
Maria full of grace
Neumeier l’ha voluta nel ruolo di Cenerentola. In Spagna l’hanno applaudita come Giselle, a Copenaghen l’hanno chiamata per Manon. Oggi è una delle étoile più apprezzate nel mondo. Intervista esclusiva a Maria Eichwald, Principal del Balletto di Stoccarda
STOCCARDA – Quando Maria Eichwald fa capolino nell’ufficio della Opera House in cui la aspetto, quasi non la si riconosce. È appena uscita dalla sala prove, si è buttata addosso una felpa. E la dea del palcoscenico lascia il posto ad una ragazza che tutto è fuorché aggressiva.
Nata a Talgar, Kazakhstan, Maria Eichwald ha iniziato gli studi presso la Scuola Nazionale di Alma-Ata. Un suo pregio? La bravura. Giovanissima, nel suo paese d’origine ha ballato subito i ruoli principali in Carmen, Schiaccianoci, Lago dei cigni. Dal 2004 allo Stuttgart Ballet in qualità di Principal (titolo conferitole anche a Monaco, nel 1999), è stata ospite nei più importanti teatri di mezzo mondo.
Insomma, quando la incontri non ti aspetti certo di vederla sedersi davanti a te in un composto silenzio. Ma l’intervista con lei è una continua scoperta, un inatteso crescendo. Esattamente come le interpretazioni che ci dice di prediligere.
Hai scelto di lasciare il Balletto Nazionale del Kazakhstan per lavorare in Germania… perché questa scelta, con il Bavarian State Ballet e poi con lo Stuttgart Ballet?
Ho lasciato il Kazakhstan perché per metà sono tedesca… per metà russa e per metà tedesca. E mia madre ha voluto fare ritorno in Germania. Questa scelta mi ha praticamente fatto perdere un anno… non parlavo tedesco, non avevo idea di come fosse la vita qui in Germania… Il mio grande desiderio, come ballerina, era di cimentarmi e ballare parecchio repertorio classico, e dopo gli inizi in compagnie relativamente piccole, il mio obiettivo è stato entrare e lavorare in una grande compagnia… avevo in mente Monaco o Stoccarda. Ho ottenuto il primo contratto a Monaco, con il gennaio 2004 sono entrata a far parte del Balletto di Stoccarda.
Hai ballato in molte occasioni il ruolo di Tatjana nell’Onegin di Cranko. Cosa rende questo personaggio femminile così moderno e affascinante?
Lo ballo dai tempi in cui lavoravo a Monaco. Per me la conoscenza di Tatjana risale ai tempi della scuola, in Russia… quando studiavamo il romanzo di Puškin. È un personaggio che amo da sempre, tantissimo. Leggere il libro di Puškin fa parte del programma scolastico in Russia… È anche questo il motivo per cui Tatjana è una figura impegnativa, per me: è un personaggio molto conosciuto, su di me ha un impatto fortissimo. Ai miei occhi interpretarla equivale ad incontrare ed affrontare in un faccia a faccia un mito giovanile che ho amato parecchio. Credo sia un ruolo speciale, soprattutto in relazione al periodo in cui è stato creato, in cui il romanzo fu scritto… un tempo in cui non era per niente facile trovare personaggi femminili così ricchi. Non se ne trovano molti negli altri romanzi di quei tempi, a parte Anna Karenina. Con Tatjana, Puškin ha ritratto una donna fondamentalmente buona, dotata di grande autocontrollo, ma che non cede. La storia di Onegin ha inizio in un momento della sua vita in cui è molto serena… ma poi le cose cambiamo. E in lei si fa strada la consapevolezza che nella sua vita non ci sarà più spazio per il vero amore. Penso che Puškin sia riuscito a creare una figura femminile ideale per quei tempi… e forse per qualsiasi tempo.
Tatjana è un personaggio in più occasioni paragonato a Giulietta nella letteratura… sia Puškin che Shakespeare presentano la loro eroina alla luce delle stelle e della luna, ad esempio. E Tatjana e Giulietta restano due dei personaggi più amati da moltissime ballerine nel mondo. In un confronto, quale figura scegli… Tatjana o Giulietta?
Direi Tatjana. È una ragazza semplice, semplicissima, soprattutto nel primo atto… legge il suo libro… e nell’interpretarla hai la possibilità di mostrare la sua crescita interiore. È un ruolo che va in crescendo. E sicuramente non è semplice. Tatjana si evolve, è presentata in momenti diversi della sua vita; nel terzo atto è una donna sposata… Interpretarla ti permette di mostrare una gamma vastissima di sentimenti… Tatjana offre più spunti e possibilità per un’interprete rispetto a Giulietta. Adoro comunque Giulietta… la sua storia d’amore è forte, drammatica… fantastica. Ma la sua vicenda si evolve in circa tre mesi, più o meno… È molto più gratificante incarnare un personaggio che cresce, ritrarre la sua evoluzione psicologica negli anni… per questo ti rispondo Tatjana.
