicologico evoca l'ambiente equivoco degli anni Venti, dominato dall'omicidio, dal ricatto e dall'adulterio. Il film ottiene un notevole successo di critica. Nel 1997 realizza Xianggang zhizao (Made in Hong Kong) scritto, diretto, montato e coprodotto dallo stesso Fruit Chan e realizzato con budget ridotto e cast di non professionisti. Il film ottiene svariati riconoscimenti tra cui il Premio Speciale della giuria a Locarno e il Dragons and Tigers Award a Vancouver. Del 1998 è il film di gangster Hui nin yin fa dak bit doh (The Longest Summer). Con Xilu xiang (Little Cheung, 1999) vince a Locarno il Pardo d'argento. E’ in concorso a Venezia nel 2000 con la prima parte della “trilogia della prostituzione”, Liulian piao piao (Durian Durian), seguita l'anno successivo dal secondo capitolo Heung gong yau gok hor lei wood (Hollywood Hong Kong). Nel 2002 ottiene alla Mostra una Menzione Speciale con Hwajangshil eodieyo? (Public Toilet), presentato nella sezione Controcorrente. A due anni di distanza la Mostra ospita ancora, nella sezione Fuori Concorso Mezzanotte Jiaozi (Dumplings), parte del trittico horror Sam gang yi (Three… extremes) realizzato con Miike Takashi e Park Chan-wook.

Cui Jian
Cui Jian, nato nel 1961 da un trombettista e da una danzatrice di origini coreane, a 14 anni comincia a studiare la tromba entrando nell’Orchestra Filarmonica di Pechino, ma preferisce la chitarra, Bob Dylan e Simon & Garfunkel: quindi forma una band e debutta nei locali pechinesi. Nel 1986 al concerto della Pace Mondiale di Pechino sale sul palco vestito come un contadino e suona “Yi wu suo you” (Noi che non abbiamo nulla) : il pubblico esplode in una standing ovation, e in pochi giorni le radio trasmettono di continuo questa canzone. Lascia ufficialmente l’orchestra e inizia a lavorare con gli ADO, un gruppo composto tra gli altri da due ex diplomatici (uno ungherese e uno malgascio). Nel 1986 esce il suo primo vero album “La lunga marcia del Rock’n’Roll” ad oggi il disco più venduto della storia del mercato discografico cinese. Il picco della popolarità Cui Jian lo raggiunge nel 1989, durante la protesta di piazza Tiananmen dove con la sua musica incoraggia gli studenti che chiedono maggiore libertà di pensiero e democrazia, e che verranno brutalmente repressi dall’esercito. Costretto dal regime a fuggire in provincia, continua però a comporre e suonare: nel 1990 registra, con una nuova band, il disco “Soluzione”, mentre del 1994 è “Palle sotto le bandiere rosse”, seguito da “Il potere dei deboli ” nel 1998 e da “Mostra il tuo colore ” nel 2005. Intraprende tour oltre che in Cina, anche negli Stati Uniti e in Europa, e nel 2006 duetta con i Rolling Stones a Shanghai. Oggi è conosciuto come Lao Cui ”il vecchio Cui”, ed è considerato il padre del rock’n’roll in Cina. Le sue gesta sono inoltre raccontate nel film di Zhang Yuan, Beijing zazhong (Bastardi pechinesi, 1993) che racconta le traversie e le speranze di una band pechinese e nel documentario Cui Jian: Rocking China (2006) di Louisa S. Wei. Cui Jian ha anche curato le musiche di numerosi progetti cinematografici come Wo de xiongdi jiemei (Roots and Branches, 2001) di Zhong Yu, in cui ha anche recitato. Cui Jian è il protagonista del rock alternativo in Cina e uno dei protagonisti del movimento culturale democratico (fino a pochi anni fa non gli è stato più permesso esibirsi in pubblico).

Venezia, 28 luglio 2009

info: www.labiennale.org

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