59a Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia

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Dino Risi durante le riprese di "Il sorpasso"

(02-07-2002) - Leone d'Oro alla Carriera a Dino Risi

“Ci voleva un tedesco per premiare un italiano”. Così, all’indomani dell’annuncio della sua candidatura al Leone alla carriera Dino Risi ha commentato con l’ironia di sempre la sua consacrazione. Dopo anni di silenzio, preceduti da una carriera folgorante, il grande maestro era stato dimenticato e perfino il suo ultimo film “Miss Italia” era stato riposto nel cassetto in attesa di tempi migliori. Ora questi tempi sono arrivati ed ecco riapparire la pellicola, che verrà furbescamente messa in onda dalla RAI pochi giorni dopo la fine Mostra del Cinema. E così come da copione, ma il copione dei suoi film, Dino Risi fa capire di non essere certo un simulacro in pensione in attesa di cerimoniali, e lo fa a modo suo, quel modo che tanto ci ha fatto amare le irriverenti satire della società italiana e dei suoi piccoli grandi “mostri”, pieni di “complessi” (chi non ricorda il “dentone” di Sordi?), protagonisti spesso “poveri ma belli”; la rappresentazione di una società nuova, che i protagonisti tentano con ogni mezzo di far propria senza riuscire ad adattarsi, con risultati spesso tragicomici. Siamo nei mitici anni ’60. Non c’è più la miseria, la fame, l’Italia è un paese in crescita che scopre le proprie carte, sbaglia, pasticcia nell’aspirazione quasi disperata verso il benessere. “Il Neorealismo, con tutta la sua affascinante tristezza non bastava più”, dice il regista. Ed ecco il suo capolavoro, “Il sorpasso”, con Vittorio Gassman “Il mattatore” dei suoi film, manifesto di una generazione, di un modo di vivere, di reagire ad anni di restrizioni, moralismo, paura, pigrizia e, al contempo, la sua più evidente dissacrazione ed esorcizzazione: “Vedi, in Modugno c’è tutto, c’è la passione e poi c’è quella cosa là, come si chiama…ah, l’alienazione!” dice Gassman/Bruno mentre ascolta l’autoradio…al compagno di viaggio. Emerge la voglia di crescita e sviluppo di un paese, la formazione di una società di cui siamo ancora i figli degenerati, che sarà un boom repentino, uno scarto improvviso, con il suo prezzo da pagare alla morale e all’integrità di tanti uomini, come il giornalista Silvio Mingozzi/Alberto Sordi di “Una vita difficile”. Non è più l’Italia della rinascita, quella di Risi, ma il paese del progresso, delle vacanze (“L’ombrellone”), e della gioventù scanzonata (“Poveri ma belli”, “Belle ma povere”, “Poveri milionari”) del sesso finalmente liberato eppure così complessato (“Sessomatto”, “Sesso e volentieri”) e dell’uomo succube in eterna “crisi da moglie tiranno” in “Il vedovo” con l’impagabile coppia Alberto Sordi-Franca Valeri, film che con le sue più esilaranti esclamazioni (lo storico “Cretinetti”) ha regalato delle “perle” entrate nel linguaggio popolare.Una filmografia consacrata “In nome del popolo italiano”, un regista versatile capace perfino, lui romano, di omaggiare come nessuno prima, una Venezia solare e finlalmente umana, in quel meraviglioso gioiello di comicità che è “Venezia la luna e tu” e di ritornarci oggi, per la sua attesa e infinitamente meritata consacrazione. Ci piace pensare che questo Leone sia un modo per ricordare anche Vittorio Gassman, che di quest’opera è stato il protagonista troppo presto dimenticato, un po’ “Tigre”, un po’ “Mattatore”, sicuramente indimenticabile in “Profumo di donna” meraviglioso ritratto di un uomo con il tremendo “Vizio di vivere”, come quello del maestro Dino Risi…

La consegna del Leone alla Carriera a Dino Risi avverrà domenica 1 settembre alle 18.15 nella Sala Grande del Palazzo del Cinema.

Per “Omaggio al Leone d’ Oro alla Carriera” alle 11.45 della stessa giornata sempre in Sala Grande ci sarà la proiezione di “Il sorpasso” (1962).

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Settimanale di informazione cinematografica - Direttore responsabile: Ottavia Da Re
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