66. MOSTRA DEL CINEMA DI VENEZIA

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(23-07-2009) - La Giuria di Orizzonti

Pere Portabella (presidente) affiancato da Bady Minck, Gina Kim, Garin Nugroho, Gianfranco Rosi nella Giuria di Orizzonti

Sono stati definiti i componenti della Giuria della sezione Orizzonti della 66. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica (2-12 settembre 2009), presieduta – come già annunciato in precedenza - dal maestro del cinema indipendente spagnolo Pere Portabella, autore de Il silenzio prima di Bach (Die Stille vor Bach), presentato nel 2007 a Venezia e divenuto uno dei più grandi successi del circuito europeo d'essai.
Affiancheranno il maestro Portabella nella Giuria di Orizzonti: l’artista e filmmaker indipendente Bady Mink (Lussemburgo), già protagonista alla Biennale Musica 2007 con la performance tra musica e cinema Free Radicals; la regista Gina Kim (Corea), uno dei nuovi autori importanti del cinema asianamerican; il più celebre regista indonesiano Garin Nugroho, che ha ricevuto la consacrazione internazionale nel 2006 a Venezia col successo di Opera Jawa (sezione Orizzonti); il regista italo-americano Gianfranco Rosi, vincitore del premio Orizzonti Doc alla Mostra di Venezia 2008 e in seguito dei principali premi internazionali per documentari con Below Sea Level. La 66. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica (2 - 12 settembre 2009), è diretta da Marco Müller e organizzata dalla Biennale di Venezia, presieduta da Paolo Baratta La Giuria assegnerà il Premio Orizzonti e il Premio Orizzonti Doc tra i lungometraggi selezionati per la sezione Orizzonti, che da cinque anni fa il punto sulle nuove linee di tendenza di un cinema in bilico tra fiction e documento.

I film vincitori sono stati sino ad oggi: Les Petits Fils di Ilan Duran Cohen (Premio Orizzonti 2004), Vento di Terra di Vincenzo Marra (Menzione Speciale Orizzonti 2004), East Of Paradise di Lech Kowalski (Premio Orizzonti 2005), Pervye na lune di Aleksey Fedortchenko (Premio Orizzonti Doc 2005), Mabei shang de fating di Liu Jie (Premio Orizzonti 2006), When the Levees Broke: A Requiem in Four Acts di Spike Lee (Premio Orizzonti Doc 2006), Ballo d'autunno (Sügisball) di Veiko Õunpuu (Premio Orizzonti 2007), Wuyong (Useless) di Jia Zhang-ke (Premio Orizzonti Doc 2007), Kagadanan sa banwaan ning mga engkanto (Death in the Land of Encantos) di Lav Diaz (Menzione Speciale Orizzonti 2007), Melancholia di Lav Diaz (Premio Orizzonti 2008), Below Sea Level di Gianfranco Rosi (Premio Orizzonti Doc 2008), Un Lac di Philippe Grandrieux (Menzione Speciale Orizzonti 2008), Wo men (Noi) di Huang Wenhai (Menzione Speciale Orizzonti 2008).

Note biografiche

Pere Portabella (regista - Spagna)

