61. MOSTRA DEL CINEMA DI VENEZIA

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(15-10-2004) - QUELLI CHE IL FESTIVAL 2

Non poteva mancare. E, puntuale, anche quest’anno Quelliche…il cinema è sbarcato alla 61^ Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia per vivere gli undici giorni di set a cielo aperto che hanno infiammato lo scenario ormai storico del Lido. Da un lato dibattiti, polemiche e orrori. Film, divismo e raffinatezza cinefila dall’altro.
Anche quest’anno, per voi un lucido e sempre divertito resoconto di quello che la nuova Mostra (da quest’anno diretta da Marco Müller) ha visto, voluto e subito dal 1° all’11 settembre 2004.








FILM

Autori. Buona la percentuale dei grandi Maestri della settima arte che hanno accompagnato la loro ultima fatica in laguna. Mike Leigh (Leone d’oro per Vera Drake), Claude Chabrol (applaudito per La demoiselle d’honneur), Michael Mann (Collateral), Wim Wenders (La terra dell’abbondanza) e il trio Antonioni, Kar Wai e Soderbergh (registi del trittico Eros).
Hollywood. Anche quest’anno il cinema d’oltreoceano ha attraversato l’Atlantico per arrivare sugli schermi veneziani. In buona parte nelle sezioni Fuori Concorso e Mezzanotte. Pochi gli americani che hanno accettato di misurarsi con il concorso (come Jonathan Glazer con Birth).
Leoni. Accanto al trionfatore Vera Drake di Leigh (uno dei migliori film della Mostra) hanno raccolto allori Mare dentro di Alejandro Amenábar (Gran Premio della giuria) e il film sorpresa Binjip di Kim Ki-duck (migliore regia).
Interpreti. Coppa Volpi agli attori dei due film vincenti: Javier Bardem che bissa dopo tre anni con Mare dentro (vinse anche nel 2000 per Before Night Falls) e Imelda Staunton protagonista di Vera Drake. Fra i protagonisti dei film in gara, hanno ottenuto critiche entusiaste anche Valeria Bruni Tedeschi (5 x 2 di Ozon), Nicole Kidman (Birth di Glazer) e Kim Rossi Stuart (Le chiavi di casa di Amelio).
Italia. Tre i film nostrani in concorso: Lavorare con lentezza di Guido Chiesa, Ovunque sei di Michele Placido e Le chiavi di casa di Gianni Amelio. Per loro nessun premio.
Fischi. Piovuti con caustica puntualità, quest’anno si sono abbattuti con violenza su Ovunque sei di Placido (oggetto di imbarazzanti risate) e su L’intrus di Claire Denis, da molti giudicato il peggior film del Festival.


