62. MOSTRA DEL CINEMA DI VENEZIA

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(17-08-2005) - Hans, lo scarafaggio nella vostra mente

A Settembre Anteprima Nazionale alla 62° Mostra del Cinema di Venezia

Il 3 settembre 2005 in Sala Zorzi alle 21, durante la 62° Mostra del Cinema di Venezia, nella sezione Venice Screening verrà presentato alla stampa "HANS" il nuovo film del regista Louis Nero. Dopo "Golem" e "Pianosequenza", Louis Nero chiude la trilogia sul linguaggio cinematografico con "Hans", viaggio nelle paranoie di un anti-eroe moderno.
L’avevamo conosciuto con "Pianosequenza", un film dove Louis Nero si cimentava con la presa diretta e l’annullamento del montaggio; un film dove, al di là dei tecnicismi e delle acrobazie con la macchina da presa, la mente dello spettatore veniva rapita in angosciata meditazione.
Poco prima Louis Nero aveva girato "Golem", dove invece aveva primaria importanza il montaggio e di forte spessore risultava il rapporto tra video-arte e inquadratura classica del cinema.
Con "Hans", la cui uscita nei cinema è prevista per dicembre 2005, il giovane regista torinese chiude la trilogia dedicata al linguaggio cinematografico inserendo le scelte tecniche già presenti nei due precedenti film all’interno di una struttura filmica apparentemente più tradizionale.
Scegliere per questo film vecchie conoscenze del cinema come Franco Nero e Silvano Agosti non è stato casuale, né tantomeno contraddittorio rispetto alla unicità del genere di cui si serve Louis Nero: la preferenza per attori noti nasce dalla volontà di confrontarsi con modelli altri di cinema.
"Hans" è un lungometraggio che trae ispirazione dall’incontro tra il teatro dell’assurdo di Adamov e le teorie freudiane sull’isteria.
Hans Scabe, il protagonista, è un individuo altamente disturbato: la paranoia che ne ha preso in ostaggio l’anima è il motore del film. Dall’infanzia alla morte. Ma la particolarità che emoziona maggiormente, oltre la tematica particolarmente delicata, è la possibilità offerta allo spettatore di vivere e conoscere tutto dall’interno di "Hans". Nessuna terza persona che racconta, nessun occhio esterno che interpreta, solo "Hans" e le sue visioni quando in stato di allucinazione.
Una predisposizione ereditaria è la causa del male di Hans: un padre malato mentale, succube della moglie, una madre dai costumi “facili”. Una malattia annidata in Hans da sempre, un male profondo che cresce fino a diventare una vera e propria fobia verso i rifiuti e la loro crescita, una crescita talmente sconfinata che Hans vive nella certezza di dover, un giorno, ingurgitarli tutti.
Dopo un evento quotidiano, la visione di un documentario, indirizza il suo odio verso la popolazione nera, responsabile, secondo Hans, dell’accumulo di materia di scarto.
Ma alla malattia segue la guarigione (Hans arriva a dirigere una società che si occupa di smaltimento di rifiuti) e alla guarigione di nuovo la malattia. Uno stimolo esterno fa riemergere le sue fobie che ora degenerano in modo irreversibile: visioni, violenze, morti, processo. Tutto avvolto dalla sensazione di essere sempre a mezz’aria tra la realtà e l’immaginario: mai totalmente da una parte, mai totalmente dall’altra.
Hans Scabe (dal tedesco scarafaggio) è l’antieroe per eccellenza, un antieroe moderno, un razzista che denuncia il razzismo, vittima, forse, di una società che si dice non razzista, ma che oggi ha deciso di allontanarsi dal dibattere un tema ancora così tanto complesso. Hans non cerca di accattivarsi la benevolenza altrui tramite azioni moralmente degne, ma sprona lo spettatore a interrogarsi sui propri limiti e sulle proprie riprovevoli pulsioni. Lo spettatore disprezza Hans: è un personaggio xenofobo e violento. Lo spettatore prova rabbia verso di lui: lo spettatore è spinto, disprezzandolo, a riflettere su se stesso, sulle sue posizioni e sui suoi pensieri, sulle tematiche del razzismo e dell’emarginazione.
Gli spettatori che volessero saperne di più su "Hans", potranno incontrare il regista Louis Nero insieme all’intero cast (Franco Nero, Daniele Savoca, ect.) durante la conferenza stampa, Sabato 3 Settembre ore 17 nell’ambito degli incontri di Venezia Off presso area Eventi Cinema Garden (Movie Village), durante la 62° Mostra del Cinema di Venezia.

Attori principali:

Daniele Savoca

Interpreta il ruolo di Hans Schabe
Diplomatasi allo stabile di Torino ha lavorato in teatro nel “ Visita di condoglianze “, “Ragno di sera” , “Il contadino” di Campanile e Metz, ne “Le tre sorelle” di Santo Versace e Roberto Freddi, in “Il gatto in tasca” di Feydeau , ne “ L' inferno” di Strindberg e nel musical “ Kiss me Kate” di Emanuele De Checchi, messi in scena dal Teatro Stabile. Inoltre, è stato l’ attore principale nel film “Plumùle” di Antonio Montaperto..
Protagonista nel ruolo di Eugenio Scaglia nella fiction “Le Stagioni del Cuore”, è in procinto di uscire ancora sul piccolo schermo con “La moglie cinese” regia A.Grimaldi produzione (Rai Mediaset).