Fin dagli anni '60, Pere Portabella (1927, Figueres, Girona) si è impegnato nei movimenti contro la dittatura di Franco e a supporto della libertà democratiche e civili. Nel 1977 è stato eletto senatore nelle prime elezioni democratiche, e partecipa alla redazione della Costituzione spagnola (1978). Dal 2001 presiede la Fundación Alternativas. Prima di lavorare come regista, Pere Portabella è stato una delle presenze più significative per lo sviluppo del Nuovo Cinema Spagnolo sin dalla fine degli anni ‘50. Con Films 59, la società che ha creato nel 1959, ha prodotto alcune delle pellicole più emblematiche della storia del cinema di quel paese: Los Golfos di Carlos Saura (1959), La carrozzella (El Cochecito) di Marco Ferreri (1960) e Viridiana di Luis Buñuel (1961). Costretto a trasferirsi in Italia a seguito dello scandalo provocato da quest’ultimo film, firma nel 1964 insieme a Francesco Rosi la sceneggiatura de Il momento della verità (1964), il film sulle corride che Portabella, tornato in Spagna, produce nello stesso anni. Spinto dal poeta Joan Brossa, debutta alla regia nel 1967 con il mediometraggio No contéis con los dedos, e l'anno seguente è la volta del suo primo lungometraggio, Nocturn 29 interpretato da Lucia Bosé. Il successivo Vampir Cuadeduc (1970), è un’opera chiave nella sua filmografia. Portabella, invitato a New York per presentare il film al MoMA, non viene autorizzato dal regime a uscire dalla Spagna. Vampir e il successivo Umbracle (1972), rappresentano momenti di rottura radicale nell'ambito della produzione di quegli anni e lo impongono tra gli sguardi più originali del cinema underground e d'avanguardia. Un lungo intervallo intercorrerà fra Informe General del 1976 e il film successivo: torna alla regia solo nel 1989 con El pont de Varsòvia. Nel 2001, i suoi film diventano parte della collezione del Museo di Arte Contemporanea di Barcellona (MACBA). Nel 2002 è l’unico artista spagnolo invitato a Documenta 11 a Kassel. Nel 2003, il Centro Pompidou organizza un omaggio a Portabella e acquisisce alcuni dei suoi film per le proprie collezioni cinema. Filadelfia, Baltimora, Chicago e New York organizzano rassegne, il BAFICI (Buenos Aires) e la Mostra Internazionale del Nuovo Cinema di Pesaro organizzano sue retrospettive. Il suo ultimo film, Il silenzio prima di Bach (Die Stille vor Bach), selezionato nel 2007 per il concorso Orizzonti alla 64. Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica, ha avuto un grande successo e dopo l'anteprima veneziana è stato presentato in numerosi festival e cinema d'essai in tutto il mondo, dalla Spagna all'Olanda, dal Messico alla Corea, dalla Germania alla Nuova Zelanda. Il MoMa di New York organizza nel 2007 una retrospettiva completa della sua opera.

Bady Minck (artista e filmaker – Lussemburgo)
Nata in Lussemburgo, lavora come artista e filmaker indipendente a Vienna e in Lussemburgo, esplorando il rapporto fra il cinema e le arti. Ha studiato scultura all’Accademia di Belle Arti di Vienna, e cinema sperimentale all’Università di Arti Applicate. Il suo lavoro incrocia i confini fra le diverse discipline artistiche, ed è stato presentato nei cinema, ai festival, in musei, gallerie, spazi pubblici e sul web. I suoi interventi artistici includono graffiti, performance, “eat-art” e “mail-art” nei primi anni ‘80, oggetti, installazioni, “net-art”, interventi artistici politici e collegamenti tra arte e scienza. E’ tra i fondatori della Amour Fou Film di Vienna e della Minotaurus Film del Lussemburgo, con cui ha prodotto Nebel di Matthias Müller e Fast Film di Virgil Widrich. I suoi film sono stati presentati in retrospettive, e invitati a più di 300 festival internazionali, inclusi Cannes (Semaine de la critique 1989, Quinzaine des réalisateurs 2003), Berlinale, Karlovy Vary, Locarno, Londra, New York, Pesaro, Rotterdam, Seoul, Tokyo, Toronto, dove hanno spesso ricevuto premi e menzioni speciali. Sono stati acquistati da diverse collezioni, incluse le collezioni del Centro Pompidou di Parigi; l’Università del Kentucky, Lexington; la Cineteca del Lussemburgo; la Roland Collection di Londra; la New York Filmmakers Coop; la Collezione di Belle Arti dell’Università della Florida e la Rockefeller Library alla Brown University, Providence. Le sue opere e i suoi film sono stati esposti al Museo d’Arte Moderna al Centro Pompidou di Parigi; all’Expo ’98 di Lisbona; al Museo di Belle Arti a Houston; al Centro d’Arte Contemporanea di Friburgo; alla Kunsthalle di Vienna e in numerosi altri musei, centri e istituzioni. Come curatrice è stata responsabile di programmi di film per l’Accademia d’Arte di Berlino; la Bogazici University a Istanbul; il festival del Cinema Indipendente di Napoli; la Cineteca del Lussemburgo. Nel 2003 ha curato il programma speciale reisation al Festival Internazionale del Cortometraggio di Oberhausen. Ha insegnato arte e cinema ed è stata visiting professor in università e accademie d’arte in diversi Paesi, incluse la Bogacici University di Istanbul, la Fachhochschule Joanneum di Graz, l’Università di Udine, la Kunstuniversität di Linz, l’Accademia di Belle Arti di Monaco. Ha tenuto letture e workshop a festival e simposi in diversi Paesi. E’ stata protagonista alla Biennale Musica 2007 con la performance tra musica e cinema Free Radicals

