Anche Principal va bene

Dall’estate 2005 il Royal Ballet ha un nuovo étoile. Prima della promozione era già stato Oberon, Daphnis e Romeo. È inglese, alto e rosso, si chiama Edward Watson


BRESCIA – Ho appuntamento con Edward Watson in occasione di Mara in Motion, il gala che l’étoile bresciana Mara Galeazzi, espatriata al Royal Ballet di Londra, ha organizzato nella sua città natale reclutando alcuni colleghi, arrivati direttamente dalla capitale britannica. Mi aspettano per la blindata generale, l’unica prova per i ballerini della Royal Opera House sul palco del Teatro Grande prima dello spettacolo.
Io e la direttrice (chiamata in qualità di fotografa) ci siamo messi in macchina all’alba per raggiungere il teatro prima dell’inizio della prova generale. Quando arriviamo sono quasi le 11:00. Dalla stage-door saliamo direttamente in palcoscenico. Le quinte sono scure, i tecnici stanno ancora sistemando il palco; di ballerini neanche l’ombra.
Sul piccolo corridoio dei camerini si affacciano tre porte; due sono chiuse, una aperta: in quel camerino poco illuminato, seduto davanti a uno specchio, Edward Watson si sta sistemando il trucco. Si alza, esce e con aria di candida innocenza saluta in italiano: “Ciao”. È lui a indicarmi il camerino di Mara. Dopo i saluti posso finalmente sedermi nella platea deserta del teatro.
Edward mi raggiunge lì dopo ore infinite di prova generale, in maglione azzurro e giacca scura; la voce bassa, i modi pacati, il perfetto aplomb british che non sai mai se chiamare reticenza freddina o educazione rigorosa. Entrato nel 1994 a far parte del Royal Ballet, Watson è stato promosso al titolo di Principal - i francesi direbbero étoile - nella primavera del 2005 dopo una recita di Ondine di Ashton accanto a Miyako Yoshida (una delle Principal londinesi più celebri, fra le colonne storiche del Royal Ballet quali Sylvie Guillem, Leanne Benjamin e Darcey Bussell). Nato a Bromley, ha iniziato presto a ricoprire ruoli di rilievo: era ancora Soloist (poi First Soloist) quando s’è cimentato con una fetta ragguardevole del repertorio di Sir Kenneth MacMillan, da creazioni come Gloria e Song of the Earth fino alla parte di Romeo nel celebre Romeo e Giulietta.
Edward è longilineo, pallido come tutti i rossi doc, parla con un timbro lieve e grave, quasi smorzato di proposito.


Il passaggio a Principal… mi dici qualcosa in merito a questa promozione?
È accaduto… in maggio, se non ricordo male. Avevo appena finito la mia ultima recita di Ondine con Miyako Yoshida. E Monica Mason (attuale direttrice del Royal Ballet, n.d.r.) mi ha raggiunto in palcoscenico, mi ha guardato e mi ha detto “Sarai il prossimo Principal del Royal Ballet”… è stato qualcosa come… wow! Voglio dire, una sorpresa grandissima…

Anche per te è successo “sul campo” quindi…
Sì, esatto. Se n’erano già andati tutti, c’era solo Miyako… La direzione è arrivata e… e non è stato facile crederci, mi è sembrato davvero strano…!

Eri diventato First Soloist pochi anni prima, vero?
Sì… dev’essere stato due o tre anni prima.

Quindi hai chiuso la stagione, nel giugno 2005, da Principal, ballando Symphonic Variations
No, per essere precisi non ero ancora Principal. Lo sono stato a partire dall’inizio della stagione successiva, a settembre. Ho ballato The Dream, Ondine e infine Symphonic Variations da First Soloist. L'hai visto, Symphonic?

Sì, in una delle sere in cui l’hai ballato… bellissimo, ma dev’essere anche difficile…
Assolutamente sì! Sai, può sembrare facile sulle prime, ma da eseguire in realtà è… tremendo!

Venendo a parlare dei tuoi ruoli, quali hai amato di più? Voglio dire… creazioni in cui ti sei sentito più adatto, per il tuo fisico e il tuo stile… non solo quelle che ti piacciono di più.
Ci sono un sacco di balletti di un atto di Kenneth MacMillan che potrei citarti… ad esempio My Brother, My Sisters

Gloria, immagino…
Certo, senz’altro Gloria! E Song of the Earth, The Judas Tree… Mi hanno sempre fatto sentire adeguato, in parte. Per me sono questi i balletti più facili, e li trovo i più gradevoli: sono quelli che ballo più volentieri insomma. Certo, mi è piaciuto allo stesso modo ballare The Dream… quindi… posso dire che provo di tutto!

MacMillan o Frederick Ashton?
Chi preferisco?

Sì…
Amo guardare i lavori di entrambi come spettatore, ma credo di poter dire che preferisco ballare MacMillan.

… creazioni astratte come Concerto o ruoli che richiedono maggiore spessore interpretativo?
I ruoli che ho ballato in creazioni di MacMillan e che mi hanno fatto sentire più a mio agio sono stati Romeo e ovviamente Gloria… penso di avere avuto… maggiore successo in questi, diciamo…

Hai un sacco di ruoli creati su di te…
È vero…

Come ti trovi con le creazioni contemporanee? Sai, si legge spesso in giro che Edward Watson è molto adatto alle creazioni moderne e che i coreografi lo adorano…
Ah sì? Beh, è possibile… voglio dire, non le considero più semplici, trovo che sia tutto piuttosto difficile. Ma credo che il pubblico e i coreografi amino vedermi… in quel modo. È sempre interessante essere coinvolto in una nuova coreografia, e le persone che hanno creato coreografie nuove per il Royal Ballet lavorano secondo uno stile più vicino a quello contemporaneo. Ho avuto molte opportunità, anche quando ero molto giovane in compagnia… Credo che la mia reputazione di ballerino adatto al moderno dipenda da questo… perché queste sono state le prime coreografie che ho ballato.

