62. MOSTRA DEL CINEMA DI VENEZIA

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(31-08-2005) - Intervista a Guido Cerasuolo, coproducer di CASANOVA

“Casanova” sbarca a Venezia. Dopo le riprese in laguna realizzate tra l’agosto e il novembre del 2004 il film diretto da Lasse Hallstrom si veste a festa per presentarsi ufficialmente al suo pubblico, ai veneziani che lo ha visto nascere, e crescere tra i capannoni di Marghera e l’acqua alta, in un set in fieri, senza precedenti. Costruito interamente in una città d’altri tempi ma mai così totalmente protagonista.
Abbiamo intervistato Guido Cerasuolo, co-producer del film, che ci ha raccontato, tra set e backstage di una Venezia sospesa nell’eternità dei propri sogni, le imprevedibili avventure e i segreti di “Casanova”.

Casanova è il primo film girato interamente a Venezia dopo 30 anni. Com’è andata?
In realtà è il primo film di queste dimensioni girato interamente a Venezia. Da questo punto di vista, un evento davvero unico. Ed è andata molto bene, anche se non sono mancate alcune polemiche, poste nel modo sbagliato.
In realtà è mancata un po’ di comunicazione e così c’è stato spazio per polemiche pretestuose, cercate da chi voleva la notizia tutti i costi. Ad esempio, ci hanno accusati di aver provocato danni che non abbiamo mai fatto, notizie prive di fondamento, per cui le polemiche sono subito rientrate.

Lei è responsabile della produzione italiana del film. In passato si è occupato di altre importanti pellicole a d alto budget come “The Italian Job” e “Just Married”. Cosa succede quando una macchina produttiva di questo livello si mette in moto in una città complessa e delicata come Venezia?
Nonostante le polemiche rimane il fatto che l’impatto di una lavorazione di questo tipo in una città come Venezia, ma anche più in generale in una qualsiasi città, è estremamente complesso e importante, così come diventano importanti i risultati che si ottengono poi in termini di visibilità per la città stessa, anche alla luce dell’operazione economica sostenuta. Quando c’è un’operazione economica di questo tipo è inevitabile che ci sia un impatto “ambientale”.

Rispetto al passato, la città come ha accolto questa produzione? Quali indicazioni si sente di trarre dopo “Casanova”?
Non credo sia tanto una questione di città. Le polemiche che ci sono state sia in occasione di questo film sia durante le riprese di “The Italian Job” e di quelle che potrebbero esserci nel corso del prossimo ipotetico film, qualunque esso sia, possono anche scaturire durante la lavorazione di un piccolo film. In realtà, nel momento in cui interagisci con una persona o con un’attività commerciale che vuole porsi in maniera polemica è inevitabile che questo trovi risalto perché la stampa locale spesso è lì apposta per cercare delle notizie che abbiano un po’ di colore. Questo è inevitabile, però dal punto di vista dell’importanza di certe produzioni, dell’impatto positivo che queste situazioni hanno poi sulla società e sul lavoro della gente, le problematiche dovrebbero essere distinte e considerate in modo più costruttivo…

Non a caso è nata l’associazione Veneto CinemaPro…
Veneto CinemaPro (associazione di imprese e professionisti nata nel 2003 per valorizzare e sviluppare l’attività cinematografica, televisiva e della comunicazione del Veneto ndr) è un’associazione unica nel suo genere in Italia, e probabilmente in Europa, nata per unire le risorse di questa regione dove c’è una forte specializzazione degli operatori del settore cinematografico, anche in ragione dell’attenzione che il cinema riserva a Venezia. Grazie a questo progetto stiamo cercando di costruire un futuro che sia fatto anche e soprattutto di lavorazioni a lungo termine oltre che di produzioni brevi (non necessariamente film hollywoodiani) perché sulle lavorazioni di lungo periodo si costruisce la possibilità di avere un settore industriale che crei lavoro e indotto. In questo senso le produzioni come “Casanova” sono importanti perché rappresentano le “punte di eccellenza” di un sistema che poi aspira a realtà fatte di produzioni televisive, e altri progetti con una minore dimensione organizzativa.
Però, è importante che ogni tanto ci sia anche un momento di “straordinarietà”. Ed è importante che ci siano delle regole e delle eccezioni che le giustifichino…

Questo film ha rappresentato quindi un bilancio tutto sommato positivo…
Estremamente positivo. Il che non vuol dire che non sia stato un bilancio complesso, difficoltoso.

“Casanova” quindi potrebbe costituire un precedente importante…
Assolutamente. La lavorazione del film ha creato dei sistemi, delle procedure, ha aiutato la Film Commission veneziana e il Comune di Venezia a definire modalità di tariffe diverse, creando dei precedenti fondamentali per le procedure che stanno alla base di questa attività. In molte circostanze abbiamo cercato, in collaborazione con la Venice Film Commission e il Comune di Venezia di “fare sistema”, di utilizzare questa esperienza straordinaria per creare delle regole, dei modi. Direi che molte di queste cose siamo riuscite a realizzarle, visti i risultati conseguiti…

Torniamo al film. Ci sono stati problemi particolari durante la lavorazione?
Quando lavori in location per 4-5 mesi i problemi non si contano. Uno dei motivi principali per cui si gira in teatri di posa è la possibilità di prevedere ciò che succederà mentre quando giro in location sei completamente esposto a variabili d’ogni genere.

E in una città in cui l’imprevisto è all’ordine del giorno, le difficoltà raddoppiano…
Nonostante tutto abbiamo terminato il film rispettando perfettamente il programma di lavoro. Non abbiamo girato nemmeno un giorno in più rispetto a quanto previsto. Un altro aspetto straordinario di questo film. Siamo riusciti comunque a ad organizzarci grazie anche al Comune di Venezia e a tutti i privati che hanno concesso le loro proprietà per il film dandoci la possibilità di lavorare così bene. Questa è una prova enorme della positività del bilancio complessivo.