Gina Kim (regista – Corea/Usa)
Gina Kim (Seoul, Corea, 1973) ha studiato alla Seoul National University e negli Stati Uniti alla CalArts. Qui realizza videodiari sui temi dell’identità femminile che ottengono premi in tutto il mondo. L’anoressia (Flying Appetite, 1998), la commercializzazione del corpo femminile (OK Man, This is Your World, 1995) e l’isolamento (Morning Becomes Ecletic, 2001), il rapporto conflittuale con la madre (Kim Gina - Eui Bidio Ilgi, 2002) sono i temi affrontati nelle prime opere. Nei suoi lavori da regista, mette d’accordo i dettami formali della video-art femminista e l’arte narrativa drammatica, conquistando il favore della critica. Gina Kim’s Video Diary (Kim Gina-eui bidio ilgi, 2002) e soprattutto il successivo Invisibile Light (2003), sono stati presentati nei festival di tutto il mondo, inclusi Berlino, Locarno, Rotterdam, Torino e Vancouver. Invisibile Light ha aperto nuove frontiere al cinema coreano. Totalmente autofinanziato dalla Kim e da Kim Kyung-hyung, Invisibile Light, ha ottenuto il supporto amichevole e l’incoraggiamento in tutte le sue fasi di realizzazione da parte di moltissimi cineasti (da Lee Chang-dong a Im Kwon-taek, da Hong Sang-soo a Park Kwan-su), che vedevano in questo “esperimento” della giovane regista una nuova via per il cinema coreano, intransigente e coraggiosa, che doveva essere sostenuta ed assistita. E, in effetti, Gina Kim propone un’opera senza compromessi, personalissima per la coerenza linguistica e per il peso emotivo che fa i conti con l’identità individuale. Il suo ultimo lavoro, il melodramma Never forever, prodotto da Lee Chang-dong, con protagonista l’attrice statunitense Vera Farmiga (The Departed), è stato presentato in concorso al Sundance Film Festival 2007. Al momento Gina Kim sta preparando un nuovo lungometraggio in lingua inglese prodotto da Martin Scorsese.

Garin Nugroho (regista – Indonesia)
Garin Nugroho (Yogyakarta, Indonesia, 1961) è il più celebre regista indonesiano, autore di un cinema vivo e pulsante, innovativo e sorprendente, in cui realtà e finzione si incontrano nel tema ricorrente della ricerca dell’identità, per esplorare la disintegrazione sociale e culturale dell’Indonesia. Negli anni ’90 cresce come unico autore d’avanguardia del cinema indonesiano e i suoi film prendono parte a festival come quelli di Berlino, di Cannes e di Tokyo. Nugroho riceve la consacrazione internazionale nel 2006 alla 63. Mostra di Venezia grazie al successo di pubblico e di critica del suo incredibile film-opera Opera Jawa, presentato proprio nella sezione Orizzonti. Garin Nugroho si laurea nel 1985 alla Film Academy di Jacarta, e nello stesso anno esordisce con il documentario Hand Clapping che, come il successivo Land of Challenges (1986), vince il festival nazionale indonesiano. La sua produzione documentaria prosegue nel 1989 con Air dan romi (Water and Romi), anno in cui Nugroho realizza il primo lungometraggio di finzione: Cinta dalam sepotong roti (Love is a Slice of Bread, 1991), road movie sull’incapacità sessuale di un uomo e la verità che in passato lo ha reso libero, miglior opera prima all'Asia Pacific Film Festival in Corea del Sud. Rivolti ad analizzare le radici culturali del paese sono i successivi Surat untuk bidadari (Letter for an Angel, 1994), girato sull’isola di Sumba, e Bulan tertusuk ilalang (And the Moon Dances, 1995), dedicato alla musica tradizionale di Yogyakarta, premiato ai festival di Berlino, Nantes e Singapore. Nel 1998 con Daun di atas bantal (Leaf on a Pillow, 1997), raccontando la storia di alcuni bambini di strada, vince il Premio Speciale della Giuria all’11° Tokyo International Film Festival e il premio della sezione “Un certain Regard” al festival di Cannes. Nel 2000 vince a Locarno il Pardo d’argento del concorso video con Puisi tak terkuburkan (A Poet), riflessione sulle repressioni di massa del governo indonesiano negli anni ’60. Parallelamente, continua la produzione di documentari, che utilizza sovente come base di partenza per lo studio dei luoghi e delle tradizioni al centro dei film di finzione, sempre modellati sulle forme del melodramma e del racconto corale. Votati a un impegno politico in favore del proprio paese sono poi gli spot televisivi che nel 1998, alla caduta del regime di Suharto, Nugroho realizza in vista delle elezioni democratiche e, successivamente, il film di finzione Aku Ingin Menciummu Sekali Saja (Bird-Man Tale, 2002), presentato a Berlino, splendido esempio di “docu-fiction” in cui si riflette sulla contrapposizione delle emergenze locali e le “icone” globali attraverso la richiesta d’indipendenza della Papuasia. Nel 2004 partecipa al Festival di Rotterdam con Rindu kami padamu (Of Love and Eggs, 2004) e nel 2006 è presente sia a Cannes con il film collettivo Serambi (2006), sia a Venezia con il musical Opera Jawa (Requiem from Java), nel quale utilizza il Ramayana, antico poema epico scritto in sanscrito, per riflettere in termini universali sulla violenza della società contemporanea. Nel 2008 realizza (Babi buta yang ingin terbang) Teak Leaves and the Temples, presentato ai festival di Vancouver e Rotter e Dibawah pohon (Under the Tree), presentato a Toronto e Londra. Il suo ultimo lavoro, Generasi biru (The Blue Generation), nel programma di quest’anno a Berlino per la sezione Forum, è un documentario collettivo girato con i registi John De Rantau e Dosy Omar, dedicato alla rock band indonesiana Slank, gruppo noto per i testi a sfondo politico che suona insieme da venticinque anni e ha un enorme seguito in tutto il paese. Presidente della commissione sociale e culturale dell’Indonesian National Film Board, Nugroho lavora anche come produttore e nel corso degli anni ha supportato e favorito il lavoro delle nuove leve di registi indonesiani.