ORRORI

Timing. I primi quattro giorni di Mostra hanno usufruito di uno speciale abbonamento al ritardo. Nessuna delle proiezioni ufficiali è iniziata in orario. Picco di disorganizzazione il 4 settembre: complici le apocalittiche manifestazioni no global e un errore di biglietteria (200 posti in più venduti per la prima de Il Mercante di Venezia di Michael Radford… nemmeno Jeremy Irons ha trovato posto), le proiezioni sono slittate in là nella notte con una rovinosa franata. Se il film di Radford è iniziato con quaranta minuti di ritardo, Mare dentro è passato dalle 21:45 alle 23:30, Finding Neverland di Marc Forster dalle 23:45 alle 02:00 passate.
Scuse. Hanno solo peggiorato le cose e inasprito gli animi. La colpa dei ritardi mostruosi è stata affibbiata nientemeno che agli attori e alle loro lunghe passerelle.
Code. Estenuanti. Praticamente ovunque finché il Festival non ha carburato.
Bugie. Scandalizzate le platee: mai messi in vendita i biglietti per le proiezioni aperte al pubblico della prima serata in Sala Grande. Chi sognava di poter vedere i film insieme ai divi s’è trovato con un pugno di mosche.
L’onorevole Fedro. Maglietta strech bianca a mettere in risalto la panza debordante, capello spettinato e sudore a volontà. Così Fedro, ex scoreggione della casa più spiata d’Italia, è entrato alla prima super-blindata-superesclusiva riservata ad invitati selezionatissimi (secondo la Biennale) ‘prima’ de Il mercante di Venezia, tra cui sarebbero rimasti esclusi addirittura degli onorevoli. Si dice che abbia dato un 'tono' all’ambiente…
L’incubo. "Mi passi il porta-passy?" Una persecuzione per il popolo della mostra. Sono i lillipuziani e terribili bambini lidensi sguinzagliati ferocemente in tempo di Mostra per assillare, tampinare, minacciare, prendere per il collo i poveri accreditati per collezionare e rimpinguare, per chissà quale pratica oscura, mazzi di laccetti che dopo due giorni assumono proporzioni disumane e minacciose. Un incubo che quest’anno ha varcato i confini lidensi, rivelando un fenomeno che rischia di assumere immani proporzioni: un accreditato si è sentito mancare quando, l’ultimo giorno di Mostra, giunto a Punta Sabbioni nel cuore della notte, si è trovato di fronte un piccolo lidense che lo aveva pedinato oltre la laguna per fargli ancora una volta la solita, terribile, angosciante domanda: “mi passi il porta-passy?…”
Tutti in piedi: anche Al Pacino… Da giorni in biglietteria campeggiava una scritta “I biglietti per la proiezione de Il mercante di Venezia di sabato 4 ore 19.30 non sono disponibili”. Mai messi in vendita o in prevendita. Mai pervenuti in biglietteria. desaparecidos. Tutti (tranne la Biennale) capiscono che si tratta della solita, famigerata, “proiezione ad inviti”, alla faccia di un programma ufficiale che definisce la proiezione “pubblica”. Ma il sabato successivo, allo spegnersi delle luci in Sala Grande, in 200 si ritrovano senza posto, tra cui Jeremy Irons e uno sbigottito Al Pacino che, rientrato temporaneamente nel personaggio di Shylock, deve aver pensato di "esigere una libbra della bella carne" di qualche organizzatore. Panico fra gli addetti al cerimoniale, costretti a far sedere gli invitati sulle scalinate della Sala Grande, e discorso riparatore di Croff che scarica la colpa al computer centrale, reo di aver smerciato 200 biglietti in più. Peccato che non fossero mai stati messi in vendita…
Maleducata. Molti addetti ai lavori sono stati esasperati dall’atteggiamento della maschera castana preposta alla selezione degli ingressi in conferenza stampa (presente anche per le passerelle a Palazzo del Cinema). Così, quando il vaso è traboccato, al suo indirizzo sono volati insulti e improperi che preferiamo non riportare.


RISATE

Pesci. Simpatiche le gag che Shark Tale imbastisce: pesci padrini, avidi manager, provocanti femme fatale dalle pinne fluenti e persino uno squalo vegetariano.
Ansie da accreditati. Panico tra gli accreditati rimasti fuori dalla proiezione del film di Amelio: all’ennesima imprecazione, “Ho perso Le chiavi di casa!”, più di qualcuno ha sussultato mettendosi a frugare tasche e zainetti alla disperata ricerca del mazzo perduto…
Placido. Irritato dalle risa di scherno che hanno accompagnato l’anteprima del suo film, ha promesso che non porterà al Lido il suo prossimo film. Molti si sono sentiti sollevati. C’è chi s’è detto soddisfatto.
Marina Ripa di Meana. E’ nota a tutti la grande passione animalista della Marina Nazionale. Tant’è, lo scorso anno la contessa ha sfilato in passerella con un pappagallo in testa, quest’anno con un cigno, tra l’ilarità generale. Vista la tendenza, non osiamo immaginare quale volatile attraverserà il red carpet della prossima Mostra…