Franco Nero
Nel film interpreta il ruolo di un Barbone e del Giudice
Esordisce sullo schermo nel 1964 con il film "La ragazza in prestito", accanto ad Annie Girardot e Rossano Brazzi. Nel 1966 mentre sta girando il film "Django", di Sergio Corbucci, viene scelto da John Huston per interpretare Abele ne "La Bibbia". Nel 1967 recita in "Camelot", che segna l'inizio della storia d'amore con Vanessa Redgrave. Nel 1968 Franco Nero si aggiudica un David di Donatello per "Il giorno della civetta", diretto da Damiano Damiani, tratto dall'omonimo romanzo di Leonardo Sciascia. Dopo esser stato personaggio dei romanzi di Jack London ("Zanna Bianca", 1973 e "Il ritorno di Zanna Bianca", 1974), e dopo aver interpretato Giacomo Matteotti ne "Il delitto Matteotti" (1973), Nero si avvicina a ruoli più complessi ed inquietanti con "Marcia trionfale" (1976) e "Querelle de Brest" (1982). Ancor oggi alle prese con numerosi interpretazioni è sicuramente uno degli attori italiani più richiesti del cinema internazionale.

Eugenio Allegri
Nel film interpreta il ruolo di un Malato
Diplomato nel 1979 alla scuola di teatro di Bologna diretta da Alessandra Galante Garrone, inizia la sua avventura di "Comico dell'Arte" partecipando al suo primo stage sulla Commedia dell'Arte tenuto in Italia da Jacques Lecoq. Interpreta "Dialoghi" di Ruzante; alla regia c'è proprio lui, Jacques Lecoq. Nel 1981 partecipa all'allestimento dello spettacolo "L'opera dello Sghignazzo", scritto, diretto e interpretato da Dario Fo. Nel 1986 viene chiamato da Leo De Berardinis a partecipare agli spettacoli "Novecento e Mille" prima e "La tempesta" di Shakespeare poi. La necessità, da tempo sentita, di un lavoro personale si concretizza nell'incontro con Gabriele Vacis e Alessandro Baricco. I tre torinesi insieme producono quello che è stato un grande successo: "Novecento". Nel dicembre 2002 debutta nello spettacolo "Morte accidentale di un anarchico" di Dario Fo nel ruolo che fu proprio dell'attore. L'anno 2003 inizia con lo spettacolo "L'ultimo suonatore" tratto da "Tingeltangel" di Karl Valentin interpretato con la Banda Osiris. Molte le sue partecipazioni cinematografiche.

Silvano Agosti
Nel film interpreta il ruolo di un Barbone
Prima volta che Silvano Agosti, nato il 23 marzo 1938 a Brescia, partecipa ad un film in qualità di attore. Stabilitosi a Roma, nel 1960 s'iscrive al Centro Sperimentale di Cinematografia. Suo compagno di corso è Marco Bellocchio. Nel 1965 esce “I pugni in tasca”, prodotto da Doria, sceneggiato da Agosti e Bellocchio, diretto da Bellocchio, montato da Agosti con lo pseudonimo di Aurelio Mangiarotti. Protagonista è Lou Castel. Nel 1967 Doria produce “Il giardino delle delizie”, lungometraggio d'esordio di Agosti. L'undici marzo 1975 iniziano all'ospedale psichiatrico di Colorno, presso Parma, le riprese di “Matti da slegare” diretto con Marco Bellocchio, Sandro Petraglia, Stefano Rulli. Nasce l' ”11 Marzo Cinematografica” , la cooperativa che produrrà tutti I film di Agosti. Nel 1976 presenta “Nel più alto dei cieli”. Negli anni successivi realizza circa una decina di film, distribuiti in tutto il mondo e lavora con i più grandi attori internazionali.

Caterina De Regibus
Nel film interpreta il ruolo di un Infermiera
Diplomatasi allo stabile di Torino con Luca Ronconi. Recita in teatro per Luca Ronconi, Walter Malosti, Mauro Avogadro e Alessandro Baricco. Partecipa come protagonista a molte fiction tra le quali : “A casa di Anna” regia di Enrico Oldoini, “Linda e il brigadiere” con Nino Manfredi, “Il Tesoro di Damasco” con Ben Gazzara e Franco Nero. Per il cinema partecipa a “The Talented Mr.Ripley” regia di Antony Minghella, “De Reditu” regia di Claudio Bondì, “L’amore non ha confini” regia di Paolo Sorrentino.

Simona Nasi
Nel film interpreta il ruolo di Rita Fox
Diplomatasi allo stabile di Torino con Luca Ronconi. Incomincia a recitare a teatro nel 1996 con “Sogno di una notte di mezza estate” di N. Karpov e in “Antigone ed Elettra” di M. Fabbri. Seguono “Lisistrata” di Aristofane per la regia di M. Avogadro, “Commedia senza titolo” di Lavia nel 1997 e partecipa a “Morte di Galeazzo Ciano di Siciliano”, regia di M. T. Giordana. Dal 1999 al 2002 numerose sono le sue presenze in teatro, basti ricordare Gabriele Lavia,Ugo Gregoretti e Michele Di Mauro. In TV e al cinema: “Cuore” di Zaccaro, “Due amici” di Sciamone e Sfameli, “Il Trasformista” di Luca Barbareschi , “A+R andata + ritorno” di Marco Ponti e in “ Se devo essere sincera”, di Davide Ferrario.Numerosi i cortometraggi al suo attivo.

Per maggiori informazioni: www.altrofilm.it

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Settimanale di informazione cinematografica - Direttore responsabile: Ottavia Da Re
Testata giornalistica registrata presso il Tribunale di Venezia n. 1514/05 del 28 luglio 2005
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