Foto © Foto Lino Sabrina Ferilli: La provinciale

ESCLUSIVO: Quelliche...ilcinema ha intervistato l'attrice romana da poco sugli schermi con il film tratto dal romanzo di Moravia che tra poco troveremo in pole position con Schumacher, per dare la voce all'ultimo geniale capolavoro Pixar: "Cars".
Ospite del Caffè Grande a San Donà di Piave in provincia di Venezia, ormai meta esclusiva di artisti e star, in attesa di ricevere un riconoscimento dal Comune e un bagno di folla e di amore, dal pubblico che a fine serata ha omaggiato Dalida e il suo personaggio più bello con le note di Tenco "Ciao amore ciao".
La bellezza, l'arte e la vita, secondo Sabrina Ferilli.


L’abbiamo vista raccogliere "Caramelle da uno sconosciuto" sognando "La bella vita" per poi diventare icona di maestri come Ferreri, Virzì e i fratelli Taviani ("Tu ridi"). E la sua risata ha illuminato gli schermi, in "Ferie d’agosto", conquistando "A ruota libera" con Vincenzo Salemme, gli italiani.
Così Sabrina Ferilli ha iniziato a volare, "Sulle ali della vita", e sul grande schermo, diventando icona di bellezza, una bellezza che ha saputo portare in scena sempre con ironia, un’ironia "Eccezzziunale veramente"…
Ci siamo commossi nel vederla lottare "Al di là delle frontiere" e interpretare "La terra del ritorno" accanto a Sophia Loren, raccogliendone l’eredità.
Abbiamo esultato, e non solo per lo scudetto della Roma, vedendola sfilare con la bandiera giallorossa in mano in mezzo a migliaia di tifosi.
Abbiamo infine cantato con lei sulle note di "Ciao amore ciao", quando ha portato in scena la grande "Dalida", trionfando in Francia.
Perché lei è tutto questo e tutte queste donne insieme. "Donne in un giorno di festa" (di Salvatore Maira) ma anche donne che hanno lottato nella loro quotidianità, facendo la storia e l’Italia. Vite strozzate, Come "Angela", "Matilde", "Lucia". Orgogliosa di essere "La provinciale" come nel film tratto dal romanzo di Moravia, perché è nella provincia e nelle sue donne che nasce la vera passione, quel pathos che regna nel "Cuore di donna", come recita una fiction, che alimenta "L’acqua...il fuoco", come il titolo del film portato a Venezia con Luciano Emmer. Perché Sabrina è la donna degli italiani, colei che ha saputo portare in scena un’immagine e un’anima che sono anche le nostre.



Hai iniziato la tua carriera con dei film impegnativi e dei registi molto particolari, come Ferreri (“Diaro di un vizio”) Virzì (“La bella vita”), arrivando a maestri come i fratelli Taviani (“Tu ridi”) e Luciano Emmer (“L’acqua…il fuoco”) per poi passare alla tv. Un percorso inverso rispetto ad altre interpreti che iniziano dalla fiction per arrivare al cinema…

Il bello del mio è mestiere è che è un mestiere libero. Dato che per me la tv è andata a recuperare un certo tipo di cinema, che una volta si faceva al cinema, per tutta una serie di motivi mi sono trovata a raccontare delle storie che una volta venivano raccontate al cinema e che oggi invece sono di interesse televisivo…

Una scelta che nasce anche dall’esigenza di avere un rapporto più stretto con il pubblico?

Il mio “è” un mestiere pubblico…

Le fiction che hai interpretato vanno oltre il prodotto televisivo. Credi in una tv con funzioni didattiche, che non sia solo un mezzo di intrattenimento?

Non credo di avere questa facoltà, ma certamente la responsabilità di essere un personaggio pubblico sì…

Lo dimostrano i personaggi interpretati di recente, come la serie Angela, Matilde, Lucia o La provinciale di Pasquale Pozzessere dal romanzo di Moravia. Donne ritratte in un contesto storico-sociale molto significativo.