Intendi ruoli come quelli in Qualia o A Stranger’s Taste
Esattamente. Sono tutti ruoli creati che ho la fortuna di avere nel mio repertorio…

Ti sei trovato ad affrontare problemi particolari nel corso della tua carriera?
Non saprei… è stato quasi tutto piuttosto difficile, perché è passato parecchio tempo – dieci anni – dal mio ingresso in compagnia fino alla nomina a Principal. È difficile, quando sei in corpo di ballo, affrontare i primi ruoli da solista… è un grande passo, e senti su di te tutta la pressione che arriva quando affronti un ruolo solistico. E la stessa cosa si ripropone quando da solista passi ad essere Principal. Mi spiego… fai le tue recite con ruoli da solista, ma vorresti danzare quelli principali, e ti trovi a dover fare entrambi per un certo periodo prima che si fidino di te abbastanza per farti ballare da Principal… non è per niente facile! Ogni passo, ogni gradino rappresenta una difficoltà!

Mi fai qualche nome fra le tue partner più importanti?
Ho lavorato parecchio con Mara Galeazzi e con Leanne Benjamin e Miyako Yoshida. E in più occasioni sono andato in scena al fianco di Lauren Cuthbertson…

… fra queste occasioni c’è anche Romeo e Giulietta
Esatto. Il Royal Ballet ha deciso di riproporlo anche in questa stagione…

Hai avuto occasioni per lavorare e confrontarti con partner che non appartengono alla tua compagnia?
Recentemente ho ballato a Tokyo con in Kobayashi Ballet, e ho danzato con due ballerine di quella compagnia. Ho lavorato anche con Marie-Agnès Gillot dell’Opéra di Parigi ballando Monotones, in occasione del Gala parigino che ha visto insieme Royal Ballet e Ballet de l’Opéra.

E com’è andata? Difficoltà maggiori…?
Sì, decisamente… molto maggiori. Preferisco senz’altro ballare con persone che conosco e con cui ho già lavorato.

Pensi quindi che esistano diversi approcci alla danza, fuori dalla tua compagnia?
Certo che lo penso…

… e raggiungere un buon risultato alla fine è davvero più complicato?
Sì, devi lavorare molto più duramente per raggiungere un risultato pari a quello che puoi ottenere con una tua partner abituale.

Vuoi dire che la diversità non crea ricchezza?
Può succedere, ok, ma a volte richiede più tempo per farti arrivare ad ottenere qualcosa di valido…

… per trovare sintonia nell’interazione e via dicendo…?
Direi che hai centrato il problema… il lavoro sa essere insidioso…

Leggi quello che scrivono i critici?
Una volta leggevo, ma oggi no… non è mia abitudine farlo.

Un sacco di ballerini mi dicono la stessa cosa… come mai, nel tuo caso?
Quando le recensioni vengono pubblicate e tu hai ancora davanti qualche recita è orribile… se le recensioni non sono quelle che speravi fossero, intendo. A volte ti senti… non so. E se le critiche sono buone, ti senti sicuro… e poi qualcosa può andare storto. Preferisco ricordarmi semplicemente la reazione del pubblico, e ascoltare il mio direttore e i miei amici… Mi fido di loro quando mi dicono se è andata bene o male. Penso sia più importante questo di ciò che scrive pubblicamente una persona dicendo come la pensa…! Vedi, è semplicemente che… scelgo di non leggere…

E a livello personale sei un tipo timido o esuberante…?
Oh, dipende da che giorno è… dipende da… quanto sono stanco!

… sei stanco oggi?
Beh, non particolarmente… Perché, ti sembro timido?

Non saprei…
Oh, spero di non sembrarti troppo timido… In realtà lo sono abbastanza come persona… quando incontro persone per la prima volta… chi non conosco. Ma con gli amici e le persone di vecchia conoscenza sono abbastanza… sfrenato!

Come sta andando questa prima stagione da Principal?
Bene direi…! Ho ballato Afternoon of a Faun di Jerome Robbins. È stato un debutto per me, che ho sostituito il primo cast infortunato. Poi Uccello di fuoco con Leanne Benjamin… e Romeo, come ricordavamo prima. Fra le creazioni astratte ti cito Polyphonia di Christopher Wheeldon e un nuovo balletto di un coreografo canadese, Mrozewski. Un debutto importantissimo, per me, in questa stagione è quello in Giselle… non ho mai ballato Albrecht prima. Un sacco di lavoro, in definitiva…

… e cosa ti auguri ancora per il futuro?
Solo di continuare ad avere buone occasioni di danzare ruoli interessanti… quel tipo di sfide artistiche che amo… non voglio annoiarmi!

Buona fortuna per tutto allora… ma si può dire?
Sì, sì… va bene. Grazie!




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Immagini e foto di scena per gentile concessione della Royal Opera House, Covent Garden, Londra.
Dall'alto: Edward Watson in un ritratto (Charlotte MacMillan); in Symphonic Variatios di Frederick Ashton (Dee Conway); in Romeo e Giulietta di Kenneth MacMillan (Dee Conway); in scena durante una pausa della generale di Mara in Motion (Ottavia Da Re).

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Intervista a cura di: Alessandro Bizzotto


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