C’è un sacco di classico nel tuo repertorio… Kitri, Odette/Odile… C’è qualche ruolo che preferisci sugli altri?
Solo fra il classico?
Sì. E poi anche qualche titolo fra le creazioni contemporanee che ti piacciono di più… se le preferisci al repertorio classico…
Parlando del repertorio classico, il mio ruolo preferito rimane Giselle. Non ti trovi alle prese solo con passi e tecnica, quando la interpreti: Giselle è anche e soprattutto un personaggio da vivere e interpretare. Io provo sempre ad andare oltre i passi… cerco di vivere e raccontare una storia, di trasmettere dei sentimenti, anche quando ballo Aurora nella Bella addormentata o Odette ne Il lago dei cigni. In Giselle si trova molto già nella coreografia… è la coreografia stessa a suggerire l’espressione di un’emozione. È soprattutto questo il motivo per cui scelgo Giselle. Amo poi anche Kitri in Don Chisciotte, ma per il temperamento del personaggio…
È divertente da ballare?
Certo. È divertente… il primo atto è assolutamente il mio preferito nel Don Chisciotte. Devi saltare, girare… Ti cito anche Raymonda. E poi amo davvero tantissimo La Bayadére…
… in quale versione coreografica l’hai ballato?
In quella di Patrice Bart. Nel ruolo di Nikiya amo non tanto l’atto delle ombre… direi piuttosto la variazione prima della sua morte. Mi fa sentire molto a mio agio, mi piace molto…
Mi dici due parole anche su Manon?
… vorrei ballarlo ancora! (ride, n.d.r.) E purtroppo non lo abbiamo in repertorio qui allo Stuttgart Ballet. Ho interpretato Manon a Monaco e poi a Copenaghen come guest. Mi piacerebbe davvero tanto poterlo danzare adesso, di nuovo. Manon è un altro ruolo che si evolve, cambia, attraversa momenti diversi; in Manon c’è un’evoluzione, un crescendo drammatico. È questo che amo: recitare, dare al pubblico qualcosa in più dei semplici passi. Raccontare una storia, insomma… è questa la cosa migliore che io possa fare. Ecco perché fra i miei balletti preferiti ci sono Onegin e La dama delle camelie di John Neumeier. Ma tu volevi un titolo anche per quanto riguarda le creazioni moderne… no?
Certo…
Fra i lavori contemporanei che ho interpretato, il mio preferito resta Bella Figura di Kylián.
Ci dici qualcosa sulle tue partnership? Inclusa qualche parola su Manuel Legris, con cui hai ballato Tatjana in Giappone e qui a Stoccarda…
Manuel è un partner fantastico. Siamo riusciti a costruire subito un feeling efficace, la sua professionalità è un aiuto grandissimo per ogni ballerina che danza con lui… è straordinario, davvero fantastico. Sarebbe ingiusto dire che è il migliore fra i miei partner… ho avuto diversi partner davvero bravissimi. Qui a Stoccarda ho ballato con Jason Reilly in più occasioni, è incredibilmente bravo… a Monaco ho lavorato molto con Alain Bottaini. Non posso scegliere e citarne uno solo, parlarti del mio preferito in assoluto… sono fortunata e felice di aver ballato con più partner eccellenti. Manuel resta comunque strepitoso: sto imparando davvero molto ballando con lui.
E come vivi il successo e la carriera internazionale? È faticoso essere Principal in una compagnia così importante e famosa…?
No! Mi piace… (ride, n.d.r.)
… viaggi spessissimo per lavoro, con la compagnia e anche come ospite…
… è uno degli aspetti che amo del mio lavoro! Davvero…
Ma il tempo per te stessa…?
Questo è un momento incredibilmente impegnativo per me… lavoriamo tantissimo qui a Stoccarda, e continuo a imparare ruoli che per me rappresentano una novità, inclusi balletti che sono nel repertorio dello Stuttgart Ballet da anni, ma che io ancora non ho danzato. Sono tanti, il lavoro è parecchio… ma va bene, mi piace!
Un augurio o qualche desiderio per il tuo futuro?
Vorrei ballare ancora Manon…! E molto altro… No, ok… scherzi a parte, spero di mantenermi sana e in salute: è davvero la prima e la più importante delle cose che posso augurarmi. Poi… beh, poi potrei augurarmi tutto il resto!
* * *
Immagini per gentile concessione dello Stuttgart Ballet.
Dall'alto: Maria Eichwald in un ritratto (Ulrich Beuttenmüller); in La Bella Addormentata, coreografia di Márcia Haydées (The Stuttgart Ballet); in prova per Onegin con Filip Barankiewicz (Ulrich Beuttenmüller).
Vai a: Tracce di Onegin
* * *
(con la collaborazione di Marta Ravasio per le parti in tedesco)
Intervista a cura di: Alessandro Bizzotto
|