SPLENDORI

Meryl Streep. La prima in ordine cronologico. Interprete di The Manchurian Candidate di Jonathan Demme, il 2 settembre ha conquistato il Lido con la sua leggendaria classe, sorprendendo in simpatia e semplicità. In conferenza stampa ha dimostrato notevoli doti vocali accompagnando l’accensione del microfono con una scala ascendente degna di un soprano. Per lei lunghissimi applausi.
Kate Winslet. Arriva il 4 settembre per Finding Neverland. Viso perfetto e bellezza solare, si muove con nonchalance fra le ragazzine che aspettano Johnny Depp e Joseph Fiennes (interprete de Il mercante di Venezia). Nemmeno i ritardi hanno scalfito la sua limpida presenza. Diva!
Nicole Kidman. Dopo la rinuncia dell’anno scorso, è tornata a splendere al Lido per presentare l’8 settembre il suo Birth. Allure e grazia stellare, ha mostrato un insolito sguardo malinconico e sfuggente riservatezza. Sempre più simile alle enigmatiche dive del passato, ma con fragile dolcezza.


MISERIE

Giardini. Chiusa l’area verde del Lido. La Biennale vorrebbe costruirvi una nuova sala. I lidensi si battono per preservare il loro polmone verde. Il risultato? Molti stand depennati. Con conseguente carenza di punti di ristoro.
Manifesti. Pervenuti in ritardo quelli del film Birth. Se n’è visto qualcuno alla darsena dell’Excelsior il giorno della presentazione ufficiale. Gli altri sono rimasti in giacenza.
Mystic Pizza. Dopo dieci giorni di panini, abbiamo tentato di variare una dieta a rischio “scorbuto” cercando invano sul Lungomare una pizza da asporto da trangugiare al volo fra una proiezione e l’altra. Dopo aver macinato chilometri e le poche calorie rimaste, davanti ai nostri occhi si materializza il miraggio di una pizzeria. Risposta lidense: "sorry, non abbiamo i cartoni".
De Niro. Avarissimo in materia di autografi e cortesia. L’entusiasmo del pubblico si è così riversato sui colleghi con cui ha doppiato il cartoon Shark Tale (in anteprima mondiale alla Mostra): Angelina Jolie e Will Smith.


A MODO LORO

Müller. Pare (così ci è stato detto) che sempre più gente lo cercasse per chiedere spiegazioni in merito alle falle dell’organizzazione. In pochi, però, sono riusciti a raggiungerlo. Dovrebbe essere in programma un concorso a premi per indovinare il motivo.
Will Smith. Alla conferenza stampa di Shark Tale ha scippato il lavoro al moderatore: ne ha fatto le veci gestendo le domande della stampa a suo piacimento. Sembra che la Biennale lo stia contattando per un contratto a tempo indeterminato. I moderatori in carica tremano.
Sigla. A detta di molti, straziante quella scelta quest’anno in apertura di ogni proiezione. Un mix di ritmi e immagini etnico-tribali (protagonista un leone in gabbia che si libera spiegando le ali) per ricordare le vicende dell’apartheid in Africa.
All black. T-shirt nera lisa e occhiali da iena. In barba al glamour e allo smoking, Tarantino si è completamente mimetizzato per dieci giorni fra accreditati e studenti che se lo ritrovavano in sala da mezzanotte per la rassegna sui b-movie. Da far invidia a Enrico Ghezzi. Cinefilo.
Tom. Protagonista di Collateral, Cruise s’è presentato in passerella per la proiezione ufficiale con quaranta minuti d’anticipo per stringere mani e firmare autografi. Contrastanti i pareri espressi: gentile o esibizionista? Colta alla sprovvista l’organizzazione, che l’ha lasciato fare.
Giuria. Presieduta quest’anno dal regista John Boorman (Excalibur) e composta dalle attrici Helen Mirren e Scarlett Johansson, dai registi Spike Lee, Wolfang Becker, Dušan Makavejev e Mimmo Calopresti, dalla produttrice Xu Feng e dal montatore Pietro Scalia. Ha ignorato i pronostici e i favori della critica (entrambi volevano vincente Gianni Amelio con Le chiavi di casa), assegnando i maggiori riconoscimenti a film impegnati, incentrati su tematiche forti e attuali (l’eutanasia per Mare dentro, l’aborto clandestino per Vera Drake).
L’interista. Svelata la fede calcistica del grande regista americano Spike Lee che, abbandonati per una sera i suoi coloratissimi cappellini e le camicie a quadrettoni, sabato 4 settembre è stato visto aggirarsi nei pressi del Palazzo del Cinema con la maglia nerazzurra di Adriano, tra lo stupore generale dei superinvitati-superaccessoriati accorsi per Il mercante di Venezia. Moratti dovrebbe fargli un monumento...
Lacrime. Quelle che la giurata Helen Mirren ha versato durante la proiezione di Mare dentro. Abbiamo visto il film seduti dietro di lei: mentre scorrevano i titoli di coda i suoi occhi erano gonfi e lucidi di commozione.