Gianfranco Rosi (regista - Italia/Stati Uniti)
Nato ad Asmara in Eritrea, doppio passaporto (italiano e statunitense), Gianfranco Rosi è un cineasta cosmopolita non solo all’anagrafe: diplomato alla New York University Film School, è vissuto a Istanbul, New York, Roma e Los Angeles. Ha prodotto, diretto e curato la fotografia del mediometraggio Boatman. Girato in India, Boatman ha partecipato con successo a numerosi festival internazionali (Sundance, Locarno, Toronto, London, Amsterdam, New York, Bombay, Hong Kon), vincendo molti premi. Il film è uscito in sala ed è stato trasmesso dalle principali televisioni mondiali (BBC, ARTE’, WDR. RAI, PBS). Ha inoltre diretto il cortometraggio Afterwards, presentato a Venezia e prodotto da Fabrica Cinema. Ha diretto numerose Pubblicità Progresso, video industriali e cinque corti (Car Wash, Coney Island, Roosevelt Island, Vaudeville), e ha curato la fotografia e le riprese di svariati documentari, incluso Face Addict, che ha avuto un grande successo a Locarno. Come freelance si occupa di supervisione creativa al doppiaggio per Universal, Fox, Paramount e Dreamworks. È guest lecturer alla New York University Film School. Con Below Sea Level ha diretto il suo primo lungometraggio ottenendo importanti riconoscimenti e unanimi critiche positive. Ambientato in una “terra di nessuno”, a 40 metri sotto il livello del mare, in una base militare dismessa a 250 km a Sud Est di Los Angeles, in un vasto deserto, il documentario racconta la vita di un gruppo di persone ai confini del mondo, senza elettricità, senza acqua, senza polizia, senza governo. Sembrano degli homeless, ma non hanno nulla a che vedere con i barboni. La loro vita scorre in una situazione estrema e tuttavia riproduce la normalità. Non hanno rifiutato la società, le convenzioni, la normalità, ma ciascuno di loro, per circostanze diverse, se ne è trovato «fuori». Sono la nuova povertà. Il film, già vincitore del premio Orizzonti Doc alla 65. Mostra di Venezia, dopo il trionfo come Miglior Documentario Italiano 2008 a Bari, ha vinto anche il One World International Film Festival di Praga e il Grand Prix (Primo premio) del Festival Cinéma du Réel, il prestigioso evento dedicato ai documentari che si tiene ogni anno a Parigi al Centre d'Art et Culture Georges Pompidou). A Parigi ha vinto anche il Prix des Jeunes, confermando la vitalità e il potenziale (tuttora non sfruttato in Italia, dove il film non ha distribuzione o acquisto televisivo) di un documentario che recentemente ha vinto anche il BellariaFilmFestival.

info: www.labiennale.org

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Settimanale di informazione cinematografica - Direttore responsabile: Ottavia Da Re
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