Soprattutto considerando le innumerevoli varianti legate al lungo periodo di riprese in esterni, da agosto a novembre, passando dall’afa al gelo, all’acqua alta…
…E il fatto che si tratta di un film storico, ambientato nel ‘700, con la necessità di ricostruire un ambiente e di riportarlo all’antica, dagli abiti ai lampioni, alle carrozze dell’epoca. Le lavorazioni in esterni sono state molto complesse e faticose. Dare supporto logistico ad infinità di mezzi e persone, alla fine ti porta inevitabilmente a risolvere in modo straordinario determinati problemi, arrivando a fare cose che nessuno aveva mai fatto prima…

Ad esempio?
Durante la lavorazione abbiamo dovuto girare alcune scene in digitale (quelle in studio con sfondo blu, per intenderci) e per fare questo abbiamo costruito un teatro di posa a Marghera, uno dei più grandi mai allestiti in Europa, messo su nell’arco di due settimane e purtroppo smontato in altrettanto tempo…
Un’opera straordinaria che purtroppo che non ha trovato un territorio pronto a conservare un lavoro che rifare in seguito potrebbe costare svariati miliardi. Si è trattato di uno straordinario esempio di grande professionalità delle nostre maestranze locali, in grado di realizzare in pochissimo tempo una struttura dotata di tutte le caratteristiche tecniche più all’avanguardia. Basti pensare che dentro ci abbiamo fatto volare una mongolfiera…

E le scene più suggestive del film?
Le immagini del porto di Venezia alla Salute credo che siano davvero meravigliose. E poi far rivivere la Piazza nella sua bellezza, nella sua originalità storica, così come vedere i cavalli e le carrozze attraversare San Marco (senza creare nessun disturbo e nessun problema alla città) in una ritrovata atmosfera settecentesca è stato molto emozionante. Uno spettacolo unico.

Cosa si aspetta da “Casanova”? Un film fedele alla tradizione cinematografica targata Disney? Ci viene in mente “La maledizione della prima luna”…
Sicuramente un film divertente, una commedia romantica ma anche ricca d’azione, disimpegnata ma costruita ad arte con uno spirito che potrebbe richiamare “Chocolat” dello stesso Hallstrom.

Che regista è Lasse Hallstrom?
Sicuramente un professionista. Ha iniziato con film raffinati ma basso budget e ora si trova sulla rampa di lancio, in un momento davvero proficuo per la sua carriera (ha appena concluso “An Hunfinished Life” con Robert Redford e Jennifer Lopez ed ha altri tre film in preparazione, ndr). Ed è un po’ al banco di prova con un film di queste dimensioni.

Ben supportato da un cast tecnico di prim’ordine, a cui va il merito di una ricostruzione attenta e precisa dell’epoca…
Lo scenografo David Gropman e il direttore della fotografia Oliver Stapleton sono collaboratori di Hallstrom fin dalle “Le regole della casa del sidro” con cui Gropman ottenne una nomination agli Oscar, mentre la costumista Jenny Beavan aveva già firmato i costumi di “Casa Howard” e “Gosford Park”. Personalmente ho trovato il suo lavoro straordinario.

Cosa ci può dire degli interpreti?
Quando vengono a lavorare in Italia i grandi interpreti, come Jeremy Irons, sono sempre talmente ben disposti e contenti di essere qui che di solito è abbastanza semplice lavorare bene assieme e accontentarli.

E Heath Ledger, come sarà il suo Casanova? Per lui una bella eredità dopo i vari precedenti illustri portati in scena da Donald Sutherland e Alain Delon…
E’ un ragazzo molto simpatico e disponibile, che ha fatto davvero un bel lavoro, secondo me. Noi spesso gli attori li vediamo un po’ come dei calciatori, non come eroi d’altri tempi. Lui poi è molto giovane, ma è un astro nascente di grande talento…

Dopo “Il Mercante di Venezia”, un altro film girato a Venezia verrà presentato alla Mostra del Cinema, durante una serata di gala prevista per l 3 settembre che vedrà il cast del “Casanova” al completo. Crede che possa essere importante una vetrina internazionale come questa per il film?
La Biennale ha dato grande rilievo alla sua presentazione e di questo sono molto felice. “Il Mercante” in realtà stato girato a Venezia solo in parte mentre “Casanova” è stato realizzato interamente in loco, quindi tutta questa attenzione per il film e il prestigio la visibilità che ne consegue rappresenta certamente una soddisfazione in più, soprattutto per la grande competenza e i lavoro dei tantissimi professionisti veneziani che hanno contribuito alla sua lavorazione.

Dopo “Casanova”, e forse grazie a questo film, in laguna sono attese molte grandi produzioni, dal film “Quelques jours en septembre” con Juliette Binoche e John Turturro al nuovo capitolo di 007, “Casinò Royale”. Ci sono altri progetti in corso?
In questi mesi stiamo realizzando una bellissima commedia indiana intitolata “The Fakir”, “il fachiro”, che verrà girata a Venezia per quattro settimane.

Stile “Bollywood”?
In realtà è una commedia divertente più sullo stile di “East is East”. Racconta la storia di un fachiro che viene assunto per una performance in una galleria d’arte. In realtà il losco personaggio, un cinematografaro imbroglione, che si occupa di organizzare questa esibizione, ingaggia per l’occasione un poveraccio che si sottoporrà ad un’infinita serie di torture pur di far credere di essere un fachiro vero …

Cosa non si fa per girare a Venezia…

Ottavia Da Re

(31/08/2005)

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