A MODO NOSTRO

Amori. Fra i nostri film preferiti, Vera Drake, Finding Neverland, Collateral.
Fiori. Anche quest’anno siamo stati prodighi in omaggi: rose e gigli alle nostre preferite Meryl Streep, Kate Winslet e Nicole Kidman (nella foto).
Birth. Discussioni infinite sul controverso film di Jonathan Glazer. Noi tagliamo la testa al toro: ci è piaciuto.



DELUSIONI

Scarlett Diva. Per dieci giorni tutti si sono chiesti dove fosse finita. Scarlett Johansson ha preso talmente a cuore il suo ruolo di giurata da segregarsi in sala per tutto il tempo, alla larga dal pubblico (al contrario degli altri giurati che guardavano i film al PalaTim con agli accreditati), per uscire solo camuffata con berrettone e sciarpa di lana alla faccia dei 30 gradi lidensi. Fino alla sera della premiazione quando si presenta all’Excelsior fasciata da star dopo aver fatto spazientire Boorman, Spike Lee, Helen Mirren e tutti gli altri giurati che aspettavano solo lei per imbarcarsi verso la Fenice. E all’unico fan che l’attendeva adorante con foglietto in mano, ha esclamato, furiosa, “Fatti da parte!”...
"Passa la Scarlett Diva"…ha risposto qualcuno.
Miglior attrice. Non abbiamo niente contro la superba Imelda Staunton del film di Leigh. Ma per la seconda volta Nicole Kidman non ha ottenuto la Coppa Volpi come miglior attrice. È stato scandaloso non assegnargliela nel 2001 per la sua strepitosa interpretazione in The Others, ed è triste vederla ignorata anche quest’anno per l’eccellente prova in Birth. Non vediamo l’ora di rivedere Nicole in concorso a Venezia. E chissà che la terza non sia davvero la volta fortunata…
Anna Praderio. Anche quest’anno abbiamo incontrato la giornalista del Tg5 la sera dell’ultimo giorno, alla darsena dell’Excelsior Palace. È stata lei a darci la triste notizia. Alla domanda “Nicole Kidman non ha vinto?” ha risposto desolata: “Purtroppo no”.

Alessandro Bizzotto (con la collaborazione di Ottavia Da Re)


Le immagini più belle della 61. Mostra: Gallery

Foto copyright © Ottavia Da Re & Marta Ravasio per www.quellicheilcinema.com. Tutti diritti sono riservati

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Settimanale di informazione cinematografica - Direttore responsabile: Ottavia Da Re
Testata giornalistica registrata presso il Tribunale di Venezia n. 1514/05 del 28 luglio 2005
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