Cerco di portare in scena dei personaggi che, anche sbagliando, risultino comunque concreti che credono in valori fondamentali, personaggi che magari si rispecchiano nella società e nelle sue professioni anche più umili, quindi se ci può essere un contributo che posso dare come interprete, è questo.

Hai sempre saputo gestire la tua bellezza, senza mortificarla, ma valorizzandola. Dal calendario di Max che ha fatto “scuola”, fino allo spogliarello per la Roma. Sempre con grande ironia. Prossimamente sarai in giuria a Miss Italia nel mondo…Quanto può condizionarti o avvantaggiarti la bellezza in un lavoro come questo? Ti sei mai sentita troppo bella per essere considerata credibile per certi ruoli?

La bellezza non può penalizzare nessuno…l’importante è capire che è una cifra che noi abbiamo e con la quale dobbiamo imparare a fare i conti. Se la bellezza diventa un aspetto fondamentale di una persona è negativa. Se invece la sai gestire diventa un vantaggio. E’ l’intelligenza che ci salva, sempre…

Come interprete rappresenti la passionalità e bellezza italiana. Molte attrici ne hanno fatto una dote da esportare, a torto o a ragione (vedi la Cucinotta, la Bellucci). Mai pensato di andare all’estero e negli USA?

No, perché ho sempre dato peso a certi valori, ho dato priorità a certe mie necessità e poi sono molto legata all’Italia. Fuori valgo la metà…

Non pensi che quello della bellezza italiana all’estero sia un concetto abbastanza inflazionato?

Forse, ma al di là di questo, è giusto che una persona si misuri con altre realtà. Poi uno decide come vuole. Io sto bene in questo paese. Se devo lasciarlo per lavorare devo valutare. Magari in futuro…

Tornando al cinema, hai fatto anche la doppiatrice di recente…

Sì, ho prestato da poco la voce all’ultimo film d’animazione della Pixar “Cars – Motori ruggenti” che ho doppiato accanto a Pino Insegno e a piloti come Michael Schumacher e Giancarlo Fisichella. Un film che uscirà in agosto e che presenterò al prossimo Giffoni Film Festival. Un’esperienza molto divertente. Il personaggio della mia “macchina” Sally è fidanzata con un’altra macchina che in originale è doppiata da Paul Newman. La voce originale ovviamente è di un’altra attrice (Bonnie Hint ndr) quindi per noi italiani il rapporto è meno immediato, c’è sempre un passaggio in più. Però è comunque è stata una bella esperienza.

Vieni spesso in Veneto. Cosa ti piace di questa terra?

Qui ho girato “Almost America” (film dei fratelli Frazzi del 2001 ndr) che rappresentava l’alluvione del Polesine e che probabilmente a tutt’oggi è forse il mio film più riuscito, quello che sicuramente ho amato di più. Lì girammo tutta la prima parte.

Quali sono le zone che frequenti di più?

Io amo molto le province. Molto più delle grandi città. Perché continuano ad essere l’unico posto in cui c’è ancora molto “pathos”, un’emozione palpitante che gestisce in maniera più forte la realtà. E siccome io vengo dalla provincia rivendico molto questo aspetto. Credo che la provincia riesca ancora a tutelare dei rapporti emotivi e sentimentali fondamentali. C’è maggiore rispetto per l’individuo...

Lo sguardo sicuro, un sorriso dolcissimo e Sabrina, ignorando la stampa che la incalza supplicante, si lascia travolgere dal suo pubblico, i suoi ammiratori. Stasera ha occhi solo per loro. Orgogliosa di essere una provinciale, tra la gente di provincia. Per una sera, grazie a lei, al centro del mondo.

Foto © Foto Lino. Tutti i diritti sono riservati. Nelle immagini Sabrina Ferilli, durante la serata trascorsa a San Donà, con i ragazzi della STEA che hanno allestito la piazza, con Gianni, il titolare del Caffè Grande e, nell'ultima immagine, foto di gruppo con gli STILL, il gruppo che ha accompagnato l'evento, dj Marco Vezzari e l'assessore alla Cultura Pietro Furlan.

(18/06/2006)

Intervista a cura di: Ottavia Da Re


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